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L’elusivo e misterioso succiacapre fotografato in Italia: le bellissime immagini di Giacomo Salomone

Tra gli uccelli più affascinanti e misteriosi che vivono in Italia vi è il succiacapre, il cui strano nome è legato a una credenza popolare. Si tratta di un animale con abitudini crepuscolari e notturne, molto difficile da vedere. Il fotografo Giacomo Salomone è riuscito a ottenere alcuni splendidi scatti in provincia di Frosinone, nel Lazio.
A cura di Andrea Centini
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Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

Quando si pensa agli uccelli italiani con abitudini crepuscolari e notturne vengono subito in mente gli strigiformi, come gufi, civette, barbagianni e allocchi, ma nel nostro Paese è presente anche una specie dal nome curioso e assai poco conosciuta: il succiacapre (Caprimulgus europaeus) o caprimulgo europeo. Non ha nulla a che vedere con il famigerato chupacabra americano, una moderna (e assurda) creatura mitologica che si nutrirebbe del sangue di capre e altri mammiferi, tuttavia ne condivide il nome comune a causa di un'altra credenza popolare.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

Questi uccelli in passato venivano spesso visti al tramonto mentre volavano sopra le greggi, quando capre e pecore venivano riaccompagnate nelle stalle. Secondo la leggenda, i succiacapre le seguivano perché si nutrivano del loro latte, da qui il curioso e assurdo nome. Anche quello del genere latino "Caprimulgus" significa mungitore di capre. In realtà l'interesse dei succiacapre era rivolto agli insetti volanti che tormentavano ovini e caprini, prede molto ambite e facili da catturare.

Lunghi fino a quasi 30 centimetri e con un'apertura alare che può superare il mezzo metro, i succiacapre sono abili predatori crepuscolari e notturni di lepidotteri (soprattutto falene), ortotteri (cavallette), odonati (libellule) e talvolta coleotteri che catturano principalmente al volo, ma non disdegnano di ghermire le prede col grande becco anche dal suolo o dalla vegetazione. Per la caccia possono usare anche la tecnica del volo librato dello "spirito santo" come un gheppio o un martin pescatore.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

La caratteristica più riconoscibile dei succiacapre è il piumaggio estremamente criptico, che ricorda molto da vicino quello di un altro uccello migratore, il torcicollo (Jynx torquilla) appartenente alla famiglia dei picchi. Questi animali, infatti, di giorno restano nascosti e “accucciati” su rami, tronchi o sul terreno, per poi iniziare l'attività attorno al tramonto; il mimetismo eccezionale, grazie ai colori in cui si alternano diverse tonalità di grigio, marrone, camoscio, bianco e nero con texture screziate e barre, permette loro di camuffarsi perfettamente con le cortecce o il suolo e restare indisturbati durante le ore diurne. I maschi si distinguono dalle femmine (e dagli esemplari giovani) per la presenza di una striscia bianca sulle penne primarie e ai lati della coda, così come per la presenza di triangoli bianchi più grandi ai lati della gola.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

Alla luce del comportamento, dell'aspetto e delle abitudini essenzialmente notturne, riuscire a vedere un succiacapre è una grandissima fortuna. Figurarsi fotografarlo. Ma è ciò che è riuscito a fare il fotografo naturalista Giacomo Salome, che ci ha gentilmente concesso le splendide immagini che trovate a corredo dell'articolo. “Sapevo della presenza dei succiacapre nei dintorni del comune di Veroli, in provincia di Frosinone, così una sera, all'imbrunire, mi sono appostato lungo una strada dove potevo avere una buona probabilità di vederli”, ci ha raccontato Giacomo.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

“Verso le 21:00, quando ormai avevo perso le speranze, a circa 6 metri da me ho notato un debole riflesso provenire dal bordo strada, così ho acceso la luce a led che avevo fissato sulla macchinetta fotografica e l'ho puntata verso quel bagliore: con grande stupore era proprio lui, il succiacapre. Per fotografarlo ho usato una torcia a led e un flash con la lente better beamer”, ha chiosato il fotografo naturalista, non celando l'entusiasmo per l'incontro con un animale così elusivo e difficile da vedere.

La biologa Gabriella Motta ci ha raccontato che in primavera, a maggio, ne incontra diversi esemplari in migrazione in mare aperto, innanzi alla costa della Liguria. Alcuni li ha avvistati anche a 10 miglia nautiche dalla costa, mentre procedevano verso la terraferma. Qui di seguito una spettacolare fotografia fatta durante un'escursione di whale watching.

Succiacapre in migrazione. Credit: Gabriela Motta
Succiacapre in migrazione. Credit: Gabriela Motta

Talvolta è possibile riconoscere i succiacapre dal richiamo, un peculiare “uuuuuurrrrrrrr” “ruuuuuurrrrr” molto prolungato, come specificato dalla Guida degli Uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente di Lars Svensson. Giacomo Salomone ci ha detto che lo ha trovato molto simile al gracidio di una ranocchia.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

Oltre che per il piumaggio spettacolare, come si evince da queste bellissime immagini, il succiacapre si riconosce anche per la testa di dimensioni generose, gli occhi molto grandi e scuri – che permettono un'ottima visione notturna – e la presenza di piccoli ciuffi di “baffi” attorno al becco piatto e ampio, ideale per la cattura di grandi insetti in volo. Anche queste filopiume giocano un ruolo importante nella predazione.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

Il succiacapre è un animale magnifico e poterne ammirare uno è un vero privilegio, soprattutto in questo mese dell'anno, considerando che gli esemplari presenti in Italia stanno ripartendo verso l'Africa subsahariana dove sverneranno. Torneranno nel Bel Paese – e nel resto d'Europa – la prossima primavera, per la migrazione riproduttiva.

Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone
Succiacapre. Credit: Giacomo Salomone

La Lipu indica che in Italia sono presenti tra le 10.000 e le 30.000 coppie, con un trend purtroppo in declino rispetto al passato. Da noi si trova fino al 10-11 percento dell'intera popolazione europea, che a sua volta rappresenta circa la metà di quella globale. Tra le ragioni del calo dei succiacapre vi sono principalmente i cambiamenti nelle pratiche agricole, la distruzione degli habitat che predilige (fatto di aree boschive semi aperte) e l'uso intensivo di pesticidi, che ha avuto effetti catastrofici su molte specie di uccelli che si nutrono di insetti. La specie è rigidamente protetta e non è cacciabile.

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