Influenza A H3N2, 7 mutazioni del sottoclade K anticipano la stagione 2025-2026: cosa dicono i dati

L’influenza di quest’anno è arrivata prima del previsto, anticipando le condizioni meteo più fredde che di solito segnano l’inizio della stagione. Secondo un nuovo studio dell’UK Health Security Agency (UKHSA), la ragione di quest’anomalia è riconducibile alla rapida diffusione del sottoclade K, un “ceppo derivato” di influenza A H3N2, che presenta 7 mutazioni che ne stanno facilitando la circolazione. Con quali implicazioni?
Un inizio anticipato della stazione influenzale può portare a un’epidemia più intensa per numero di casi, perché il virus ha più tempo di diffondersi durante la stagione influenzale. I primi dati non indicano tuttavia una differenza nella gravità dei sintomi influenzali rispetto a precedenti varianti dell’influenza A H3N2, sebbene il sottotitipo H3N2 (più conosciuto come virus dell’influenza australiana) negli ultimi anni sia stato responsabile di diverse pesanti epidemie.
D’altra parte, la presenza di sette nuove mutazioni rispetto al ceppo dello scorso anno ci rende più suscettibili all’infezione, perché l’immunità derivante da infezioni o vaccinazioni precedenti non ci protegge a sufficienza. Queste mutazioni non indicano la comparsa di un nuovo virus influenzale, ma rappresentano “un’evoluzione notevole” del sottotipo H3N2 che, spiega l’UKSHA, si prevede sarà dominante nella stagione 2025-2026.
I nuovi dati, pubblicati in pre-print dall’ UKHSA confermano che, nonostante la circolazione del nuovo sottoclade K, la vaccinazione stagionale resta efficace e rappresenta lo strumento principale per proteggere le persone più vulnerabili, come bambini, anziani e soggetti immunodepressi.
“I primi risultati mostrano che il vaccino 2025/26 è attualmente efficace al 70-75% nel prevenire il ricovero ospedaliero nei bambini di età compresa tra 2 e 17 anni e al 30-40% negli adulti – precisa l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito – . Un'elevata efficacia nelle fasce di età più giovani può anche fornire una protezione indiretta ad altri gruppi attraverso una trasmissione ridotta”.
Cos’è il sottoclade K dell’influenza A H3N2
Il sottoclade K (J.2.4.1) è una variante stagionale del virus dell’influenza A H3N2 che presenta 7 nuove mutazioni a livello della proteina emoagglutinina (K2N, S144N, N158D, I160K e Q173R) in aggiunta alle due mostrate dal sottoclade J.2 selezionato per i vaccini della stagione 2025-2026.
Queste mutazioni influenzano la facilità con cui il virus si trasmette da persona a persona: si calcola infatti che il numero R di riproduzione (il numero di persone a cui ogni persona infetta trasmette il virus) del sottoclade K sia pari a circa 1,4 rispetto a circa 1,2 dei precedenti ceppi influenzali. Ciò significa che, ad esempio, 100 persone infettate dal sottoclade K possono trasmettere il virus a 140 persone (anziché 110 in altre stagioni influenzali).
Nonostante la presenza di queste mutazioni, i nuovi dati pubblicati dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito mostrano che i vaccini disponibili per la stagione 2025-2026 sono attualmente efficaci al 70-75% nel prevenire il ricovero ospedaliero nei bambini di età compresa tra 2 e 17 anni e al 30-40% negli adulti.
Cosa aspettarsi dalla stagione influenzale 2025-2026
I primi dati sull’influenza stagionale mostrano un inizio anticipato dell’epidemia, osservato anche in Italia – secondo i dati del sistema di sorveglianza RespivirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, la stagione influenzale 2025-2026 è iniziata con tre settimane di anticipo rispetto al periodo 2024-2025.

Un inizio anticipato della stagione influenzale può portare a un’epidemia più pesante, che non significa più grave in termini di sintomi rispetto alle stagioni precedenti. Tuttavia, dei due virus influenzali di tipo A, il sottotipo H3N2 che si prevede sarà dominante è stato responsabile di diverse gravi epidemie negli ultimi anni rispetto al sottotipo A H1N1, il che richiama comunque alla cautela.
I sintomi dell’infezione da virus influenzali A H3N2 sono simili a quelli causati dagli altri virus dell’influenza stagionale e includono principalmente una sensazione di malessere generale, febbre alta, tosse secca e mal di gola, anche se nei casi più gravi possono insorgere complicazioni, come polmoniti, bronchiti e manifestazioni neurologiche.
I bambini manifestano spesso importanti sintomi gastro-intestinali, come nausea, vomito, mal di pancia e diarrea. La febbre è il sintomo più evidente, che aumenta rapidamente nelle prime 12 ore, può superare i 38 °C, con picchi fino a 41 °C.