L’iceberg A23a, il più grande del mondo, si sta frantumando in migliaia di pezzi

L’iceberg A23a ha iniziato a frantumarsi in migliaia di pezzi nelle acque al largo dell’isola subantartica della Georgia del Sud, dove dall’inizio di marzo è incagliato in una piattaforma sottomarina poco profonda: anche se è ancora l’iceberg più grande del mondo, con i suoi 3.100 chilometri quadrati (più o meno due volte e mezzo Roma), il gigante A23a ha già perso una superficie di oltre 360 chilometri quadrati in appena due mesi, pari a un’area che è circa il doppio di Milano.
Le migliaia di piccoli icerberg che si sono staccati dal blocco principale sono ben visibili dallo spazio, nelle immagini acquisite dallo strumento MODIS a bordo del satellite Aqua della NASA. “Creano uno scenario che ricorda una notte stellata – osserva l’Agenzia spaziale in una nota – . Anche se questi frammenti appaiano piccoli nell'immagine, molti misurano almeno un chilometro di diametro”. In basso a destra è inoltre visibile un frammento abbastanza grande da essere stato denominato A23-C dal National Ice Center (USNIC) degli Stati Uniti, l’organizzazione che gestisce e fornisce i dati sugli iceberg e le condizioni del ghiaccio marino. Il suo distacco da A23a risale allo scorso aprile.
In precedenza, A23a aveva già subito una perdita simile, quando era rimasto intrappolato in una “colonna di Taylor”, un vortice d’acqua che lo aveva fatto ruotare per mesi su se stesso, prima di riprendere il suo viaggio verso nord, attraverso il Canale di Drake, noto anche come “il cimitero degli iceberg”, perché è proprio nelle sue acque che i grandi iceberg antartici vanno alla deriva verso la loro fine.
La fine dell’iceberg A23a è più vicina
Per sciogliersi completamente, A23a potrebbe impiegare mesi, se non anni, anche se ci sarebbero ormai tutti i segnali che l’iceberg sta diventando sempre più fragile.
“La striscia di detriti ghiacciati lungo il suo versante settentrionale è ciò che resta di un improvviso evento di ‘rottura del bordo’ innescato in parte da diversi giorni di tempo caldo e soleggiato – ha precisato la NASA – . A quasi 55° di latitudine sud, l’iceberg si trova ben al di fuori delle acque più fredde dell’Antartide che hanno contribuito a preservarlo da quando si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Filchner nel 1986”.
La rottura del bordo è uno dei tre tipi di disgregazione a cui vanno incontro gli iceberg: si verifica quando piccoli frammenti di ghiaccio si staccano da più punti lungo il margine di un iceberg, riducendone l’area complessiva pur mantenendone la forma generale. Gli iceberg possono anche frammentarsi in più pezzi di grandi dimensioni o sciogliersi completamente, ma qualunque sia la modalità con cui A23a continuerà a disgregarsi, il suo destino è ormai certo.
“Oltre il 90% degli iceberg attorno all’Antartide segue una rotta simile a quella di A23a, entrando nella corrente oraria del vortice di Weddell al largo dell’Antartide orientale, dirigendosi verso nord lungo la Penisola Antartica e attraversando il Canale di Drake per raggiungere le acque più calde dell’Atlantico meridionale. Alla fine – conclude la NASA – tutti si sono sciolti”.