Il paese dove 200 bambini vanno a scuola a piedi ogni giorno: “All’inizio i genitori avevano paura”

A Noceto, un piccolo comune di 13.000 abitanti in provincia di Parma, ogni mattina una lunga fila di bambini in gilet catarifrangenti attraversa le strade del paese per arrivare a scuola. Sono i bambini del Piedibus Noceto, un progetto nato nel 2010 e cresciuto di anno in anno fino a raccogliere più di 200 iscritti, quasi la metà di tutti gli alunni della scuola elementare. Ogni giorno gli accompagnatori volontari li portano a scuola e poi li riportano a casa all'uscita. Sempre rigorosamente a piedi.
Il progetto ha valso a Noceto una menzione speciale come unico piccolo comune premiato nell'ambito del premio Urban Award 2025, promosso da ANCI per promuovere la sostenibilità nelle città italiane. A Fanpage.it Giuseppe Catellani, ex vigile di 62 anni, coordinatore del comitato e tra i fondatori del progetto ha raccontato la loro storia.
Come funziona il piedibus?
Ad oggi gestiamo più di 220 bambini. Questo nella pratica significa che abitualmente alla mattina portiamo a scuola più di 130 bambini, ma siamo arrivati anche a 160-170 bambini. Poi, a mezzogiorno e mezzo riaccompagnano a casa ogni giorno una media di 70-80 bambini. Ma il turno più affollato è quello delle 16 di pomeriggio, che è il servizio che ci viene più spesso richiesto. A quest'ora riportiamo a casa anche 180 bambini, ovviamente sempre rigorosamente a piedi. Da qualche anno abbiamo anche una nostra app che ci permette sia di monitorare le presenze sia di conoscere la fermata dove dobbiamo lasciare ogni bambino.
Come siete nati?
Nel 2008 il comune di Noceto ha cominciato a disegnare sulle strade del paese, anche in centro, delle strisce verdi con il pedone disegnato, una novità assoluta visto che fino a quel momento avevamo certo le piste ciclabili, ma mai delle corsie pedonali. Così un giorno, davanti a scuola, io ed altri genitori ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: ‘Ma visto che tanto dobbiamo venire a riprendere i nostri figli perché non facciamo qualcosa anche per gli altri bambini, a maggior ragione che adesso ci sono queste corsi pedonali?".
E poi come siete passati alla pratica?
Una volta presa questa decisone, ho cercato un po' di informazioni online: all'epoca di esperienze simili ce ne erano davvero poche. Un piedibus era stato creato in Danimarca, un'altro a Padova, ma erano tutti gruppetti di pochi bambini, quattro o cinque. Piano, piano, dopo aver raccolto info qui e lì, siamo partiti: era il 10 ottobre del del 2010. Dieci, dieci, dieci. La data più bella della mia vita perché è cominciata questa avventura. Ancora mi ricordo che quel giorno che pioveva davvero tanto, ma noi inarrestabili siamo partiti, li abbiamo portati a scuola e li abbiamo ripresi.
All'inizio eravamo pochi, undici bambini, poi nei mesi successivi sono stati gli stessi bambini che vedendo i loro compagni con lo smanicato giallo addosso venire insieme a scuola, con il sole, la pioggia, la neve, hanno iniziato a chiedere ai genitori di iscriverli al piedibus. Già il secondo anno avevamo superato i 50 iscritti, nel 2015 erano 120. Il nostro servizio ovviamente è stato ed è tutt'ora gratuito, va avanti grazie alla collaborazione dei nostri oltre 70 volontari. Poi, i materiali ce li forniscono gli sponsor, ma noi direttamente non abbiamo mai avuto a che fare con i soldi.
Qual è stato l'ostacolo maggiore?
Direi la reticenza dei genitori, la difficoltà a uscire da quella mentalità per cui prendiamo l'automobile per ogni minimo spostamento. A volte sembra che ci siamo dimenticati che abbiamo gambe e piedi. Poi molti non vogliono che i genitori prendano la pioggia o il freddo, perché temono che si ammalino. Alla fine se dovessimo riassumerlo con una parola, il più grande ostacolo è stata la paura, anche quella più irrazionale.
A cosa ti riferisci?
Anche se viviamo in un paesino davvero tranquillo, i genitori pensano alle eventualità peggiori. Ma in fondo è la società stessa in cui viviamo ad averci instillato questa paura latente di tutto e tutti.
Secondo te perché i bambini dovrebbe partecipare a iniziate come il piedibus?
Ma i genitori che si fermano a questa paura non si rendono conto che questo è un momento importante per la loro comunità, per stare insieme ai loro amici, i loro compagni di classe o di sport. Ma andare e tornare insieme da scuola ha anche molti altri benefici per i bambini, non solo per i loro rapporti sociali. Ad esempio è un modo per aiutarli a fare un po' di movimento, una cosa importante soprattutto nella nostra società, perché ormai i bambini giocano e si muovono sempre meno.
Cosa vi dicono i genitori che hanno aderito?
Ci dicono che i loro bambini sono più in forma, in generale stanno meglio. Addirittura mi ricordo di bambini che a sei anni avevano la glicemia alta e dopo aver iniziato a venire a scuola con noi hanno avuto dei miglioramenti.
I bambini invece come la vivono?
A differenza degli adulti, i bambini, non avendo tutti i nostri filtri, si aiutano a vicenda. Lo vedo da come quelli più grandi, magari di quarta o di quinta, si comportano verso i nuovi arrivati, i più piccoli. Magari li prendono un po' in giro, in modo bonario, ma poi appena li vedono un attimo in difficoltà li aiutano, li consolano, diventano un po' la loro spalla. Appena un bambino più piccolo si mette a piangere, uno più grande si avvicina e lo tranquillizza, lo rassicura che presto arriverà la mamma o il papà. E per avere questi risultati è bastato fare comunità.
Cosa intendi per comunità?
Il piedibus ha attivato un senso di comunità in ogni direzione: quella tra i bambini, che è sia orizzontale ma anche verticale, quando ad esempio i più grandi aiutano i più piccoli. Ma anche la comunità tra i genitori, quelli che partecipano e ci aiutano facendo gli accompagnatori.
Mi sembra di capire che la sostenibilità non fosse tra i primi obiettivi.
A Noceto oggi la mobilità sostenibile è uguale al Piedibus Noceto, ma quando siamo partiti, nessuno parlava di sostenibilità, è un fattore che è emerso in un secondo momento. Abbiamo iniziato perché non ce la facevamo più a vedere ogni giorno quel caos di automobili davanti a scuola.
La sostenibilità è stata una conseguenza naturale del nostro progetto. L'anno scorso ho fatto i conti, i risultati sono stati davvero entusiasmanti. È come se tutti insieme avessimo fatto il giro del mondo lungo l'Equatore, circa 43.000 chilometri. Abbiamo risparmiato sei tonnellate di Co2, che corrispondo a 173 alberi equivalenti piantati. Ma ovviamente niente di tutto questo sarebbe mai iniziato se il Comune non avesse realizzato quelle corsie pedonali verdi da cui tutto è partito.
Di cosa sei più orgoglioso?
Oltre chiaramente alla soddisfazione di aver visto un'idea trasformata in realtà, la cosa di cui vado più fiero è che siamo riusciti a creare la possibilità di annientare la paura. Questa è in assoluto la cosa di cui vado più fiero.