video suggerito
video suggerito

La melma blu più ostile della Terra sorprende gli scienziati: segni di vita vicino alla Fossa delle Marianne

Un team di scienziati ha rilevato firme biologiche nella melma blu di due vulcani oceanici vicini alla Fossa delle Marianne: evidenze di vita microbica estrema.
A cura di Valeria Aiello
0 CONDIVISIONI
La melba blu raccolta nelle profondità dei vulcani del bacino di subduzione vicino alla Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico / Credit: Marum
La melba blu raccolta nelle profondità dei vulcani del bacino di subduzione vicino alla Fossa delle Marianne, nell’Oceano Pacifico / Credit: Marum

Una misteriosa melma blu, raccolta nelle profondità di due vulcani oceanici vicini alla Fossa delle Marianne, si è rivelata un habitat sorprendentemente vivo. Recuperata dagli scienziati a bordo della nave da ricerca RV Sonne, questa sostanza densa e povera di nutrienti ha catturato l’attenzione per il suo colore intenso e le proprietà chimiche estreme, come un pH pari a 12, tra i più alti mai registrati in un ecosistema naturale.

Un fango così alcalino causerebbe ustioni cutanee a chiunque al contatto, eppure gli scienziati hanno rilevato firme biologiche al suo interno, indicando la presenza di forme di vita microbiche capaci di adattarsi a uno degli ambienti più ostili della Terra.

Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth & Enviroment di Nature i ricercatori hanno analizzato i biomarcatori lipidici, le molecole di grasso presenti nei campioni, per scoprire come questi minuscoli organismi potessero resistere a pressioni estreme, salinità elevata, livelli di pH iperalcalini e disponibilità di nutrienti molto limitata. Questo perché, il rilevamento del DNA può risultare inefficace in presenza di un basso numero di cellule viventi.

Ma siamo stati in grado di rilevare i grassi – spiega il primo autore dello studio, il dottorando Palash Kumawat del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Brema, in Germania – . Con l’aiuto di questi biomarcatori siamo riusciti ad ottenere informazioni sulle loro strategie di sopravvivenza”.

Microbi estremi nella melma blu più ostile della Terra

Nel fango blu estratto dai vulcani del bacino di subduzione vicino alla Fossa delle Marianne, i ricercatori hanno trovato evidenze di vita microbica estrema. Per sopravvivere, questi microrganismi ricavano energia dai minerali presenti nelle rocce serpentinitiche circostanti e da gas, come l’anidride carbonica e l’idrogeno, producendo metano. “Questi processi avvengono indipendentemente dall'oceano sovrastanteprecisano gli autori dello studio.

L’analisi dei biomarcatori lipidici ha anche permesso agli scienziati di distinguere tra comunità vive o recentemente morte e geomolecole fossili, offrendo indizi sull’età di queste popolazioni microbiche. Come spiega il dottor Palash Kumawat: “Questa distinzione è cruciale quando si lavora in ambienti con biomassa molto bassa e nutrienti scarsi”.

È sorprendente constatare che la vita possa esistere in condizioni estreme, con pH elevato e bassissime concentrazioni di carbonio organico – ha aggiunto la dott.ssa Florence Schubotz, geochimica organica presso il MARUM – Centro per le Scienze Ambientali Marine dell’Università di Brema e co-autrice dello studio – . Finora, la presenza di microrganismi produttori di metano in questo sistema era solo ipotizzata. Ora abbiamo conferme dirette e informazioni uniche su un habitat microbico che potrebbe assomigliare a quello in cui la vita primordiale ha avuto origine”.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views