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Il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha superato i 26 milioni di chilometri quadrati

La massima dimensione annuale è stata raggiunta il 5 ottobre, rappresentando la più grande estensione dal 2015.
A cura di Valeria Aiello
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Il buco nello strato di ozono sopra il polo antartico registrato il 5 ottobre 2022 / NASA
Il buco nello strato di ozono sopra il polo antartico registrato il 5 ottobre 2022 / NASA

Il buco nello strato d’ozono sopra l’Antartide ha superato i 26 milioni di chilometri quadrati, raggiungendo la sua massima estensione annuale lo scorso 5 ottobre, pari a 26,4 milioni di chilometri quadrati, la più grande dal 2015. Secondo i dati della NASA, si tratta del terzo anno consecutivo in cui si è esteso a queste dimensioni, seppur inferiori al massimo storico di 29,9 milioni di chilometri quadrati del settembre 2000.

La tendenza generale, spiegano dagli USA, mostra tuttavia che il buco si sta riducendo. “Tutti i dati dicono che l’ozono è in via di guarigione” ha affermato Paul Newman, scienziato capo del Goddard Space Flight Center della NASA. Ad ogni modo, la crescita annuale che, come sempre, avviene tra agosto e ottobre, nel 2022 è stata un po’ peggiore” a causa delle temperature al di sotto della media nelle regioni polari meridionali comprese tra i 12 e 20 km di altezza, ovvero dove si trova il buco dell’ozono.

L’ozono è un gas incolore che, chimicamente, è molto attivo. Il suo esaurimento al di sopra della regione polare meridionale è causato dai composti del cloro presenti nella stratosfera, la maggior parte dei quali può essere attribuita all’uso storico diclorofluorocarburi (CFC). Questo perché, durante il freddo inverno antartico, le temperature diventano abbastanza basse da consentire la formazione di nuvole stratosferiche polari (PSC) ad alta quota.

Queste PSC forniscono una superficie per reazioni chimiche che convertono i CFC in forme più attive come il gas cloro. All’inizio della primavera nell’emisfero australe, la radiazione ultravioletta della luce solare divide queste molecole di cloro gassoso, rilasciando atomi di cloro che reagiscono e distruggono le molecole di ozono. Per questo motivo, il buco dell’ozono antartico cresce durante questo periodo dell’anno, stabilizzandosi una volta che le temperature diventano troppo elevate per l’esistenza di PSC.

Maggiore è la persistenza delle nuvole stratosferiche polari, più è elevato il rischio di danni allo strato di ozono, il che spiega perché negli ultimi anni si siano visti buchi particolarmente estesi. Quest’anno, in particolare, le temperature della stratosfera antartica hanno raggiunto il minimo di -94 °C lo scorso 11 agosto, risalendo a -82 °C l’11 ottobre. In tale data, la NASA ha infatti rilevato che il buco nello strato d’ozono sopra l’Antartide si era già ridotto a 22,67 milioni di chilometri quadrati.

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