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Lettini abbronzanti associati a rischio triplo di melanoma: “Mutazioni su quasi tutta la pelle”

Gli scienziati hanno determinato che l’uso dei lettini abbronzanti è associato a un rischio triplo di melanoma, un aggressivo cancro della pelle. Il sequenziamento del DNA dei melanociti ha evidenziato che in chi li usa i danni al DNA sono presenti su quasi tutta la superficie cutanea. Per gli autori dello studio i lettini dovrebbero avere avvertenze sui tumori come i pacchetti di sigarette ed essere vietati ai minori.
A cura di Andrea Centini
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L'uso dei lettini abbronzanti è associato a un rischio triplo di melanoma, un aggressivo tumore della pelle. È quanto emerso da un nuovo studio pubblicato su ScienceAdvances che ha messo a confronto i dati clinici e molecolari di migliaia di persone che utilizzavano lettini abbronzanti con quelli di chi non si è mai sottoposto a questo trattamento estetico. Tra i risultati più inquietanti vi erano quelli relativi ai danni al DNA: le mutazioni ai melanociti, le cellule responsabili del pigmento della pelle coinvolte nel melanoma, negli utilizzatori sono state riscontrate su quasi tutta la superficie cutanea, anche nelle zone che in genere non vengono esposte al sole. I lettini abbronzanti sono classificati come cancerogeni di classe 1 dall'International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sin dal 2009, pertanto, secondo gli autori del nuovo studio, dovrebbero essere perlomeno vietati ai minori e riportare avvertenze analoghe a quelle che si trovano sui pacchetti di sigarette.

A rilevare l'associazione tra il rischio triplo di melanoma e l'uso dei lettini abbronzanti è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Dermatologia della Facoltà di Medicina Feinberg dell'Università Northwestern di Chicago, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Divisione di Biostatistica – Dipartimento di Medicina Preventiva, del Dipartimento di Dermatologia dell'Università della California di San Francisco e dell'Helen Diller Family Comprehensive Cancer Center. I ricercatori, coordinati dai professori A. Hunter Shain e Pedram Gerami, hanno deciso di indagare a fondo sulla questione dopo aver notato un numero elevato di donne con meno di 50 anni con diagnosi multiple di melanoma. Il professor Gerami, che da venti anni si occupa di pazienti con questa malattia, ha immaginato che ci fosse collegamento con i lettini abbronzanti, così ha condotto un approfondito studio epidemiologico per far emergere la potenziale associazione. Ma non solo, col suo team ha anche eseguito un sequenziamento dell'esoma dei melanociti per verificare la distribuzione dei danni al DNA e dunque delle mutazioni legate alla melanomagenesi (il cui meccanismo non è ancora ben chiaro in relazione all'abbronzatura artificiale).

I ricercatori hanno coinvolto 3.000 persone con una storia di uso di lettini abbronzanti e altre 3.000 del gruppo di controllo abbinate per genere, età e altri fattori che non ne avevano mai fatto uso. Incrociando i dati è emerso che nel primo gruppo vi è stata una diagnosi di melanoma nel 5,1 percento dei casi, mentre nel secondo del 2,1 percento. Tenendo conto di fattori confondenti come la familiarità di melanoma (presenza di altri casi in famiglia), esposizione alle scottature solari e altri elementi, è emerso che chi utilizzava i lettini abbronzanti presentava un rischio del 2,85 volte superiore di sviluppare l'aggressivo cancro della pelle. Quindi una probabilità di ammalarsi praticamente tripla.

A destare preoccupazione sono stati anche i risultati di sequenziamento del DNA sui melanociti, prelevati da campioni biologici donati alla scienza dai pazienti, alcuni dei quali deceduti proprio a causa della malattia. Le cellule della pelle degli utilizzatori dei lettini abbronzanti presentavano circa il doppio delle mutazioni di coloro che non li utilizzavano, inoltre vi erano maggiori probabilità che tali mutazioni fossero associate al melanoma. Se ciò non bastasse, i ricercatori hanno rilevato mutazioni serie (i danni significativi) su quasi tutta la pelle, anche nelle zone che generalmente non sono esposte al sole.

Con l'esposizione al sole all'aperto, circa il 20% della pelle subisce i danni maggiori. Negli utilizzatori di lettini abbronzanti, abbiamo osservato le stesse pericolose mutazioni su quasi tutta la superficie cutanea”, ha spiegato il professor Gerami in un comunicato stampa. “Come minimo – prosegue l'esperto – l'abbronzatura artificiale dovrebbe essere illegale per i minori. La maggior parte dei miei pazienti ha iniziato a sottoporsi a trattamenti abbronzanti quando era giovane, vulnerabile e non aveva lo stesso livello di conoscenza e istruzione che ha da adulto. Si sentono offesi dall'industria e si pentono degli errori commessi in gioventù”, ha chiosato, sottolineando la necessità di introdurre avvertenze simili a quelle dei pacchetti di sigarette. I dettagli della ricerca “Molecular effects of indoor tanning” sono stati pubblicati su ScienceAdvances.

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