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I più antichi ghiacciai della Terra scoperti sotto grandi depositi d’oro in Sudafrica

Sotto i depositi sedimentari d’oro del Sudafrica, i più preziosi a mondo, sono state trovate le vestigia dei più antichi ghiacciai della Terra, risalenti a ben 2,9 miliardi di anni fa.
A cura di Andrea Centini
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Gli scienziati hanno scoperto in Sudafrica i resti dei più antichi ghiacciai della Terra; hanno un'età stimata di ben 2,9 miliardi di anni. Considerando che il nostro pianeta ha circa 4,5 miliardi di anni si tratta di strutture primordiali, legate a un'era in cui il globo terracqueo era profondamente diverso da come la conosciamo oggi. Uno degli aspetti più affascinanti di questo ritrovamento risiede nel fatto che le vestigia dei ghiacciai sono emerse sotto le rocce dei ricchi depositi sedimentari d'oro del Sudafrica, i più grandi e antichi del mondo. Forse la formazione del prezioso metallo è legata proprio alla presenza dei ghiacciai, anche se al momento si tratta solo di una speculazione e andranno condotte apposite indagini per confermarlo.

A individuare i più antichi ghiacciai della Terra sono stati i due scienziati Axel Hofmann e Ilya N. Bindeman, rispettivamente del Dipartimento di Geologia dell'Università di Johannesburg (Sudafrica) e del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università dell'Oregon (Stati Uniti d'America). I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni dopo aver trovato prove fisiche dei ghiacciai e aver valutato la concentrazione degli isotopi di ossigeno nelle rocce analizzate. Più nello specifico, hanno condotto studi su scisti e diamittiti appartenenti al “supergruppo mesoarcaico di Pongola del Sudafrica”, come specificato nell'abstract dello studio. “Questa successione vulcano-sedimentaria si è depositata in un mare epeirico poco profondo sulla crosta continentale del cratere di Kaapvaal e include la registrazione della più antica glaciazione superficiale della Terra”, hanno sottolineato Hofman e Bindeman.

Ma cosa hanno scoperto esattamente? Per quanto concerne le prove fisiche, sotto i depositi auriferi sono presenti morene glaciali fossilizzate; le morene sono peculiari accumuli di detriti rocciosi / sedimentari legati allo scivolamento e alla contrazione dei ghiacciai sotto la spinta della forza gravitazionale. Dalle analisi degli isotopi di ossigeno presenti in questi sedimenti rocciosi è stato determinato che si sono formate in un ambiente freddissimo. Valutando le concentrazioni degli isotopi 16, 17 e 18 dell'ossigeno nei campioni, sono emersi bassi livelli di ossigeno 18 e alti livelli di ossigeno 17, un dettaglio che per i geologi significa formazione a temperature glaciali. “Questo significa ghiaccio. Mettendo insieme l'evidenza geochimica con l'evidenza morenica, significa ghiacciai, i ghiacciai più antichi mai trovati sulla Terra”, ha dichiarato con entusiasmo in un comunicato stampa il professor Hofman.

I ricercatori hanno due ipotesi principali sulla formazione di questi ghiacciai primordiali: la prima suggerisce che 2,9 miliardi di anni fa questa regione del Sudafrica probabilmente potesse trovarsi più vicina ai poli; la seconda che la Terra potesse essere una cosiddetta “immensa palla di neve”, a causa di temperature gelide ovunque, scatenate da un “effetto serra inverso” con bassissime concentrazioni di CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano) in atmosfera, due dei principali gas climalteranti responsabili dell'attuale crisi climatica. Quello verificatosi quasi 3 miliardi di anni fa potrebbe essere il primo processo di raffreddamento di questo tipo per il nostro pianeta, seguito da altri due eventi analoghi in tempi più recenti.

Come indicato, le vestigia di questi ghiacciai fossili sono stati trovati sotto rocce più giovani, dove si trovano i grandi depositi d'oro sedimentario. “È possibile che un cambiamento delle condizioni dei ghiacciai possa aver favorito la formazione di quei depositi d'oro, ma questo deve essere confermato e richiede ulteriore lavoro”, ha chiosato lo scienziato. I dettagli della ricerca “Earth’s first glaciation at 2.9 Ga revealed by triple oxygen isotopes” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Geochemical Perspectives Letters e presentati presso la Goldschmidt Conference tenutasi a Lione, in Francia.

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