Il 19 dicembre 3I/ATLAS raggiunge la distanza minima dalla Terra: a che ora vedere la cometa in diretta

Alle 05:00 ora italiana di venerdì 19 dicembre sarà possibile vedere in diretta streaming la cometa interstellare 3I/ATLAS, che proprio domani raggiungerà la distanza minima dalla Terra a 269 milioni di chilometri da noi. L'enorme spazio a separarci indica che sarà un passaggio assolutamente sicuro. L'oggetto interstellare, identificato per la prima volta il 1 luglio 2025 dal sistema di sorveglianza ATLAS in Cile, sarà ripreso dai telescopi robotizzati del Virtual Telescope Project (VTP) nel prezioso cielo di Manciano, in Toscana, uno dei più bui e stellati d'Italia. A commentare il passaggio del visitatore alieno – il terzo mai scoperto dopo 1I/'Oumuamua e 2I/Borisov – ci sarà l'astrofisico Gianluca Masi, fondatore e responsabile scientifico del VTP, oltre che coordinatore dell'Asteroid Day per l'Italia e curatore del Planetario di Roma. Dopo il “saluto” al nostro pianeta, 3I/ATLAS continuerà il suo velocissimo viaggio nel cuore del Sistema solare, avvicinandosi anche a Giove a marzo del 2026. Questo è il periodo più importante per osservare e studiare l'astro chiomato venuto da lontano, che secondo le stime degli scienziati potrebbe avere 10 miliardi di anni, più del doppio del Sistema solare.

A che ora vedere la cometa 3I/ATLAS in diretta streaming il 19 dicembre
Il Virtual Telescope Project (VTP), se non dovessero esserci problemi con il meteo, trasmetterà la diretta streaming per vedere 3I/ATLAS a partire dalle 05:00 ora italiana (le 04:00 del Tempo Coordinato Universale – UTC) di venerdì 19 dicembre. Come specificato, l'oggetto interstellare verrà ripreso nel cielo di Manciano nella Maremma grossetana, considerato il più buio e incontaminato dell'Italia peninsulare. È pertanto un luogo ideale per osservare e studiare i fenomeni astronomici, come la rara “visita” di un oggetto così peculiare come la cometa giunta da un luogo remoto della Via Lattea, la nostra Galassia. Potrete seguire la diretta commentata dal dottor Masi sul canale YouTube ufficiale del VTP nel box sottostante.
Dopo il saluto alla Terra, 3I/ATLAS proseguirà lungo la sua traiettoria fino a quando non “incontrerà” Giove il prossimo 16 marzo, a una distanza di circa 53 milioni di chilometri. Sarà un'occasione preziosa per metterla nel mirino con la sonda JUICE (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) – che è in viaggio verso le lune ghiacciate del gigante gassoso – e soprattutto con la sonda Juno della NASA, che è già in orbita attorno al più grande pianeta del Sistema solare. La sonda era stata lanciata il 5 agosto del 2011 ed è arrivata a destinazione 5 anni dopo, a luglio del 2016. La sua missione operativa è agli sgoccioli, ma potrebbe regalare un ultimo exploit proprio grazie alle osservazioni di 3I/ATLAS.
3I/ATLAS è una cometa interstellare
Sin dalla sua scoperta, la cometa aliena 3I/ATLAS ha avuto un'ampia esposizione mediatica, soprattutto per la posizione del professor Abraham Avi Loeb, docente presso il Dipartimento di Astronomia della prestigiosa Università di Harvard (che ha presieduto per molti anni). Secondo lo scienziato israeliano naturalizzato statunitense, infatti, l'oggetto interstellare avrebbe 15 anomalie significative: dalla traiettoria improbabile alla composizione, passando per i getti e la polarizzazione. Alla luce di queste anomalie, il professor Loeb non esclude che potremmo essere innanzi a un oggetto di natura tecnologica, un'astronave aliena. Ad oggi, tuttavia, si tratta solo di una speculazione perché la stragrande maggioranza della comunità scientifica è concorde sul fatto che 3I/ATLAS è una cometa e si comporta esattamente come tale.
Uno studio appena pubblicato da un team di ricerca internazionale sulla rivista Research Notes of the AAS (American Astronomical Society), ad esempio, ha determinato che il suo nucleo ha un raggio compreso tra i 270 e i 370 metri (tipico delle piccole comete del Sistema solare), mentre la sua accelerazione non gravitazionale è corrispondente a quello di una cometa. L'astrofisico Paolo De Bernardis dell'Università La Sapienza di Roma ha affermato a Fanpage.it che tutte le sue anomalie possono essere spiegate come fenomeni naturali, legati alla velocità estrema e al fatto che per lunghissimo tempo non ha interagito con altre stelle.