I microrganismi che vivono in bocca fanno molto più di quanto pensi: il ruolo nascosto nel sonno

I microrganismi che popolano la nostra bocca sembrano avere un ruolo chiave anche nel sonno: un recente studio suggerisce che la varietà delle specie microbiche che forma il cosiddetto microbiota orale possa influire su quanto bene e quanto a lungo dormiamo, aprendo a nuove prospettive sul legame tra salute del cavo orale e disturbi del sonno.
Secondo i ricercatori, una maggiore diversità del microbiota orale può aiutarci a dormire meglio, favorendo la durata del riposo notturno. Al contrario, una scarsa qualità del sonno è correlata a una popolazione microbica meno diversificata, anche a livello intestinale, supportando l’idea che alcuni dei disturbi del sonno più comuni, come l’insonnia e le apnee notturne, abbiano effetti dannosi non solo sul microbioma, ma siano una conseguenza delle stesse alterazioni microbiche.
Lo studio, presentato in un poster al Congresso annuale delle Associated Professional Sleep Societies (APSS) e pubblicato sulla rivista scientifica Sleep, evidenzia come il microbiota orale – oltre ad agire come prima barriera di difesa contro i patogeni esterni, contribuire alla digestione dei cibi e mantenere l’equilibrio del pH orale – possa svolgere un ruolo diretto anche sul riposo notturno, rivelando come mantenere il suo equilibrio (eubiosi) possa essere cruciale anche nel trattamento dei disturbi del sonno.
Microbi della bocca e durata del sonno: cosa dice lo studio
Lo studio ha esaminato il legame tra la ricchezza di specie microbiche che vivono nella nostra bocca e la qualità del sonno, suggerendo che una maggiore varietà del microbioma orale sia collegata a una maggiore durata del riposo notturno.
L’associazione è stata verificata in un campione rappresentativo di 1.332 adolescenti e giovani adulti statunitensi, di età compresa tra i 16 e i 26 anni, che hanno preso parte al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES, 2011-2012), l’indagine sanitaria che valuta lo stato di salute della popolazione degli Stati Uniti.
Lo studio ha tenuto in considerazione le misure di diversità del microbioma orale e le ore di sonno auto-riferite da ciascun partecipante, rilevando che gli adolescenti e i giovani adulti con una durata del sonno più lunga (3% dei partecipanti) presentavano una varietà di specie microbiche significativamente più elevata. “Lo studio è tra i primi a dimostrare questa correlazione negli adolescenti, aprendo una nuova strada alla ricerca su come il microbioma orale possa essere correlato alla salute del sonno durante questo periodo cruciale dello sviluppo” hanno spiegato i ricercatori, guidati dalla professoressa Marie-Rachelle Narcisse, docente associata di psichiatria e comportamento umano presso la Warren Alpert Medical School della Brown University di Providence, Rhode Island.
“L’adolescenza – ha aggiunto l’esperta – è un periodo cruciale, caratterizzato da cambiamenti biologici nei cicli sonno-veglia, e i nostri risultati suggeriscono che migliorare il sonno per influenzare il microbioma orale e, al contrario, agire sul microbioma orale per migliorare la salute del sonno, possa offrire strategie di intervento più accessibili ed economiche rispetto agli approcci focalizzati esclusivamente sul sonno”.