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Long Covid

Forse abbiamo capito cosa causa la stanchezza cronica da Long Covid: il ruolo dell’intestino

Uno studio ha individuato un possibile collegamento tra gli effetti del Covid-19 sulla salute intestinale l’affaticamento costante molto comune nelle persone che sviluppano il Long Covid.
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Anche se il SARS-CoV-2 è ormai entrato a far parte della nostra quotidianità, c'è una condizione legata alle infezioni dovute a questo virus che continua a essere oggetto di studio da parte dei ricercatori: il Long Covid o sindrome post-COVID-19. Come abbiamo imparato negli ultimi anni, questo termine indica un insieme di sintomi che si manifestano dopo il Covid-19 vero e proprio e perdurano settimane o anche mesi (in alcuni casi anche di più). Si manifesta con un ampio spettro di sintomi, più o meno specifici, a livello respiratorio, cardiovascolare e gastrointestinale, ma in questa grande varietà di manifestazione c'è un sintomo quasi sempre presente: l'affaticamento persistente e la stanchezza cronica. Qui invece abbiamo approfondito un altro sintomo altrettanto frequente, quello stato di offuscamento cognitivo, noto come "nebbia mentale".

Uno studio dell'Università di Medicina di Vienna ha indagato le possibili cause di questo affaticamento costante, scoprendo un possibile collegamento con gli effetti dell'infezione da SARS-CoV-2 sulla salute intestinale e sui livelli di infiammazione. I ricercatori sono partiti da uno studio osservazionale prospettico e hanno analizzato i sintomi prima, durante e dopo l'infezione, alla ricerca di potenziali fattori di rischio per lo sviluppo del long Covid, condizione che secondo gli autori colpisce circa il 10% delle persone colpite da SARS-CoV-2.

Il collegamento con la salute intestinale

Il loro focus puntava sugli effetti dell'infezione sul tratto gastrointestinale e l'esistenza di un eventuale collegamento con l’affaticamento costante tipico del long Covid. Per prima cosa, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti con disturbi gastrointestinali preesistenti hanno un rischio maggiore di sviluppare l’affaticamento. Non solo: attraverso le analisi del sangue, della saliva e delle feci, hanno rilevato variazioni significative in alcuni biomarcatori.

In particolare, alcuni di questi indicavano un'attivazione immunitaria alterata, una riduzione della barriera intestinale, e un aumento di marker infiammatori sistemici. "I nostri risultati suggeriscono che l'infezione da SARS-CoV-2 può avere effetti a lungo termine sul sistema immunitario e sulla salute intestinale, contribuendo allo sviluppo del PCS", spiega Eva Untersmayr-Elsenhuber, co-direttrice del National Reference Center for Postviral Syndromes della Facoltà di Medicina dell'Università di Vienna.

In sostanza, secondo gli autori di questo studio, ci sarebbero gli elementi per pensare che il tratto gastrointestinale svolga un ruolo centrale nello sviluppo delle conseguenze a lungo termine del Covid-19, compreso l’affaticamento, a prescindere dallo stato di salute precedente all’infezione.

"È davvero interessante notare che i nostri partecipanti erano per lo più giovani e sani, e che la forma di Covid-19 da loro sviluppata è stata nella maggior parte dei casi lieve o perfino asintomatica", sottolineano i ricercatori. L’unica differenza rilevabile era data proprio dalla maggiore presenza di disturbi gastrointestinali nel gruppo che ha poi sviluppato l’affaticamento da Long Covid. Per queste ragioni, i ricercatori ritengono che questo possibile collegamento potrebbe essere utilizzato per identificare i pazienti a rischio in una fase precoce e sviluppare strategie di trattamento mirate.

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