Le cucine a gas rilasciano biossido di azoto oltre la soglia di sicurezza dell’OMS: il nuovo studio

Le cucine a gas aumentano significativamente i livelli di biossido di azoto (NO2) nell’aria domestica, in molti casi portando l’esposizione sopra la soglia di sicurezza per la salute raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Lo mostra un nuovo studio pubblicato su PNAS Nexus a firma dei ricercatori della Stanford University, guidati dal professor Robert B. Jackson e l’esperto di qualità dell’aria Yannai Kashtan: combinando misurazioni interne, dati esterni e caratteristiche abitative negli Stati Uniti, i ricercatori stimano che, per le famiglie con fornelli a gas (metano o propano), il valore medio totale di NO2 raggiunga circa 10,1 ppbv (parti per miliardo in volume) – quasi il doppio rispetto alla soglia di sicurezza di 5,2 ppbv indicata dall’OMS. Per le famiglie con fornelli elettrici – che non rilasciano NO2 – la sola esposizione esterna osservata è di circa 8 ppbv.
Lo studio rappresenta la prima valutazione nazionale che integra esposizione indoor ed outdoor per il NO₂ e crea mappe per codice postale che mostrano dove l’inquinamento domestico supera i limiti di sicurezza a lungo termine. I ricercatori sottolineano che, mentre per la maggior parte dell’esposizione proviene ancora soprattutto da fonti esterne, come traffico, impianti di riscaldamento e centrali termoelettriche, per circa 22 milioni di americani la sola cottura a gas è sufficiente a superare i limiti OMS.
“Diamo per scontato che l’aria che respiriamo in casa sia sana – afferma Robert Jackson – . La nostra ricerca dimostra che se si utilizza una cucina a gas, spesso si respira in casa la stessa quantità di NO₂ che si respira da tutte le fonti esterne messe insieme”. Secondo Yannai Kashtan, “è tempo di concentrarci su ciò che accade all’interno delle nostre case”. Per gli autori, la transizione verso tecnologie di cottura elettriche rappresenta una soluzione concreta per ridurre l’esposizione.
Cucine a gas, biossido di azoto e soglie OMS: i risultati dello studio
Lo studio su PNAS Nexus fornisce una mappatura geografica dettagliata dell’esposizione al NO₂ — sia indoor che outdoor — negli Stati Uniti, utilizzando un approccio integrato: misurazioni dirette in abitazioni, modelli di qualità dell’aria indoor, dati su 133 milioni di edifici residenziali e sondaggi sul comportamento delle famiglie.
In questo modo, i ricercatori sono riusciti a stimare esposizioni a lungo e breve termine, attribuendo le varie porzioni di inquinamento alle fonti esterne (traffico, centrali, ecc.) o alla combustione domestica.
I risultati principali evidenziano che, per gli utenti di cucine a gas:
- l’esposizione media totale a NO₂ è pari a circa 10,1 ppbv, di cui 2,4 ppbv attribuibili direttamente alla cucina a gas.
- il contributo medio da fonti esterne risulta circa 7,7 ppbv, se si considerano famiglie con uso intensivo dei fornelli, l’esposizione cumulativa può superare abbondantemente la soglia di sicurezza OMS.
- Lo studio usa come riferimento la soglia annuale a lungo termine dell’OMS per il NO₂ (equivalente a circa 10 µg/m³, corrispondenti a 5,2 ppbv) per valutare il rischio. Molte famiglie, specialmente in abitazioni piccole o con uso frequente della cottura a gas, mostrano esposizioni che superano questa soglia quando si somma l’apporto indoor e outdoor.
Secondo le simulazioni, sostituire i fornelli a gas con quelli elettrici ridurrebbe l’esposizione agli ossidi di azoto di oltre un quarto in media e di circa la metà per gli utilizzatori più assidui.
NO2 in casa: rischi per la salute e cosa si può fare
Il biossido di azoto (NO2) è un inquinante ben studiato: l’esposizione prolungata, anche a concentrazioni relativamente basse, è associata a effetti avversi su salute respiratoria e cardiovascolare, aggravamento di malattie croniche come l’asma e aumentato rischio di infezioni polmonari. Diversi studi sperimentali (in vitro e su animali) hanno mostrato che l’NO2 può causare infiammazione delle vie aeree, alterazioni della difesa immunitaria polmonare, cambiamenti nella struttura e funzione dei tessuti respiratori.
Negli esseri umani, esposizioni acute a concentrazioni elevate di NO2 sono correlate a irritazione delle vie respiratorie, tosse, respiro sibilante, peggioramento di patologie come asma e broncopneumopatia cronica, e aumentato ricorso a cure ospedaliere. Esposizioni croniche, anche se modeste, possono contribuire all’insorgenza o peggioramento di malattie respiratorie, aumentare la vulnerabilità a infezioni e, secondo alcune evidenze, influenzare altri aspetti della salute (sviluppo fetale, salute cardiaca).
Questo quadro rende urgente considerare l’aria domestica come un fattore di rischio reale, non trascurabile — in particolare per gruppi vulnerabili come bambini, anziani, persone con malattie respiratorie o cardiovascolari.
Cosa di può fare? Per ridurre l’esposizione domestica al NO2, gli esperti indicano alcuni interventi concreti e complementari. La strategia più efficace è il passaggio a tecnologie di cottura elettriche o a induzione, che eliminano del tutto le emissioni di ossidi di azoto. Anche la ventilazione svolge un ruolo essenziale: utilizzare una cappa aspirante correttamente funzionante, arieggiare gli ambienti durante e dopo la cottura e favorire un adeguato ricambio d’aria può diminuire in modo rilevante i livelli di inquinanti.
A ciò si aggiunge l’importanza di informare le famiglie — in particolare quelle con bambini, anziani o persone con patologie respiratorie — sui benefici di una buona qualità dell’aria indoor, affinché possano adottare scelte consapevoli. Infine, gli autori sottolineano il valore di politiche pubbliche mirate, come incentivi economici e programmi di sostituzione degli apparecchi, soprattutto nei contesti più vulnerabili, dove la transizione verso cucine più pulite può avere un impatto immediato e significativo sulla salute.