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La prossima scatola che usi potrebbe essere fatta solo di cipolle: il brevetto di due imprenditrici

Un’imprenditrice olandese ha sviluppato un metodo per ricavare cellulosa dalle bucce di cipolle e utilizzarla come materiale grezzo per imballaggi domestici compostabili ed ecologici. Obiettivo finale: ridurre i rifiuti da imballaggi, soprattutto quelli in plastica.
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HUID | Il prototipo degli imballaggi fatti con le bucce delle cipolle
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Quasi tutte le cucine del mondo hanno un ingrediente in comune: la cipolla. Partendo da questo dato di fatto, una giovane imprenditrice olandese ha avuto un'idea per ridurre uno dei problemi più urgenti per il futuro del Pianeta, la produzione incontrollata di rifiuti. Tanto per citare un dato: secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) nel 2023 nel mondo sono state produrre 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti urbani (quelli totali sono ancora di più, si stima quasi 4 miliardi totali).

Unendo questi due dati, la trentenne Renuka Ramanujam ha fondato la start up Huid. In olandese questa parola significa letteralmente "pelle" e la scelta del nome non è affatto casuale: l'obiettivo dell'imprenditrice è infatti quello di utilizzare le bucce di cipolla come materiale grezzo per produrre imballaggi compostabili domestici.

Il problema dei rifiuti da imballaggi

Il sogno di Ramanujam è sostituire, o almeno ridurre, le confezioni e gli imballaggi in plastica, che oggi rappresentano un'importante percentuale dei rifiuti prodotti nei Paesi Occidentali. Secondo i dati Eurostat, solo nel 2021 ogni cittadino europeo ha buttato via 188 kg di rifiuti da imballaggio. Questi costituiscono un terzo di tutti i rifiuti solidi urbani.

Come fare? Insieme alla collaboratrice, ora direttrice scientifica dell'azienda, Marie Rapin, Ramanujam ha sviluppato un metodo per estrarre cellulosa dalle bucce di cipolla. Questa viene poi combinata con un mix di biopolimeri (polimeri da fonti naturali), in modo tale da ottenere materiali che potranno essere impiegati come imballaggi.

Perché proprio le cipolle

Per il momento, Ramanujam e Rapin sono ancora a lavoro su un prodotto simile al cartone e uno che riproduce le caratteristiche della pellicola trasparente, ma l'anno prossimo sperano di lanciare sul mercato una carta derivata completamente dalle bucce della cipolla. In questo modo – spiegano – sperano di salvare quanti più alberi possibile, fondamentali per l'ecosistema. Il punto è infatti utilizzare un materiale di scarto che non abbia nessun valore e che continuerà a essere prodotto in grandi quantità. Per questo la scelta è ricaduta sulle cipolle.

Inoltre, secondo le imprenditrici – si legge sul loro sito – il fatto che le bucce di cipolla possiedano proprietà antimicrobiche potrebbe far sì che anche gli imballaggi conservino in parte queste proprietà, contribuendo a conservare più a lungo il cibo che conteranno.

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