Il cervello degli uomini si restringe più velocemente di quello delle donne: lo studio

Dall'analisi di migliaia di risonanze magnetiche i ricercatori hanno determinato che, con l'invecchiamento, il cervello degli uomini tende a restringersi più velocemente di quello delle donne. Poiché nella popolazione femminile le diagnosi di demenza hanno una prevalenza maggiore, la perdita di volume cerebrale legata al genere con l'avanzare dell'età, probabilmente, non è un fattore scatenante della malattia neurodegenerativa, di cui la forma principale è il morbo di Alzheimer.
Gli autori dello studio sottolineano l'importanza di indagare a fondo sulle differenze cerebrali tra i due sessi, alla luce dell'impatto superiore della patologia nelle donne. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la demenza attualmente colpisce circa 60 milioni di persone in un tutto il mondo; un dato destinato a triplicare entro il 2050 a causa dell'invecchiamento della popolazione. L'impatto sanitario, sociale ed economico sarà enorme, visti gli effetti devastanti del grave declino cognitivo sui pazienti che ne sono colpiti e sulle loro famiglie.
A determinare che con l'invecchiamento il cervello maschile tende a restringersi più velocemente di quello femminile è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati norvegesi del Dipartimento di psicologia dell'Università di Oslo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Medicina – Facoltà di Medicina e Scienze della Salute e Istituto di Neuroscienze dell'Università di Barcellona (Spagna), l'Istituto Hinda e Arthur Marcus per la ricerca sull'invecchiamento e Centro Deanna e Sidney Wolk per la salute della memoria di Boston (Stati Uniti), l'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino (Germania) e altri. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Anne Ravndal del Centro per i cambiamenti nel cervello e nella cognizione dell'istituto norvegese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato circa 13.000 scansioni cerebrali di oltre 4.700 persone con un'età compresa tra i 17 e i 95 anni. Provenivano da 14 coorti differenti. Per ciascun partecipante sono state eseguite almeno due scansioni, mediamente a distanza di tre anni le une dalle altre. Le persone coinvolte non avevano ricevuto diagnosi di Alzheimer o altri disturbi cognitivi al basale.
Gli scienziati sono andati “a caccia” delle differenze di genere sotto il profilo dei cambiamenti strutturali in diverse regioni cerebrali. In altri termini, hanno visto quanto è cambiato il volume di varie aree del cervello in uomini e donne con il passare del tempo. Dalle analisi statistiche è stato osservato che negli uomini si determina un declino più veloce dello spessore corticale in diverse regioni, fra le quali cuneo e paraippocampale, così come nel fusiforme e nel postcentrale. Negli individui anziani è stato osservato un declino sottocorticale più marcato nelle regioni pallido, accumbens, caudato e putamen. Nelle donne, d'altro canto, sono stati rilevati un declino superiore nel solco temporale e una maggiore espansione ventricolare in quelle più avanti con l'età. Per fare un esempio concreto, la corteccia postcentrale legata a tatto, dolore e temperatura, oltre che all'orientamento spaziale, negli uomini si è ridotta ogni anno del 2 percento, mentre nelle donne dell'1,2 percento, poco meno della metà. Curiosamente non sono state osservate differenze nell'ippocampo, che è la regione principalmente coinvolta nella neurodegenerazione dell'Alzheimer. Si tratta di un'area fondamentale per la memoria, l'orientamento e la navigazione spaziale, il cui declino risulta essere tra i principali sintomi della demenza.
Le donne, com'è ampiamente noto, vivono a più lungo degli uomini; ora sappiamo anche che il cervello femminile tende a restare più “integro” con l'avanzare dell'età, ciò nonostante nella popolazione femminile si registra un numero di diagnosi di Alzheimer praticamente doppio. Le modifiche strutturali emerse dalle misurazioni del nuovo studio dovranno pertanto essere indagate a fondo per comprendere meglio come i cambiamenti nelle diverse regioni cerebrali sono associate al rischio di demenza. Un recente studio condotto da scienziati della Scuola di Medicina dell'Università di Washington di St. Louis, ad esempio, ha determinato che, dal punto di vista metabolico, il cervello delle donne risulta essere tre anni più giovane rispetto a quello degli uomini coetanei. I dettagli della nuova ricerca “Sex differences in healthy brain aging are unlikely to explain higher Alzheimer’s disease prevalence in women” sono stati pubblicati su PNAS.