Impressionante eruzione alle Hawaii: fontane di lava alte 300 metri e rischio “capelli di Pele”

Il vulcano Kilauea alle isole Hawaii, uno dei più attivi al mondo, ha dato spettacolo con un'impressionante eruzione. Le colonne di lava sprigionate dal cratere Halemaʻumaʻu – sito nel cuore della caldera Kaluapele – hanno infatti raggiunto l'eccezionale altezza di 300 metri, riversandosi nel cielo con vigore come i getti di una grande fontana. Fortunatamente il copioso flusso di lava è rimasto confinato all'interno del Parco Nazionale dei Vulcani delle Hawaii, non producendo colate verso le zone di Rift (quella orientale e quella sud-occidentale) del vulcano a scudo. Qui di seguito potete vedere le straordinarie immagini catturate dalle telecamere del'Osservatorio Vulcanico Hawaiano facente capo al Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS, acronimo di United States Geological Survey).
L'eruzione attualmente in corso ha avuto inizio il 23 dicembre del 2024 e ha dato vita a 23 episodi significativi a intervalli piuttosto regolari. L'ultimo ha coinvolto sia la bocca nord che quella sud e avuto inizio alle 16:15 ora locale di domenica 25 maggio; si è concluso alle 22:25 del Tempo Coordinato Universale (UTC) – 00:25 del 27 maggio in Italia – dopo diverse ore di intensi sbuffi di vapore. Il fenomeno è stato inoltre accompagnato “da un persistente tremore sismico di bassa intensità”, ha spiegato lo USGS nell'ultimo bollettino diramato per segnalare la conclusione dell'episodio eruttivo. Durante l'evento è stata sprigionata una gigantesca colonna di ceneri e gas vulcanici, alta ben 1.500 metri, come evidenziano i rilevamenti effettuati da una webcam posta sulla cima del Mauna Loa. Quest'ultimo è il più grande vulcano della Terra – è alto ben 3.400 metri sul livello del mare e circa 9.000 in totale – e ospita il Mauna Loa Observatory (MLO), fondamentale per l'analisi dei livelli atmosferici di anidride carbonica (CO2).
I rischi dell'eruzione del Kilauea
Come evidenziato dallo USGS, attualmente i principali pericoli sono rappresentati proprio dai composti tossici rilasciati dall'eruzione. Fra essi l'anidride solforosa (SO2), una sostanza irritante per le mucose e l'apparato respiratorio che nei casi più gravi può provocare edema polmonare. Fortunatamente, al momento, non si registrano problemi per la popolazione che vive negli insediamenti limitrofi al parco nazionale di Big Island, la più grande isola delle Hawaii dove si trova il Kilauea. Un altro rischio è rappresentato dai famigerati “capelli di Pele” o tephra, che non hanno nulla a che fare col compianto campione di calcio brasiliano. Pele è infatti la divinità hawaiana di fuoco, fulmini, danza e vulcani. Fu lei, secondo la tradizione locale, a dar vita alle isole Hawaii. I suoi "capelli" sono sottilissimi filamenti di vetro basaltico che possono disperdersi copiosamente nell'area coinvolta dalle eruzioni. Come per ceneri e gas, anche i capelli di Pele possono essere trasportati dagli agenti atmosferici sulle zone residenziali e creare problemi di salute pubblica.

Questi frammenti vetrosi e fibrosi simili a una pagliuzza, sono estremamente irritanti e possono finire negli occhi, sulla pelle o inspirati e ingeriti, causando anche severe infiammazioni. Al momento, come spiegato dallo USGS, “i filamenti di vetro vulcanico noti come capelli di Pele sono presenti in tutta l'area sommitale del Parco nazionale dei vulcani delle Hawaii e nelle comunità circostanti e possono essere rimobilizzati dal vento”. I potenziali effetti sulla salute saranno dunque determinati anche dalle condizioni meteo dei prossimi giorni. L'ultimo episodio eruttivo si è comunque concluso e non dovrebbe esserci un'ulteriore immissione di materiale pericoloso nel breve termine.