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La Terra sarebbe ancora più abitabile se Giove avesse un’orbita leggermente diversa

La Terra è l’unico pianeta abitabile che conosciamo, ma potrebbe esserlo ancora di più se l’orbita di Giove diventasse più ovale (eccentrica). Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Le dimensioni della Terra e di Giove a confronto. Credit: NASA
Le dimensioni della Terra e di Giove a confronto. Credit: NASA

La Terra, l'unico pianeta dell'Universo a noi noto in grado di ospitare la vita, potrebbe essere ancora più abitabile se Giove cambiasse di un poco la sua orbita. Basterebbe infatti che il gigante gassoso del Sistema solare acquisisse un'orbita più eccentrica (ovvero più ovale) di quella attuale, che è praticamente circolare, per rendere a sua volta quella della Terra più eccentrica. Questa modifica permetterebbe di riscaldare aree del pianeta che ora si trovano sotto zero, aumentando di conseguenza il range di territorio occupabile da forme di vita. Il termine abitabile ovviamente non collima con quello di “gradevole” e “vivibile” per noi e molte altre specie, dato che il riscaldamento della Terra catalizzato dai cambiamenti climatici sta comportando problematiche potenzialmente catastrofiche per la nostra salute e gli equilibri ecologici.

A determinare che una leggera modifica dell'orbita di Giove renderebbe la Terra più abitabile è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi dell'Università della California di Riverside, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi australiani del Centro per l'Astrofisica dell'Università del Queensland Meridionale e del Centro Australiano per l'Astrobiologia dell'Università del Nuovo Galles del Sud (UNSW) di Sydney. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Pam Vervoort, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie dell'ateneo californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto varie simulazioni con un modello di Sistema Solare alternativo, con orbite di Giove diverse da quella attuale. Il gigante gassoso ha una massa 2,5 volte maggiore della somma delle masse di tutti gli altri pianeti del sistema, pertanto determina un'influenza gravitazionale significativa sulle loro orbite.

Simulazione delle orbite più o meno eccentriche di pianeti attorno a un'ipotetica stella. Credit: NASA-JPL/Caltech
Simulazione delle orbite più o meno eccentriche di pianeti attorno a un'ipotetica stella. Credit: NASA-JPL/Caltech

In base ai vari calcoli i ricercatori hanno dimostrato che se Giove dovesse avvicinarsi al Sole la Terra verrebbe influenzata negativamente in termini di abitabilità, poiché altererebbe l'inclinazione dell'asse terrestre, il fattore principale alla base della stagionalità. In parole semplici, avremmo stagioni molto più estreme e una riduzione dell'abitabilità. Ad esempio, con una forte inclinazione il ghiaccio marino invernale arriverebbe a occupare una porzione della Terra quattro volte superiore di quella attuale, con un impatto enorme sugli equilibri ecosistemici. Ma se la posizione di Giove venisse mantenuta e cambiasse solo la sua orbita, diventando più eccentrica, come indicato la parte più fredda della Terra verrebbe in parte riscaldata, aumentando la porzione di terre emerse abitabile per le forme di vita. “Se la posizione di Giove rimanesse la stessa, ma la forma della sua orbita cambiasse, potrebbe effettivamente aumentare l'abitabilità di questo pianeta”, ha dichiarato la professoressa Vervoort in un comunicato stampa.

Esempio di zona abitabile. Credit: NASA-JPL/Caltech
Esempio di zona abitabile. Credit: NASA-JPL/Caltech

Questi calcoli sono molto preziosi non solo per capire cosa accadrebbe alla Terra in caso di variazioni nell'orbita di Giove, che sono possibili, ma anche per determinare quali sono i pianeti extrasolari (esopianeti) effettivamente interessanti per determinare quanto e come siano abitabili. Il parametro principale di cui tengono conto gli scienziati è la distanza dalla stella, che non deve essere troppo grande (pena un pianeta ghiacciato) o troppo ravvicinata (che comporta un pianeta infernale). La distanza “giusta”, chiamata zona abitabile o di Goldilocks, è considerata quella in cui l'acqua può essere ospitata nella forma liquida sulla superficie dell'esopianeta. Come spiegato dal nuovo studio, anche l'influenza orbitale di pianeti gassosi giganti in un dato sistema e l'inclinazione dell'asse di rotazione influenzano l'abitabilità, pertanto nei futuri modelli si dovrà tener conto anche di questi parametri. A maggior ragione adesso che abbiamo un "super telescopio" (il James Webb) in grado di caratterizzare meglio le atmosfere dei mondi alieni. I dettagli della ricerca “System Architecture and Planetary Obliquity: Implications for Long-term Habitability” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata The Astronomical Journal.

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