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Iniziata la caccia a Zanna di Riso, l’elefante che ha ucciso almeno 10 persone (ma non è colpa sua)

Domenica 26 marzo una squadra composta da decine di persone proverà a catturare l’elefante indiano “Zanna di Riso”, autore di continue razzie e aggressioni mortali nel Kerala. Ma il pachiderma non ha colpe.
A cura di Andrea Centini
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Un elefante indiano
Un elefante indiano

Questo fine settimana una squadra composta da decine di veterinari, guardie forestali e altri esperti tenterà la cattura di un elefante indiano (Elephas maximus) ritenuto eccezionalmente problematico. A questo esemplare, infatti, le autorità hanno attribuito la morte di almeno dieci persone – uccise dopo essere state calpestate – e la distruzione di una sessantina tra negozi e abitazioni private, come riportato dal quotidiano britannico Guardian. È stato soprannominato Arikompan, letteralmente “Zanna di Riso”, trattandosi di uno degli alimenti che predilige e che lo spinge a fare razzie negli esercizi commerciali e nelle case scatenando il terrore tra gli abitanti del Kerala, uno Stato dell'India meridionale affacciato sull'Oceano Indiano.

Zanna di Riso ha 30 anni e ormai, secondo le autorità locali, ha ampiamente superato la “linea rossa” della tollerabilità, a causa delle incessanti scorribande tra bancarelle di zucchero, riso, grano e altri cereali destinati alla popolazione delle aree di Santhanpara e Chinnakanal panchayat. Tra i suoi bersagli principali vi sono le dispense che distribuiscono gratuitamente il cibo alla popolazione più povera, che non può permettersi nemmeno di comprare da mangiare. Solo nello scorso anno ha fatto irruzione per otto volte in un sistema di distribuzione pubblica (PDS) della regione, inoltre ha attaccato un camion che trasportava cereali, distruggendolo. Purtroppo, come specificato, in alcuni casi l'elefante non si è limitato a divorare le scorte di cibo, ma durante la frenesia alimentare ha anche ucciso diversi malcapitati sul suo percorso. Per tutte queste ragioni è stato deciso che non potrà più vivere liberamente nel luogo in cui è nato.

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Domenica, come indicato, una squadra di esperti proverà a catturarlo in una zona umida del distretto di Idukki, dove il pachiderma torna ogni due giorni per abbeverarsi e riposare placidamente nell'acqua. Come spiegato al Guardian dal capo spedizione Arun Radhakrishnan Sobhana, si proverà a tendergli una “trappola” in un'area pianeggiante, dove un tiratore scelto lo colpirà con un dardo tranquillante. L'effetto del farmaco sul bestione di 3.300 chilogrammi dovrebbe palesarsi in 45 minuti. A quel punto gli uomini proveranno a caricarlo su un camion con l'ausilio di altri quattro elefanti da traino, i kumki, che vengono regolarmente impiegati per la cattura di altri elefanti "problematici". L'intera operazione è considerata rischiosa perché chi interverrà non userà protezioni particolari e l'elefante è notoriamente “furioso”, per cui, come spiegato da Sobhana, l'unico modo per salvarsi in caso di problemi sarà darsela a gambe.

Come riportato da IndianExpress, l'Alta Corte del Kerala ha stabilito che l'elefante non dovrà essere messo in cattività, ma sarà munito di un radiocollare per monitorarne gli spostamenti e trasferito in una zona remota di una foresta, lontano dalle attività umane. La proposta iniziale era quella di portare l'elefante presso un centro di addestramento specifico a Kodanad e trasformarlo in un kumki – altri elefanti problematici hanno subito questa destino – , tuttavia, grazie anche all'intervento di alcune associazioni animaliste, si è deciso di evitare questa sorte per Zanna di Riso, fondamentalmente incolpevole. La deforestazione e l'urbanizzazione, infatti, stanno riducendo sempre più gli habitat naturali degli animali selvatici, che giocoforza si trovano sempre più a contatto con gli esseri umani.

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Gli elefanti sono animali estremamente intelligenti e se scoprono una fonte di cibo nutriente e “facile” – come le dispense di cui sopra – ovviamente continueranno a fare il possibile per raggiungerla. Lo stesso, del resto, accade anche con i cinghiali in Italia. Non c'è da stupirsi delle continue scorribande tra le viuzze dei villaggi costruiti nel cuore degli habitat di questi animali, in particolar modo da esemplari più intraprendenti. La speranza è che una volta trasferito Zanna di Riso torni ad alimentarsi solo da fonti naturali senza arrecare più danni alla popolazione.

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