Influenza, boom di bambini al pronto soccorso: aumento dei casi e prevenzione spiegati dal pediatra

L'influenza stagionale di quest'anno “è particolarmente robusta e impegnativa”, ha affermato ad Adnkronos Salute il professor Rino Agostiniani, Direttore dell'Area Pediatria e Neonatologia ASL Toscana Centro e Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP). Come di consueto la fascia d'età più colpita è quella dei bambini tra 0 e 4 anni; lo dimostrano i dati dell'ultimo bollettino di RespiVirNet, il sistema di sorveglianza integrata dei virus respiratori gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Nella settimana 50 (15 – 21 dicembre 2025), l'ultima presa in esame dal bollettino pubblicato il 29 dicembre, “l'incidenza totale delle infezioni respiratorie acute nella comunità” è risultata pari a 17,1 casi per 1.000 assistiti, in aumento rispetto alla settimana precedente in tutte le fasce d'età, ma dove nei bambini di 0-4 anni si registrano ben 50 casi ogni 1.000 assistiti.

Alla luce della significativa diffusione dei virus, in particolar modo della famigerata variante K del virus dell'influenza A(H3N2) – sottoclade K, non c'è da stupirsi per la costante ricerca di assistenza sanitaria da parte dei genitori dopo la comparsa di sintomi significativi nei figli. L'influenza “colpisce in particolare i bambini nella fascia 0-4 anni con febbre, tosse, dolori muscolari, malessere generale e talvolta anche disturbi gastrointestinali”, spiega il professor Agostiniani ad Adnkronos Salute, aggiungendo che per tale motivo si sta riscontrando "un boom di accessi nei pronto soccorso pediatrici degli ospedali."
A concorrere a questa accelerazione dei contagi e degli accessi ai pronto soccorso anche i contatti stretti in ambienti chiusi con “baci e abbracci” scambiati per gli auguri delle festività; i virus respiratori, com'è ampiamente noto, prosperano all'interno degli edifici con stanze poco areate dove si affollano più persone, inoltre vengono favoriti dalle basse temperature del periodo (il freddo riduce l'efficacia immunitaria, la capacità dell'organismo di proteggersi dai patogeni e spinge le persone ad aggregarsi in ambienti chiusi). Il picco dei contagi è atteso nelle prossime settimane, spinto anche dagli effetti delle feste entrate nel vivo: nella stagione influenzale 2023-2024, ad esempio, come mostra il grafico sottostante il picco si è registrato tra la settimana 52 (finale del 2023) e la 1 (iniziale 2024), mentre in quella 2024-2025, quando è stata meno virulenta, il picco c'è stato tra la quarta e la quinta settimana di gennaio 2025.

La Società Italiana di Pediatria (SIP) evidenzia che ogni inverno, in Italia, 1 bambino su 4 viene contagiato dal virus dell'influenza; oltre a manifestare i sopracitati sintomi, come febbre, malessere generalizzato, condizioni respiratorie, mialgia (dolori ai muscoli) e possibili vomito e diarrea, i bambini possono sviluppare complicanze come otiti e polmoniti. Inoltre, essendo il principale bacino di contagio, possono diffondere il virus (preso magari dai compagni di scuola) a casa, dove magari sono in contatto con pazienti fragili e anziani che possono sviluppare gravi complicanze. A rischio anche le donne in gravidanza, le persone con patologie croniche (come il diabete) e obesità grave. L'influenza è una malattia infettiva da non sottovalutare: secondo i dati dell'ISS, in Italia ogni anno i virus influenzali provocano in media 8.000 morti.
Ma come evitare il più possibile il contagio e di ammalarsi? Il professor Agostiniani spiega ad Adnkronos Salute che il consiglio “è sempre lo stesso”, ovvero “fare prevenzione con il vaccino.” Si è infatti ancora in tempo per sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale. Nel caso in cui si prenda il virus, evidenzia il pediatra e neonatologo, si può contrastare l'influenza con paracetamolo “per gestire febbre e malessere”, ma non si devono somministrare antibiotici “perché non prevengono le complicanze, anzi le favoriscono.” “In presenza di disturbi gastrointestinali, e non solo, l'importante è mantenere una buona idratazione”, ha chiosato il medico.
A rendere la stagione influenzale 2025-2026 particolarmente intensa vi è anche la circolazione prevalente della famigerata variante K del virus dell'influenza A(H3N2) – sottoclade K. Come spiegato a Fanpage.it dal professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano e Direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, questo sottoclade è immunoevasivo e quindi “sta causando un elevato numero di casi”. L'influenza è sempre la stessa, non è più aggressiva, ma essendo appunto immunoevasiva – cioè capace di aggirare le difese immunitarie – contagia di più e colpisce maggiormente le categorie fragili ed esposte, con conseguente incremento dei casi che richiedono assistenza sanitaria.