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Long Covid

Long Covid, scoperto cosa aumenta il rischio di ammalarsi: la risposta è nel DNA

Il long Covid colpisce circa il 10-20% delle persone che si ammalano di Covid-19, ma le cause non sono ancora completamente note: ora uno studio internazionale ha finalmente scoperto uno dei motivi per cui alcune persone si ammalano e altre no.
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Stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, ma anche problemi respiratori e dolori muscolari. Milioni di persone in tutto il mondo, dopo essersi ammalati di Covid-19, si sono trovati per settimane, se non mesi, a fare i conti con il long Covid, una sindrome che può svilupparsi in seguito all'infezione acuta da SARS-CoV-2. Proprio nelle ultime settimane l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha spiegato da febbraio 2025 casi a livello globale sono in aumento anche per effetto delle nuove varianti dotate di una maggiore immunoevasività.

Da quando sono stati diagnosticati i primi casi di long Covid, i ricercatori di tutto il mondo si sono messi a lavoro per capire quali fossero le cause di questa condizione e dei suoi sintomi. Uno dei più specifici è la cosiddetta "nebbia mentale", ovvero un offuscamento delle capacità cognitive. Passo dopo passo il quadro è diventato più chiaro e oggi un importante studio internazionale, a cui hanno partecipato anche ricercatori e ricercatrici italiani, ha scoperto perché alcune persone sviluppano il long Covid e altre no. La risposta – almeno uno dei motivi – sarebbe infatti nel DNA, in quanto il rischio di ammalarsi di long Covid sembra associato alla presenza o meno di alcune varianti genetiche.

Lo studio del DNA dei pazienti di long Covid

I ricercatori di 24 istituti di ricerca e ospedali internazionali, in 16 nazioni in tutto il mondo, guidati dall'Institute for Molecular Medicine Finland (FIMM) di Helsinki e dal Karolinska Institutet (Stoccolma, Svezia), hanno infatti analizzato il DNA di 6.450 pazienti con long Covid e lo hanno confrontato con quello di oltre un milione di persone senza questa condizione. Da questo studio su milioni di dati genetici, i ricercatori hanno individuato un locus genetico, ovvero una posizione specifica, nel cromosoma 6, associato al long Covid. Questo punto si trova vicino al gene FOXP4, "già noto in letteratura spiega il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – per il suo ruolo nelle infezioni respiratorie e nella risposta immunitaria".

In sostanza, le persone che in questo punto del cromosoma 6 presentano la variante genetica individuata dai ricercatori sono più predisposte a sviluppare il long Covid dopo un'infezione da SARS-CoV-2. Nello specifico, chi ha questa variante genetica ha un rischio maggiore del 60% di ammalarsi. Secondo i ricercatori aver capito come la genetica influenza il rischio di long Covid rappresenta un passo in avanti importante non solo per identificare i soggetti a rischio, ma anche per migliorare il trattamento della sindrome, che secondo l'Oms oggi colpisce il 10-20% delle persone che prendono il Covid-19, ovvero circa 1-2 persone ogni dieci.

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