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I nostri antenati avrebbero iniziato a camminare in piedi sugli alberi (e non sul terreno)

Lo suggerisce una nuova ricerca dell’University College di Londra che sostiene che l’evoluzione del bipedismo sia avvenuta come adattamento alla vita sugli alberi e non per spostarsi sulla terraferma.
A cura di Valeria Aiello
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Una coppia di scimpanzé in Tanzania / Credit: Rhiannon Drummond-Clarke
Una coppia di scimpanzé in Tanzania / Credit: Rhiannon Drummond-Clarke

Gli antenati da cui discendiamo avrebbero iniziato a camminare in piedi sugli alberi e non sulla terraferma. Lo suggerisce una nuova ricerca dell’University College di Londra che ha cercato di dare una risposta all’origine del bipedismo umano, una caratteristica che ci distingue da tutti gli altri mammiferi e che si pensa si sia evoluta con il ritiro delle foreste nel tardo Miocene-Pliocene (circa 5 milioni di anni fa). Secondo gli studiosi, non sarebbero però stati gli ambienti aperti a incoraggiare i nostri antenati a camminare eretti: l’evoluzione del bipedismo sarebbe invece avvenuta come adattamento alla vita in un contesti arborei, probabilmente trainato dalla ricerca di cibo.

Per verificare questa ipotesi, gli studiosi hanno valutato il comportamento di 13 scimpanzé selvatici (sei femmine e sette maschi) che vivono nella Valle dell’Issa, nella Tanzania occidentale, una regione caratterizzata da boschi e intervallata da praterie, affioramenti rocciosi e foreste lungo i corsi d’acqua. “Abbiamo seguito gli scimpanzé per 15 mesi, raccogliendo dati ogni due minuti sul loro comportamento posizionale, sul tipo di vegetazione in cui si trovavano e su cosa stessero facendo (foraggiamento, riposo, toelettatura e così via) – ha spiegato in un articolo su The Conversation l’antropologo Alex Piel del dell’University College di Londra e autore corrispondente dello studio –  . Ci aspettavamo che gli scimpanzé trascorressero più tempo a terra e in piedi o in movimento in posizione eretta in una vegetazione aperta. Abbiamo invece scoperto che non avevano comportamenti più terrestri di altre comunità che vivono nelle foreste”.

I risultati della ricerca, la prima ad aver verificato sugli scimpanzé dell’ipotesi che gli habitat boscosi della savana avessero avuto il ruolo di catalizzatore del bipedismo terrestre, sono stati dettagliati in uno studio pubblicato su Science Advances, in cui si rileva un disaccoppiamento tra attività terrestre e bipedismo. “Oltre l’85% degli eventi di bipedismo si è verificato quando gli scimpanzé erano sugli alberi (per lo più si nutrivano), e non a terra – ha aggiunto Piel – . Questo significa che i nostri dati non supportano l’idea che il bipedismo si sia evoluto come comportamento terrestre, specialmente in habitat più aperti”.

Ad oggi, le numerose ipotesi sull'evoluzione del bipedismo condividono l’idea che gli ominidi (antenati umani) scendessero dagli alberi e camminassero eretti sul terreno, soprattutto in habitat più aridi e aperti privi di copertura arborea. I nostri dati non le supportano affatto – ha precisato la dott.ssa Fiona Stewart del Dipartimento di Antropologia dell’ University College London e docente di Conservazione della fauna selvatica presso la Liverpool John Moores University – . Ciò su cui dobbiamo concentrarci ora è come e perché questi scimpanzé trascorrano così tanto tempo sugli alberi, ed è su questo che ci concentreremo in seguito nel nostro modo di mettere insieme questo complesso puzzle evolutivo”.

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