video suggerito
video suggerito

“La gente ha dubbi sui vaccini, e Salvini ne approfitta”: l’infettivologo stronca lo stop all’obbligo

L’infettivologo e professore Ivan Gentile a Fanpage.it: “Rilanciare l’ipotesi di abolire l’obbligo vaccinale crea incertezze dove non ci sono: si fa leva sulla scelta individuale, un concetto che in medicina non funziona”.
Intervista al prof. Ivan Gentile
Infettivologo, docente ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Napoli Federico II e membro del direttivo della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT)
A cura di Valeria Aiello
0 CONDIVISIONI
L’infettivologo Ivan Gentile dell’Università di Napoli Federico II chiarisce le ragioni dietro l’obbligo vaccinale in Italia
L’infettivologo Ivan Gentile dell’Università di Napoli Federico II chiarisce le ragioni dietro l’obbligo vaccinale in Italia

L’ipotesi rilanciata dal ministro Matteo Salvini di abolire l’obbligo vaccinaleriaccende i dubbi e crea ancora più incertezze dove non ci sono”: va subito alla radice del problema il professor Ivan Gentile, infettivologo ed esponente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), che a Fanpage.it ha fatto il punto sulla polemica scaturita con l’azzeramento del Nitag per la presenza di membri considerati scettici sull’obbligo vaccinale.

La gente – evidenzia l’esperto dell’Università di Napoli Federico II – ha dubbi sui vaccini, e il ministro Salvini si inserisce nel dibattito. Quando parla di sospendere l’obbligo vaccinale, fa leva sull’idea di una possibile scelta individuale: una posizione che, dal punto di vista strettamente politico, forse può avere un senso, ma che in medicina non funziona”.

Perché? Cosa implica?
La questione dell’obbligo vaccinale è qualcosa difficile da digerire, perché ciascuno di noi è portato a pensare di poter fare ciò che vuole del proprio corpo.

Questo principio va però contestualizzato all’interno della comunità in cui viviamo, soprattutto quando si parla dei vaccini, che sono lo strumento che ci permette di proteggere non solo il singolo, ma anche i fragili e quindi l’intero sistema sanitario: la vaccinazione è infatti un vantaggio per la singola persona, che non contrae malattie gravi e potenzialmente letali, ma è anche una tutela per le persone che non si possono vaccinare, oltre ad essere un risparmio in termini di risorse umane ed economiche per tutto il nostro fragile sistema sanitario.

Per i fragili, come i soggetti immunodepressi, che non possono ad esempio fare il vaccino contro il morbillo, la protezione è legata alla soglia di immunità nella popolazione, la cosiddetta immunità di gregge di cui avrà sicuramente sentito parlare durante la pandemia di Covid. Nel caso del morbillo, il superamento di una copertura vaccinale del 95% assicura che l’infezione non circoli nella popolazione, con pertanto un chiaro vantaggio per l’intero sistema sanitario.

È però anche vero che in altri Paesi europei la vaccinazione non è obbligatoria? Perché in Italia non è così?
In Italia, purtroppo, abbiamo un problema culturale, che i numeri ci mostrano chiaramente, indicando come le coperture vaccinali siano aumentate solo dopo l’introduzione dell’obbligo. In altre parole, non abbiamo una cultura sufficiente a gestire un vaccino raccomandato. Per raggiungere certi livelli di protezione nella popolazione, nel nostro Paese è necessario che i vaccini siano obbligatori.

Questo può però instillare dubbi pericolosi…
Purtroppo è così, perché basta una parola fuori posto per fare perdere fiducia nella scienza. Nei confronti dei vaccini, da un lato c’è la diffidenza, che è un sentimento del tutto comprensibile e che non dobbiamo stigmatizzare, ma dall’altro ci sono i problemi di comunicazione, specialmente in un periodo come questo, in cui scontiamo la stanchezza post-Covid.

Generare altri dubbi in questa situazione finirebbe per amplificare ancora di più lo scetticismo. Se solo si ragionasse…

In che senso?
Basterebbe pensare che i vaccini obbligatori sono formulazioni in uso da decenni, che hanno una storia di efficacia e sicurezza consolidata, nonché un impatto particolarmente importante in termini di sanità pubblica. E invece, la mente umana è abituata a pensare ai rischi di oggi invece che ai benefici di domani… a pensare agli effetti collaterali dei vaccini, che sono infinitesimali rispetto ai rischi che si corrono quando non si è vaccinati. Senza considerare che con la vaccinazione si evita non solo di contrarre quella specifica malattia, ma si scongiurano anche le conseguenze della malattia stessa, incluso l’uso di farmaci che, in alcuni casi, possono essere anche molto dannosi.

E invece?
E invece ci sono i no-vax, che sono una minoranza, anche se molto rumorosa, e soprattutto c’è una grossa quota di esitanti, cioè di persone indecise, che non è facile convincere dicendo semplicemente ‘vaccinatevi perché è obbligatorio’.

A loro bisogna parlare con chiarezza, spiegando benefici, dati e sicurezza dei vaccini.

Questa operazione è però una strategia a lungo termine, con il rischio che nel frattempo si crei confusione tra le evidenze scientifiche e opinioni personali, a volte anche sbagliate, come quelle tornate a circolare in questi giorni, sulla presunta inadeguatezza di misure come l’obbligo vaccinale. Perché pensare di abolire l’obbligo – cosa che, personalmente, credo non accadrà – sarebbe un ulteriore passo falso, una misura errata, tecnicamente e mediaticamente, che porterebbe ancora più caos e ci farebbe tornare indietro più di quanto non fossimo prima dell’introduzione della legge.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views