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Oggetto interstellare 3I/ATLAS

L’anti-coda di 3I/ATLAS è immensa, Avi Loeb: “Mai vista così in una cometa, possibile getto di un motore”

Le ultime immagini dell’oggetto interstellare mostrano un’anti-coda di 500.000 chilometri, più grande della distanza tra la Terra e la Luna. Il professor Avi Loeb sottolinea che un’anti-coda così grande non è mai stata osservata prima in una cometa, suggerendo nuovamente che possa trattarsi del getto del motore di un’astronave.
A cura di Andrea Centini
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3I/ATLAS in falsi colori. Credit: Teerasak Thaluang
3I/ATLAS in falsi colori. Credit: Teerasak Thaluang
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Le ultime immagini dell'oggetto interstellare 3I/ATLAS mostrano che le dimensioni della sua anti-coda sono immense, ovvero ben mezzo milione di chilometri. Come indicato dal professor Avi Loeb, docente presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, un'estensione del genere non era mai stata osservata prima nelle comete che attraversano abitualmente il Sistema solare. Alla luce di questa anomalia, nel suo ultimo articolo pubblicato su Medium lo scienziato israeliano naturalizzato statunitense è tornato a suggerire l'ipotesi alternativa del getto di un propulsore tecnologico, il motore di un'astronave.

Ricordiamo che l'anti-coda di una cometa è una coda che punta nella direzione del Sole, opposta a quella delle "classiche" code di polveri e ioni spinte dalla pressione della radiazione solare (nello spazio non c'è atmosfera). In genere si tratta di un'illusione prospettica che si verifica quando una cometa si avvicina alla Terra (la coda non è una scia, ma si apre a ventaglio alle spalle del nucleo), tuttavia in alcuni rari casi, come sottolineato dal dottor Michael Busch della National Science Foundation (NSF), le anti-code possono essere reali, generate dalla rotazione del nucleo.

Ma nel caso di 3I/ATLAS l'anti-coda è visibile sin dal mese di luglio 2025 (quello della scoperta) ed è stata mantenuta durante il suo viaggio, passando da 500 milioni a 270 milioni di chilometri di distanza dalla Terra nell'arco di cinque mesi. La stragrande maggioranza dei fisici e degli astronomi evidenzia che le anomalie di 3I/ATLAS sono essenzialmente legate al fatto che è una cometa che viaggia a velocità mostruose e che è rimasta per lunghissimo tempo nello spazio interstellare, dunque tutte spiegabili come fenomeni assolutamente naturali, mentre il professor Loeb continua a sottolineare l'importanza di non scartare a priori l'ipotesi dell'astronave aliena, innanzi alle peculiarità dell'oggetto.

Nel suo ultimo articolo, lo scienziato dell'Università di Harvard evidenzia che nelle immagini di 3I/ATLAS scattate il 13 e il 14 dicembre si osserva bene l'anti-coda “che si estende per mezzo milione di chilometri dal nucleo di 3I/ATLAS verso il Sole”. Per fare un paragone, il professor Loeb sottolinea che è più della distanza media che separa la Terra dalla Luna, ovvero 384.000 chilometri, aggiungendo che “un'anti-coda di queste dimensioni non era mai stata osservata prima per una cometa.” Un dettaglio significativo risiede nel fatto che queste dimensioni, rilevate 45 giorni dopo il passaggio al perielio, avvenuto alla fine di ottobre, il materiale presente nell'anti-coda deve essere “sparato” verso il Sole a una velocità di 130 metri al secondo (rispetto al nucleo), ovvero circa 470 chilometri orari. È poco meno della velocità massima di una Bugatti Chiron Super Sport 300+ lanciata in pista  (nel 2019 sul tracciato di Ehra-Lessien in Germaniaha ha raggiunto la velocità di 490 chilometri orari).

Il professor Loeb evidenzia che va compreso se questa velocità “possa essere mantenuta dalla polvere sublimata o dal gas proveniente da sacche di ghiaccio esposte al vento solare e alla pressione della radiazione solare”, con chiaro riferimento all'ipotesi accreditata dalla comunità scientifica della cometa naturale. I getti non sarebbero altro che il risultato del riscaldamento solare, in grado di innescare un significativo degassamento dell'oggetto interstellare. Lo scienziato tuttavia tiene sempre sul tavolo l'ipotesi alternativa dell'astronave, suggerendo che l'anti-coda possa essere il getto di un propulsore tecnologico. In un precedente articolo aveva sottolineato che le analisi spettroscopiche condotte sui getti di 3I/ATLAS riusciranno a determinare la loro origine, se di tipo artificiale o naturale. Ricordiamo che il visitatore interstellare il 19 dicembre raggiungerà la minima distanza dalla Terra, a circa 269 milioni di chilometri.

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