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L’oggetto interstellare 3I/ATLAS ha un’altra anomalia: la scoperta della NASA

Grazie al Telescopio Spaziale James Webb i ricercatori della NASA e di altri istituti hanno scoperto una ulteriore anomalia per 3I/ATLAS, l’oggetto interstellare scoperto all’inizio di luglio che secondo alcune ipotesi potrebbe essere un’astronave aliena.
A cura di Andrea Centini
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3I/ATLAS ripreso con il James Webb. Credit: ArXix/NASA
3I/ATLAS ripreso con il James Webb. Credit: ArXix/NASA

I ricercatori hanno rilevato un'altra stranezza del misterioso oggetto interstellare 3I/ATLAS scoperto all'inizio di luglio, che secondo la maggior parte degli esperti sarebbe una cometa aliena, cioè proveniente da un altro sistema stellare. Grazie all'avveniristico e costosissimo Telescopio Spaziale James Webb, infatti, gli studiosi hanno rilevato nella sua chioma sfocata un quantitativo di acqua insolitamente basso, molto inferiore a quello che troveremmo in una tipica cometa del Sistema solare.

I livelli di acqua registrati in 3IATLAS sono simili (ma un po' più alti) a quelli rilevati nella cometa C/2016 R2 PANSTARRS, una cometa non periodica scoperta il 30 agosto del 2016 e caratterizzata da una chimica piuttosto insolita, per questo considerata un'anomalia dagli scienziati (l'eccezione che conferma la regola, di fatto). A determinare che il visitatore interstellare – il terzo mai individuato dopo 1'I/Oumuamua e 2I/Borisov – presenta una quantità d'acqua sensibilmente inferiore rispetto alle comete tipiche del Sistema solare è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti: fra quelli coinvolti il Dipartimento di Fisica dell'Università Cattolica dell'America, il Dipartimento di Astronomia dell'Università del Maryland, il Physikalisch-Meteorologisches Observatorium Davos und Weltstrahlungszentrum (Svizzera), il NEO Coordination Centre dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) di Frascati, la Queen's University di Belfast e molti altri.

I ricercatori, coordinati dal dottor Martin A. Cordiner del Laboratorio di Astrochimica del Goddard Space Flight Center, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver puntato 3I/ATLAS con lo strumento NIRSpec (uno spettrografo) del Telescopio Spaziale James Webb, quando l'oggetto si trovava a 3,32 unità astronomiche dal Sole, poco meno di mezzo miliardo di chilometri. Ricordiamo infatti che una UA è pari a circa 150 milioni di chilometri, che è la distanza che separa la Terra dal Sole.

L'analisi spettroscopica, in grado di far emergere la composizione chimica di un corpo celeste dalla firma luminosa, ha rilevato le caratteristiche peculiari dell'oggetto. Nello specifico è stato determinato che 3I/ATLAS presenta la maggior parte dei composti tipici di una cometa, come anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO), acqua (H2O) e altri, ma il rapporto tra CO2 e acqua è davvero insolito, essendo pari a 8.0 ± 1.0. In genere le comete del Sistema solare hanno molta più acqua; l'unica anomalia nota, come indicato, è quella della sopracitata C/2016 R2 PANSTARRS.

L’anomalo rapporto tra acqua e anidride carbonica in 3I/ATLAS. Credit: NASA/ArXiv
L’anomalo rapporto tra acqua e anidride carbonica in 3I/ATLAS. Credit: NASA/ArXiv

Può comunque esserci una spiegazione scientifica per questa anomalia. La cometa aliena, che secondo un recente studio ha un diametro compreso tra 320 metri e 5,6 chilometri (è dunque molto più piccola di quanto stimato in precedenza), per gli studiosi si trova infatti ancora troppo lontana dal Sole ed è dunque ancora molto fredda. Avvicinandosi alla stella e riscaldandosi, il ghiaccio superficiale potrebbe sublimare riportato il rapporto tra acqua e CO2 a livelli normali. Non si può comunque escludere una composizione atipica per via del fatto che proviene da un altro sistema stellare.

Tra le stranezze rilevate dell'oggetto interstellare anche una “anti-coda” prominente rivolta verso il Sole; in genere le code di polvere principali sono rivolte nella direzione opposta. Altre anomalie orbitali e improbabili allineamenti con i pianeti del Sistema solare, secondo l'astrofisico Avi Loeb dell'Università di Harvard, potrebbero suggerire una natura artificiale dell'oggetto; in pratica, secondo lo scienziato potrebbe trattarsi di un'astronave aliena, pur ritenendo che l'ipotesi più probabile resti quella della cometa interstellare. I dettagli del nuovo studio “JWST detection of a carbon dioxide dominated gas coma surrounding interstellar object 3I/ATLAS” sono stati pubblicati su ArXiv.

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