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I cibi ultraprocessati aumentano il rischio di morte: quali evitare secondo uno studio di 30 anni

Un team di ricerca internazionale ha determinato che i cibi ultraprocessati sono associati a un rischio superiore di morte prematura, ma non tutti allo stesso modo. Ecco quali sono quelli da evitare o limitare sensibilmente secondo gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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I cibi ultraprocessati sono associati a un rischio superiore di morte prematura, come evidenziato da diversi studi, ma non tutti allo stesso modo. Ce ne sono alcuni come le carni lavorate (salumi, wurstel, hamburger e simili), le bevande zuccherate e quelle dolcificate artificialmente che determinano probabilità più alte rispetto ad esempio a pane integrale, cereali per la colazione e dolci a base di latticini. È quanto emerso da una nuova ricerca che ha indagato sull'associazione tra mortalità per tutte le cause e cause specifiche (come cancro, malattie cardiovascolari, respiratorie e neurodegenerative) e il consumo dei cibi ultraprocessati. Recentemente uno studio internazionale guidato da scienziati australiani dell'Università Deakin ha dimostrato che questi alimenti super lavorati – spesso cibo spazzatura o junk foodsono associati a 32 effetti negativi sulla salute e a un rischio aumentato di morte prematura complessivo del 21 percento.

A determinare che alcuni cibi ultraprocessati sono associati a un rischio di mortalità superiore rispetto ad altri è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi della Scuola di Salute Pubblica TH Chan dell'Università di Harvard, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molti istituti sparsi per il mondo. Tra quelli coinvolti l'Universidade Federal de Uberlândia (Brasile), l'Università di Medicina di Nanchino (Cina), l'Università del Nevada, il Brigham and Women's Hospital e altri. I ricercatori, coordinati dal professor Mingyang Song, docente presso il Dipartimento di Epidemiologia dell'ateneo americano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'indagine statistica attraverso modelli multivariabili di rischio proporzionale di Cox. Nello studio di popolazione sono state coinvolte due coorti, composte da infermieri e altri operatori sanitari statunitensi coinvolti nel Nurses' Health Study e nell'Health Professionals Follow-up Study. Nel complesso sono stati analizzati i dati di 75.000 donne e 40.000 uomini che al basale – cioè all'inizio dello studio – non avevano una storia di cancro, malattie cardiovascolari o diabete. I partecipanti sono stati sottoposti a questionari alimentari ogni quattro anni per conoscere le loro abitudini a tavola.

Durante il periodo di follow-up, durato oltre 30 anni, si sono verificati circa 30.000 decessi tra le donne e 18.000 tra gli uomini. Il professor Song e colleghi hanno associato le morti con le abitudini alimentari dei partecipanti, facendo emergere le associazioni con i cibi ultraprocessati. Chi ne consumava di più aveva un rischio più elevato di morte prematura del 4 percento per tutte le cause e del 9 percento per cancro e malattie cardiovascolari rispetto a chi ne consumava di meno. Come indicato, le carni lavorate, le bibite zuccherate e quelle zuccherate artificialmente avevano un'associazione più forte rispetto ad altri prodotti super lavorati. Nello specifico, i rapporti di rischio variavano da 1,06 a 1,43 per le carni lavorate; da 1,07 a 1,12 per le bevande zuccherate; da 1,04 a 1,10 per i dolci a base di latticini; e da 1,02 a 1,07 per i cereali per la colazione. In media chi consumava più cibi ultraprocessati mangiava più spesso rispetto agli altri (media di sette porzioni contro una media di tre).

Gli autori dello studio sottolineano che si è trattato di uno studio di osservazione, pertanto non possono emergere rapporti di causa-effetto tra il consumo di cibi ultraprocessati e la mortalità, tuttavia si tratta di associazioni statistiche significative. Il professor Song e colleghi specificano che l'aspetto più importante da considerare è la dieta nel suo complesso, non il fatto di consumare saltuariamente e con moderazione cibi ultraprocessati, alcuni dei quali possono avere anche dei benefici. “I cereali e il pane integrale, ad esempio, sono anch'essi considerati alimenti ultraprocessati, ma contengono vari nutrienti benefici come fibre, vitamine e minerali”, ha dichiarato il professor Song alla CNN. “D’altra parte, penso che le persone dovrebbero cercare di evitare o limitare il consumo di alcuni alimenti ultraprocessati, come carne lavorata, bevande zuccherate e anche bevande potenzialmente zuccherate artificialmente”, ha chiosato l'esperto.

Recenti ricerche hanno dimostrato che gli emulsionanti dei cibi ultraprocessati sono associati a un rischio superiore di diabete e che le donne incinte dovrebbero evitare in particolar modo quelli confezionati nella plastica. Questi prodotti, inoltre, possono creare dipendenza come una droga. I dettagli della ricerca “Association of ultra-processed food consumption with all cause and cause specific mortality: population based cohort study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The British Medical Journal (BMJ).

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