Mistero in Norvegia, donna vichinga sepolta con conchiglie sulla bocca: “Non sappiamo perché”

In un terreno privato di Val i Ørland, un comune della Norvegia centrale nella contea di Sør-Trøndelag, gli archeologi hanno scoperto lo scheletro di una donna vichinga sepolta con gioielli, vestiti e soprattutto due grosse conchiglie sulla bocca. Nello specifico, si tratta di capesante (o cappesante) atlantiche (Pecten maximus), le cosiddette conchiglie di San Giacomo, grossi molluschi bivalvi della famiglia dei pectinidi che possono arrivare a 15-17 centimetri di diametro. Le conchiglie erano adagiate sulla bocca della donna – non coperta completamente – con il margine curvo rivolto verso l'esterno. Gli archeologi non hanno idea del significato di questo rituale, che come specificato in un comunicato stampa del Museo Universitario dell'Università Norvegese di Scienza e Tecnologia (NTNU) “non è mai stato riscontrato prima nelle tombe precristiane norvegesi”.
La scoperta della tomba è avvenuta per caso all'inizio dell'anno grazie alla passione di Roy Søreng, che con il suo metal detector era alla ricerca di reperti all'interno di un terreno privato affacciato sul mare. L'uomo si è imbattuto in una grande e bellissima fibbia a spilla ovale, un oggetto comunemente usato in epoca vichinga (790 – 1066 dopo Cristo) per agganciare e sostenere i vestiti. Sospettando che ci potesse essere una tomba, con il proprietario del terreno Arve Innstrand Roy ha immediatamente contattato gli archeologi per indagini approfondite. In breve tempo gli scavi hanno fatto emergere la sepoltura risalente al IX secolo, seguita da un'altra di epoca precedente. La più interessante delle due è proprio la più recente, dove è stato rinvenuto lo scheletro della donna vichinga in un ottimo stato di conservazione. All'interno della tomba sono stati trovati vari manufatti, comprese altre spille per chiudere una lunga veste (due ovali per le spalline e una ad anello per il collo) e ossa di piccoli uccelli, probabilmente ali. Non è noto il significato né delle conchiglie né delle ossa dei volatili.
“La tomba di epoca vichinga contiene quella che riteniamo essere una donna, sepolta con abiti e gioielli tipici dell'epoca vichinga del IX secolo. Ciò suggerisce che fosse una donna libera e probabilmente sposata, forse una casalinga di campagna”, ha dichiarato il dottor Raymond Sauvage, responsabile dello scavo del Dipartimento di Archeologia e Storia Culturale del museo, sito nel quartiere di Kalvskinnet a Trondheim. “La cosa più sorprendente sono le due capesante poste sulla bocca del defunto. Si tratta di una pratica mai riscontrata prima nelle tombe precristiane norvegesi. Non sappiamo ancora cosa significhi questo simbolismo”, ha aggiunto l'esperto. In un'intervista a Live Science, il dottor Sauvage ha affermato che le capesante atlantiche sono comuni nelle acque della Norvegia, ma non è chiaro se le conchiglie usate per coprire la bocca della donna vichinga siano state pescate in mare oppure recuperate dopo uno spiaggiamento. Al momento non sono stati notati fori (i reperti devono ancora essere studiati a fondo), quindi è possibile che siano state posizionate così come sono state trovate, senza la creazione di un elaborato oggetto cerimoniale.

È stata una vera fortuna che Roy Søreng abbia deciso di indagare sul campo costiero di Arve Innstrand col suo metal detector, perché secondo gli archeologi la successiva aratura del campo avrebbe potuto distruggere le tombe. Come indicato, ne è stata trovata anche una seconda risalente all'VIII secolo con un altro defunto: “Esamineremo lo scheletro, conserveremo gli oggetti e preleveremo campioni per la datazione e l'analisi del DNA. L'obiettivo è scoprire di più sulla persona e sulla possibile parentela con il precedente ritrovamento nello stesso luogo”, ha dichiarato Sauvage. La scoperta della tomba vichinga è considerata di grande valore per il Ministero dei Beni Culturali della Norvegia, che ha predisposto finanziamenti adeguati per il recupero e lo studio in sicurezza di tutto il materiale. “Questa è una scoperta incredibilmente emozionante. È molto insolito trovare uno scheletro così ben conservato in tombe antiche. Questa scoperta ha un grande valore per il patrimonio culturale e una fonte di conoscenza. Pertanto, era importante che il Ministero norvegese dei Beni Culturali stanziasse fondi per garantirla nel miglior modo possibile”, ha dichiarato la Ministra dei Beni Culturali Hanna Geiran.
A proposito di sepolture rituali, nel 2022, in un cimitero del XVII secolo nel villaggio polacco di Pień, è stato ritrovato lo scheletro di una donna con una falce fissata all'altezza della gola e un lucchetto che le bloccava l'alluce. I ricercatori in questo caso sapevano bene con che cosa avevano a che fare: la donna, infatti, era considerata una vampira, così chi la seppellì la “inchiodò” al suolo, con una falce al collo che le avrebbe tagliato la testa se fosse riuscita a risvegliarsi. Un rituale macabro che affonda le radici in credenze e superstizioni che in passato hanno avuto una certa diffusione in Europa, soprattutto nei Paesi slavi. Nulla a che vedere con le conchiglie, che in altri riti funebri venivano utilizzate come simbolo di rinascita e fertilità, per agevolare il viaggio nell'aldilà. Gli antichi greci e romani erano soliti posare su occhi e bocca dei defunti il cosiddetto “Obolo di Caronte”, un pagamento per il traghettatore dell'Ade.