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Neonata lasciata sotto il sole a Jesolo, parla il medico che l’ha salvata: “Aveva ustioni anche sulle palpebre”

Il dottor Pierpaolo Serena, medico in vacanza a Jesolo, ha notato i segni delle ustioni solari sulla neonata e organizzato i soccorsi: “Le ustioni erano eritematose, di un rosso acceso, quasi tendente al viola, ed estese al viso, al capo, al torace e dietro la nuca. Ma la cosa che più mi ha colpito è stato l’edema palpebrale: era talmente marcato che non si vedevano più gli occhi”.
Intervista al dottor Pierpaolo Serena
Medico del Villorba Rugby, specializzando in Medicina dello Sport all'Università di Padova.
A cura di Valeria Aiello
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Il dottor Pierpaolo Serena, medico del Villorba Rugby, che ha salvato la neonata lasciata sotto il sole a Jesolo
Il dottor Pierpaolo Serena, medico del Villorba Rugby, che ha salvato la neonata lasciata sotto il sole a Jesolo

Ustioni estese sul volto, pelle arrossata fino quasi al viola e, soprattutto, palpebre così gonfie da nascondere gli occhi: è stata questa la situazione che si è trovato davanti il dottor Pierpaolo Serena, giovane medico sportivo in vacanza a Jesolo, quando ha visto la neonata di pochi giorni in spiaggia. “In quel momento – racconta a Fanpage.itla bambina era all’ombra, sotto l’ombrellone, ma aveva quelle che, a un primo sguardo, erano estese ustioni di primo grado, causate dall’esposizione al sole”.

Il dottor Serena è intervenuto senza esitazione, allertando i soccorsi e salvando la piccola. “Le ustioni erano sul viso, sul capo, sul torace e anche dietro la nuca – spiega il medico – . La pelle era arrossata, tendente quasi al viola, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato l’edema palpebrale dovuto all’ustione: era così marcato che non si vedevano nemmeno gli occhi”.

Tutti segnali di un’evidente situazione di emergenza?
Sì, soprattutto per l’età della piccola. Anche se non sono un pediatra né un dermatologo, come medico posso dirle che la pelle ustionata tende a perdere liquidi, a trasudare. Immagini quindi, una bambina di un paio di settimane, con una pelle sottilissima e un’ustione di quell’estensione, seppur di primo grado, quali conseguenze avrebbe potuto riportare se non fossi intervenuto.

A quali rischi si riferisce?
Magari la notte stessa, la piccola avrebbe potuto disidratarsi così tanto da andare in shock e avere l’esito fatale. Oppure avrebbe potuto avere danni neurologici da colpo di calore, o riportare danni oculari, non sapendo se avesse guardato direttamente o meno il sole. Anche se aveva gli occhi così gonfi… Questo per dirle che i rischi dell’esporre un neonato al sole sono diversi, non andrebbe mai fatto. Così come sono diversi i rischi legati alle ustioni che, specialmente se reiterate nel tempo, aumentano sensibilmente la probabilità di sviluppare tumori della pelle, come melanomi e basaliomi.

Nel caso della piccola, il rischio più grosso era che, disidratandosi, morisse. E, in questa eventualità, se non avessi organizzato i soccorsi, superando anche le resistenze da parte dei genitori, forse perché stranieri e con una barriera linguistica importante, probabilmente avrei avuto il rimorso per sempre.

Come si può essere così incoscienti da portare una neonata di pochi giorni in spiaggia?
Tutti dovrebbero sapere che i bambini sotto i sei mesi non devono proprio essere esposti al sole. Se però mi chiede come sia potuto accadere la vicenda, le dico che non le saprei risponderle. Forse i genitori avrebbero voluto tenere la bambina all’ombra, ma si è trovata scoperta, oppure è stata deliberatamente esposta, magari perché, come famiglia dell’est Europa, non era abituata al sole che c’è in Italia a Ferragosto.

Sinceramente, non mi sono posto questa domanda. Mi sono solo concentrato sul cercare di salvare la bambina, come dovere medico, morale e deontologico, di tutelare la salute in ogni luogo e in ogni tempo, e tutelare gli indifesi.

Eppure la sua storia sta facendo notizia…
Sì, forse perché viviamo in un periodo in cui è molto facile guardare e girarsi dall’altro lato.

Va però anche detto che le bagnanti del lido, che per prime hanno notato la neonata, sono subito accorse ad avvisare il bagnino. Io ero lì vicino, che parlavo con alcuni amici del Villorba Rugby, la società di cui sono medico sportivo, che sono tra l’altro due giocatori della squadra e mi hanno decisamente aiutato a superare le resistenze dei genitori. Insomma, un’intera spiaggia si è prodigata per le sorti di una bambina straniera.

Come sta adesso la piccola?
Non ho notizie ufficiali, ma ho saputo per via indiretta che dovrebbe essere fuori pericolo di vita e mi auguro che non riporti conseguenze.

La sua presenza è stata determinante. Ma cosa direbbe alle mamme che portano i loro bambini al mare?
Il mio consiglio è quello di ascoltare le raccomandazioni dei dermatologi e dei pediatri, ovvero di proteggere i bambini più piccoli, evitando l’esposizione al sole.

Per i più grandi, il mio consiglio è quello di evitare l’esposizione nelle ore centrali, quindi dalle 11 alle 16, di applicare sempre abbondante protezione solare 50 e magari, perché no, di fargli indossare una maglietta, specialmente se i bambini hanno un fenotipo chiaro.

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