Le stufe a legna danneggiano la salute più di quanto pensi: i rischi nascosti della combustione

Le stufe a legna, sempre più diffuse nelle case come alternativa più economica per il riscaldamento, comportano rischi per la salute respiratoria, con impatti spesso sottovalutati. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’University College di Londra ha collegato l’uso delle stufe a legna a danni ai polmoni simili a quelli causati dal fumo di sigaretta, evidenziando l’urgenza di rivedere il loro impiego domestico.
Lo studio, presentato al Congresso dell’ European Respiratory Society (ERS) ad Amsterdam, ha monitorato la salute respiratoria di migliaia di persone per otto anni, riscontrando un peggioramento della funzionalità polmonare negli utilizzatori di stufe a legna rispetto ai non utilizzatori. “Ciò suggerisce un importante legame tra l’uso di combustibili solidi e il declino respiratorio” ha affermato la dottoressa Laura Horsfall, principal research fellow presso l’Institute of Health Informatics dell’University College di Londra, durante il suo intervento.
“Il nostro studio – ha sottolineato l’esperta – indica che alti livelli di particolato dovuti alla combustione domestica danneggiano i tessuti respiratori, causando infiammazioni simili a quelle provocate dal fumo di sigaretta”.
Stufe a legna e salute, l’impatto sui polmoni
L’uso domestico delle stufe a legna è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico da particolato fine (PM 2.5), una miscela di particelle microscopiche che può penetrare in profondità nei polmoni e danneggiare il sistema respiratorio.
“Sappiamo che bruciare legna in casa emette inquinanti atmosferici nocivi sia all'interno che all’esterno, compresi noti cancerogeni – ha precisato la dottoressa Horsfall – . Ciononostante, l’inquinamento atmosferico da questa fonte è cresciuto in maniera significativa negli ultimi anni, soprattutto in Europa, dove l’uso dei combustibili solidi per il riscaldamento è aumentato a causa della crisi energetica che ha fatto lievitare il prezzo dei combustibili fossili, come il gas metano”.
Questo incremento è stato particolarmente marcato nel Regno Unito, dove la combustione domestica di legna è quasi raddoppiata dal 2009, passando dal 10% dell’inverno 20204-2025 al 18% del 2021-2022. “Tuttavia, il legame con gli effetti sulla salute nei Paesi ad alto reddito non è ancora ben compreso e le aree residenziali con elevate emissioni sono difficili da identificare utilizzando le reti di monitoraggio della qualità dell’aria esistenti” ha sottolineato l’esperta.
Per cercare di colmare questa lacuna, i ricercatori dell’University College di Londra hanno utilizzato i dati sanitari di 11.000 persone coinvolte nell’English Longitudinal Study of Aging (ELSA), confrontandoli con l’uso di stufe a combustibile solido auto-riferito.
Nello specifico, per valutare la funzionalità polmonare dei partecipanti, i ricercatori hanno tenuto conto di un parametro chiamato FEV1 (Volume Espiratorio Forzato nel 1° secondo) che misura la quantità d'aria che una persona può espirare con forza nel primo secondo di un respiro.
Questo valore è stato valutato tre volte nell’arco di un periodo di otto anni, mostrando che la funzionalità polmonare “peggiorava più rapidamente tra gli utilizzatori di combustibili solidi rispetto ai non utilizzatori, anche dopo aver corretto per fattori socioeconomici e abitativi” hanno precisato gli studiosi. Questo impatto si è tradotto in un calo della capacità polmonare maggiore tra gli utilizzatori stufe a legna in casa, come ad esempio tra le persone tra 70 e 79 anni, il cui FEV1 è diminuito in media di 0,12 litri tra coloro che bruciavano combustibili solidi, rispetto a 0,07 litri misurato tra coloro che non erano esposti.
Questi risultati si aggiungono alle evidenze emerse da ricerche precedenti, che hanno dimostrato che l’uso di stufe a legna in casa è dannoso per la salute, suggerendo un collegamento con asma, BPCO e cancro ai polmoni. La dottoressa Horsfall e il suo team intendono ora approfondire le ricerche sulle persone che vivono in aree con un’alta concentrazione di stufe a legna o nelle loro vicinanze, per valutare l’aumento del rischio di problemi respiratori e ricoveri ospedalieri per patologie polmonari.