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Gli oceani stanno iniziando a perdere la memoria: “Sintomo del riscaldamento globale”

Lo indicano i risultati di uno studio pubblicato su Science Advances da un tea di ricerca internazionale che mostraun chiaro declino della cosiddetta memoria oceanica.
A cura di Valeria Aiello
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Gli oceani di tutto il mondo si stanno trasformando sotto la pressione dei cambiamenti climatici. Queste variazioni che, rispetto alle fluttuazioni meteorologiche, avvengono più lentamente perché l’oceano mostra una certa persistenza, o “memoria oceanica”, si stanno tuttavia verificando progressivamente, rendendo un ambiente solitamente stabile come quello dell’oceano sempre più imprevedibile e irregolare. In un certo senso, spiegano gli studiosi, questo fenomeno è simile a un’amnesia, cioè a un declino della memoria oceanica. Tale memoria, in particolare, è “una delle principali fonti di prevedibilità nel sistema climatico oltre le scale temporali meteorologiche” hanno indicato gli studiosi che, in un nuovo articolo su pubblicato su Science Advance, hanno mostrato che “la memoria oceanica, misurata dalla persistenza anno dopo anno delle anomalie della temperatura della superficie del mare, è destinata a diminuire costantemente nei prossimi decenni in gran parte del globo”.

Il declino della memoria oceanica

Il declino della memoria (in blu) oceanica entro la fine del XXI secolo / Science Advances
Il declino della memoria (in blu) oceanica entro la fine del XXI secolo / Science Advances

Nella ricerca, il team guidato da Hui Shi dell’Istituto Farallon di Petaluma, in California, e da Fei-Fei Jin del Dipartimento di Science dell’atmosfera dell’Università delle Hawaii, ha analizzato le temperature della superficie del mare (SST) nello strato superficiale dell’oceano, noto strato misto dell’oceano superiore (MLD), scoprendo che, in risposta al continuo riscaldamento globale dovuto all’attività dell’uomo, consegue il declino della memoria oceanica. Questo perché, nonostante la relativa estensione dell’MLD (circa 50 metri di profondità), la variazione di temperatura di tale strato induce maggiori livelli di miscelazione dell’acqua, il che dovrebbe ridurre la capacità dell’oceano di inerzia termica, rendendo questo stesso strado più suscettibile ad anomalie casuali della temperatura.

L’impatto di questo fenomeno sulla fauna marina non è ancora stato completamente chiarito dagli studiosi che, ad ogni modo, ritengono possano esserci “ripercussioni consequenziali sulle popolazioni” pur prevedendo che alcune specie se la caveranno meglio di altre in termini di adattamento.

A risentire del declino della memoria oceanica, avvertono gli studiosi, saranno anche le temperature terrestri, le precipitazioni e gli eventi estremi, che potrebbero essere  influenzati da questo fenomeno “a causa della loro dipendenza dalla persistenza della temperature della  superficie del mare, come  fonte di prevedibilità”. In tal senso, hanno concluso i ricercatori, è probabile che “il declino della memoria oceanica ostacoli gli sforzi di previsione basati sulla persistenza delle condizioni della superficie oceanica, ponendo sfide per la gestione dell’ecosistema e la prevenzione dei rischi marini”.

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