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La coda di 3I/ATLAS ora punta nella direzione opposta: cos’è successo

Le osservazioni condotte con il Nordic Optical Telescope installato alle Canarie hanno mostrato che la coda di 3I/ATLAS adesso punta nella direzione opposta rispetto al Sole, mentre a luglio e ad agosto risultava essere una anti-coda rivolta verso la stella. Cosa è successo.
A cura di Andrea Centini
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L’evoluzione della coda di 3I/ATLAS. Credit: Jewitt / Luu / arXiv
L’evoluzione della coda di 3I/ATLAS. Credit: Jewitt / Luu / arXiv

Le osservazioni dell'oggetto interstellare 3I/ATLAS condotte con vari strumenti – come il Telescopio Spaziale Hubble – tra luglio e agosto hanno mostrato che l'oggetto aveva un'anomala anti-coda, cioè una coda rivolta verso il Sole e non nella direzione opposta, come normalmente accade. Nuove indagini effettuate a settembre con il Nordic Optical Telescope (NOT), un riflettore Ritchey-Chrétien da 2,56 metri installato presso l'Osservatorio del Roque de los Muchachos sull’isola di La Palma (Canarie, Spagna), hanno rilevato che la coda di 3I/ATAS a settembre ha cambiato direzione: ora è rivolta nella direzione opposta rispetto al Sole.

Le anti-code sono rare, ma non così eccezionali nelle comete, come mostra anche il caso della cosiddetta “cometa del secolo” C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), che diede spettacolo nell'autunno dello scorso anno. Le anti-code, nella stragrande maggioranza dei casi, sono fenomeni ottici e prospettici, dovuti al fatto che la scia di polveri e detriti rilasciata dalle comete si apre a ventaglio alle spalle del nucleo. In base alla posizione relativa della cometa rispetto alla Terra e al Sole, potremmo vedere questa scia che si apre in avanti e indietro attorno al nucleo, ma è appunto un fenomeno ottico. In talune circostanze, tuttavia, le comete possono sviluppare delle vere anti-code, con il materiale rilasciato che si posiziona effettivamente davanti al nucleo e in direzione della stella. È un fenomeno molto raro che si verifica solo in determinate condizioni, ad esempio a causa della rotazione del nucleo.

Ricordiamo che nello spazio non c'è atmosfera, pertanto le code originano a causa della pressione di radiazione e del vento solare che spingono i materiali rilasciati dal degassamento (innescato dal riscaldamento indotto dal Sole) alle spalle dei nuclei cometari. Nel caso di 3I/ATLAS, secondo gli esperti ciò che abbiamo osservato a luglio e ad agosto era una vera anticoda e non un fenomeno ottico. Come spiegato su BueSky dal dottor Michael Busch, ricercatore in astronomia e astrofisica presso la National Science Foundation, “con un nucleo cometario rotante, il materiale espulso da un punto può staccarsi con una velocità eliocentrica che lo pone davanti o dietro il nucleo, indipendentemente dal lato da cui parte”. “La polvere di piccole dimensioni e il gas espulso – prosegue lo scienziato citato da IFLScience – vengono spinti fuori dalla pressione di radiazione e dal vento solare. Ma i pezzi più grandi di materiale espulso si diffondono lungo l'orbita, sia davanti che dietro il nucleo. Per le comete del sistema solare, questo alla fine dà origine a una scia di meteoroidi che percorre l'intera orbita”.

Gli scienziati David Jewitt e Jane Luu, autori delle osservazioni con il telescopio installato alle Canarie, nell'abstract del nuovo studio indicano che la comparsa della coda di 3I/ATLAS a settembre è attribuibile a una lenta espulsione delle particelle di polvere “otticamente dominanti” – a una velocità di 5 metri al secondo – e alla loro “conseguente lenta risposta alla pressione della radiazione solare”. Di fatto non ci sarebbe nulla di anomalo, ma solo una dinamica di rilascio dei detriti peculiare. Del resto l'oggetto interstellare ha miliardi di anni e secondo un recente studio per decine di milioni di anni non si è mai avvicinato così tanto a una stella come sta facendo col Sole, per questo è stata paragonata a una sorta di capsula del tempo esposta allo spazio profondo per un periodo enorme. Secondo gli esperti l'oggetto custodisce i segreti del remoto sistema stellare in cui è originata, nel disco sottile della Via Lattea.

L'astronomo e fisico israeliano Abraham Avi Loeb, come di consueto, ha colto il cambio di direzione della coda come un altro possibile segno della natura tecnologica di 3I/ATLAS. Da diverso tempo sostiene infatti che potrebbe essere un'astronave madre aliena. “Il mio collega Adam Hibberd – spiega Loeb su Medium – ha sottolineato che se l'oggetto fosse un'astronave aliena in rallentamento e l'anti-coda fosse il getto di un propulsore, allora questo passaggio da anti-coda a coda sarebbe del tutto prevedibile in prossimità del perielio (che sarà raggiunto il 29 ottobre NDR). In tal caso, la transizione costituirebbe una tecnofirma sotto forma di un fenomeno inaspettato indicativo di una manovra controllata, probabilmente con l'intenzione di raggiungere un'orbita eliocentrica vincolata tra le orbite di Marte e Giove”.

L'oggetto interstellare è appena entrato in congiunzione col Sole e per alcune settimane resterà invisibile ai telescopi terrestri. Per Avi Loeb questo sarebbe il momento propizio per 3I/ATLAS, se fosse un'astronave aliena, di rilasciare mini-sonde verso i pianeti del Sistema solare, sfruttando una manovra di Oberth al perielio. Si tratta chiaramente solo di ipotesi (molto) fantasiose e criticate; la maggior parte degli esperti sostiene che l'oggetto interstellare 3I/ATLAS non sia altro che una cometa aliena, con peculiarità dovute al fatto che proviene da un remoto sistema stellare e che ha viaggiato per miliardi di anni. I dettagli della ricerca “Pre-perihelion Development of Interstellar Comet 3I/ATLAS”, non ancora sottoposti a revisione paritaria, sono stati pubblicati su ArXiv.

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