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Forse abitabile il pianeta extrasolare più vicino alla Terra, ma non nel modo che immaginiamo

Secondo un nuovo studio Proxima Centauri b, l’esopianeta più vicino alla Terra, potrebbe ospitare forme di vita aliena, come ipotizzato da molteplici ricerche, ma non sarebbe abitabile nel mondo in cui lo abbiamo sempre immaginato.
A cura di Andrea Centini
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Rappresentazione artistica di Proxima Cntauri b. Credit: ESO/M. Kornmesser
Rappresentazione artistica di Proxima Cntauri b. Credit: ESO/M. Kornmesser

A circa 4,2 anni luce dalla Terra si trova la stella più vicina a noi, al Sole, attorno alla quale orbita il pianeta extrasolare Proxima Centauri b. Diversi studi hanno fatto emergere che questo esopianeta potrebbe essere uno dei più importanti per cercare la vita oltre la Terra, oltre a rappresentare uno dei migliori candidati in assoluto per ospitare future colonie umane. Si trova infatti nella zona abitabile (o zona di Goldilocks) della propria stella, cioè un'area nello spazio nella quale le temperature non sono né troppo calde né troppo fredde, permettendo l'esistenza di acqua liquida sulla sua superficie. In secondo luogo ha una massa paragonabile a quella del Terra (la stima va da 1,17 fino a un massimo di tre masse terrestri con la maggior parte delle simulazioni) e si pensa possa essere roccioso. In pratica, potrebbe essere un paradiso per l'essere umano, magari con un'atmosfera e ossigeno respirabile, sebbene gli intensi brillamenti di Proxima Centauri, sua stella madre, secondo alcuni studi non sarebbero esattamente compatibili con un pianeta “vivo”. Almeno sulla superficie.

Una nuova ricerca suggerisce che Proxima Centauri b non sarebbe il pianeta alieno che abbiamo sempre immaginato, o perlomeno quello che viene rappresentato nelle opere di fantascienza come una seconda casa per l'umanità, anche in virtù della vicinanza relativa (ancora oggi non raggiungibile) al Sole. Secondo il nuovo studio l'esopianeta sarebbe più affine alle lune ghiacciate di Giove e Saturno, ritenute le principali candidate dove trovare la vita al di fuori della Terra nel Sistema solare. Europa, uno dei quattro satelliti medicei di Giove, ed Encelado, infatti, si caratterizzano per avere una spessa crosta di ghiaccio, sotto alla quale vi sarebbero oceani riscaldati dall'attrazione gravitazionale (forza mareale) esercitata dai limitrofi giganti gassosi. Grazie alla sonda Cassini abbiamo potuto analizzare e osservare i potenti geyser proiettati nello spazio dalla superficie di Encelado, la prova di oceani sotterranei forse ricchi di biodiversità aliena. Proxima Centauri b sarebbe un mondo simile, molto freddo e dunque non esattamente un paradiso per l'umanità, ma comunque un candidato eccellente per la ricerca della vita oltre la Terra.

I geyser di Encelado. Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute
I geyser di Encelado. Credit: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

A condurre la nuova indagine è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti: The Nexus for Exoplanet System Science (NexSS); The Network for Ocean Worlds (NOW); Dipartimento di Astronomia e Programma di Astrobiologia dell'Università di Washington. Gli scienziati, coordinati dal professor Lynnae C. Quick, attraverso modelli matematici hanno stimato le caratteristiche di 17 esopianeti (già confermati) con dimensioni simili a quelle della Terra ma di densità ridotta. Da questo presupposto hanno ipotizzato che invece di essere rocciosi, come suggeriscono altre indagini, potrebbero essere composti da grandi quantità di ghiaccio e acqua, esattamente come Europa ed Encelado. Dunque caratterizzati da spessi strati di ghiaccio e oceani subglaciali.

Gli autori dello studio hanno previsto temperature superficiali più fredde di decine di gradi rispetto alle stime effettuate in precedenza, inoltre per ciascuno di essi è stato calcolato lo spessore del possibile strato di ghiaccio. È emerso ad esempio che quello di Proxima Centauri b potrebbe essere di circa 60 metri, mentre su LHS 1140 b (un altro esopianeta considerato preziosissimo per la potenziale abitabilità) arriverebbe a 1,6 chilometri. Si tratta di valori sensibilmente inferiori di quelli della media stimata per Europa, pari a circa 29 chilometri. Per l'esopianeta MOA 2007 BLG 192Lb la stima è invece di poco inferiore ai 40 chilometri. Lo spessore relativamente ridotto del (presunto) guscio ghiacciato su Proxima Centauri b lo renderebbe ideale per andare a caccia di forme di vita aliena.

“Poiché i nostri modelli prevedono che gli oceani potrebbero trovarsi relativamente vicini alle superfici di Proxima Centauri b e LHS 1140 b, e che il loro tasso di attività dei geyser potrebbe superare quello di Europa da centinaia a migliaia di volte, è più probabile che i telescopi rilevino l’attività geologica su questi oceani”, ha dichiarato il professor Quick in un comunicato stampa. Insomma, vita probabilmente sì, ma secondo questo nuovo studio dovremmo scordarci un “pianeta Terra 2”, con foreste lussureggianti e una ricca biodiversità superficiale. Si tratterebbe di un mondo gelido e ricoperto di ghiaccio, ma dal cuore forse pullulante di vita. I dettagli della ricerca “Prospects for Cryovolcanic Activity on Cold Ocean Planets” sono stati pubblicati sul prestigioso The Astrophysical Journal

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