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Cambiamenti climatici

“Le ondate di calore estreme sono killer silenziosi”: l’allarme dell’Oms

Gli esperti indipendenti della Commissione Paneuropea su Clima e Salute (Pecch), dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno inviato una lettera aperta ai Paesi membri sugli effetti sulla salute degli eventi meteorologici estremi.
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"La Regione Europea sta sperimentando ondate di calore da record, sempre più frequenti, intense e letali. Non sono semplici disagi: sono killer silenziosi". Mentre l’Italia e una parte consistente dell’Europa è alle prese con una nuova ondata di calore record, la Commissione Paneuropea su Clima e Salute (Pecch), un gruppo consultivo indipendente dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), ha inviato una lettera aperta ai governi degli Stati membri in cui definisce senza giri di parole gli eventi meteorologici estremi "un'emergenza sanitaria, non solo climatica".

"Non si tratta più di una minaccia lontana o di un fastidio stagionale. È un’emergenza sanitaria pubblica che si sta sviluppando in tempo reale”, scrivono gli esperti della Pecch, a proposito degli eventi meteorologici estremi che sempre più spesso colpiscono Europa e Asia centrale. Il focus, nello specifico, è sull'impatto sanitario delle  ondate di calore estremo: dalla maggiore diffusione di malattie prima rare, all’aumento di mortalità per una lunga serie di eventi avversi, fino all’impatto sulla salute mentale.

Perché le ondate di calore sono un’emergenza sanitaria

Il legame tra clima e salute non è sempre evidente, ma è innegabile. “Non sono semplici disagi: sono killer silenziosi”, scrive la Commissione a proposito delle ondate di calore, che spiega come il loro impatto sia spesso nascosto nei registri delle morti dovute a eventi come “ictus, infarti o insufficienze respiratorie”. Secondo i dati citati nella lettera, la mortalità legata al caldo sarebbe aumentata del 30% negli ultimi 20 anni, ovvero più di 100.000 morti in 35 Paesi tra il 2022 e il 2023.

La crisi sanitaria dovuta alle ondate di calore è un’emergenza soprattutto – prosegue la lettera – per le categorie più a rischio, come anziani, bambini, persone con disabilità, chi vive in abitazioni svantaggiate e chi lavora per ore all’aperto.

L’impatto indiretto

L’impatto sanitario del caldo estremo non si limita agli effetti immediati sulla salute delle persone, ma agisce – sottolinea la Commissione Pecch – sulla salute pubblica in più modalità. Nella lettera vengono citate le conseguenze sulla salute mentale delle persone, e quindi sulla loro produttività, l’aumento del carico delle bollette e l’aumento del peso a carico degli ospedali.

I rischi per la diffusione delle malattie infettive

Inoltre, come già aveva messo in luce un rapporto dell’Oms pubblicato a giugno, le ondate di calore aumentano il rischio di diffusione delle malattie infettive. Nello specifico, i rischi per i Paesi europei sono stati evidenziati da tempo anche dalle stesse autorità europee: ad esempio, una relazione dell’European Environment Agency di giugno 2023 spiegava come il cambiamento climatico probabilmente avrebbe spinto le malattie infettive sensibili al clima sempre più a Nord, anche in Paesi in cui finora sono state considerate rare.

Nella lettera aperta la Pecch riassume questo scenario allarmante in un dato piuttosto emblematico: nello Spazio economico europeo tra il 2022 e il 2024 i casi di dengue autoctona, trasmessa dalle zanzare infette, sono aumentati del 368%. In questi giorni, anche in Lombardia, sono stati segnalati cinque casi sospetti a Monza e in Brianza.

Per tutti questi motivi la Commissione chiede ai governi dei Paesi membri di investire nelle soluzioni climatiche “che sono anche soluzioni sanitarie”: tra le più significative e urgenti, la riduzione delle emissioni di gas serra e quindi dell’inquinamento atmosferico, ma anche la necessità di aumentare gli spazi verdi urbani e la creazione di nuovi indicatori di crescita che non tengano solo conto della ricchezza economica di un Paese: "Occorre – ribadiscono – cambiare il modo in cui misuriamo il progresso. Il PIL non considera la salute delle persone o degli ecosistemi".

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