131 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Finalmente sappiamo qual è il vero problema delle reinfezioni Covid e perché è meglio evitarle

Lo ha scoperto un team di ricerca americano analizzando le cartelle cliniche di circa mezzo milione di persone risultate positive una, due, tre o quattro volte a Sars-Cov-2.
A cura di Valeria Aiello
131 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Fin dallo scoppio della pandemia di Covid, è subito apparso chiaro che una prima infezione può avere importanti conseguenze sulla salute, a breve e a lungo termine. Ma quali sono i rischi di una seconda, terza o di quarta infezione che, con l’allentamento delle restrizioni e l’emergere di nuovi ceppi virali in grado di eludere parte della risposta immunitaria, sono sempre più frequenti nella popolazione? Lo ha scoperto un team di ricerca della Washington University School of Medicine di St. Louis, nel Missouri, che ha valutato i rischi associati alle reinfezioni da Sars-Cov-2 analizzando circa mezzo milione di cartelle cliniche presenti nel database sanitario dell’US Departement of Veterans Affairs Health Care di persone risultate positive una, due o più volte a Sars-Cov-2.

Nello specifico, gli studiosi hanno esaminato le informazioni cliniche di 443.588 persone infettate da Sars-Cov-2, di cui circa 41.000 risultate due o più volte positive a distanza di almeno 90 giorni dalla prima infezione, tra marzo 2020 e il 6 aprile 2022, confrontando questi dati con quelli di 5,3 milioni di persone che nello stesso periodo di tempo non hanno contratto il Covid. Al momento dello studio, tra coloro che avevano sperimentato una reinfezione, la maggior parte delle persone aveva avuto due o tre infezioni (rispettivamente il 92,8% e il 6,3%), lo 0,9% aveva avuto quattro infezioni, e nessuno cinque o più infezioni.

Le reinfezioni aumentano il rischio di problemi la salute

Lo studio, pubblicato nel dettaglio sulla rivista scientifica Nature Medicine, ha esaminato i rischi per la salute delle reinfezioni entro i primi 30 giorni dalla positività e fino a sei mesi, tenendo conto delle diverse varianti in circolazione, come Delta e Omicron e BA.5. Nel complesso, dall’analisi è emerso che le persone che hanno sperimentato una reinfezione hanno tre volte più probabilità di essere ricoverate in ospedale, tre volte più probabilità di problemi cardiovascolari e tre volte un rischio maggiore di sviluppare coaguli nel sangue, con una probabilità di morte raddoppiata rispetto alle persone infettate una sola volta da Sars-Cov-2.

Oltre a ciò, le persone con reinfezioni hanno mostrato probabilità significativamente maggiori di sviluppare problemi polmonari, gastrointestinali, diabete, patologie renali, muscoloscheletriche e sperimentare conseguenze neurologiche. “Tali rischi – spiegano gli studiosi – erano evidenti indipendentemente dallo stato di vaccinazione, ed erano più pronunciati nella fase acuta, pur persistendo nella fase post-acuta a sei mesi”. Nel confronto con le persone che non hanno mai contratto il Covid, le conseguenze della reinfezione sono aumentate in base al numero di infezioni.

Negli ultimi mesi c’è stata un’aria di invincibilità tra le persone che hanno avuto il Covid, i vaccini e i richiami, soprattutto tra i vaccinati che hanno avuto un’infezione. Qualcuno ha iniziato a ritenere queste persone come detentrici di una sorta di superimmunità, ma non è così – ha affermato il dottor Ziyad Al-Aly, autore senior dello studio ed epidemiologo clinico presso la Washington University School of Medicine di St. Louis – . Senza ambiguità, la nostra ricerca ha dimostrato che contrarre l’infezione una seconda, terza o quarta volta contribuisce a ulteriori rischi per la salute nella fase acuta, ovvero i primi 30 giorni dopo l’infezione, e nei mesi successivi, ovvero durante la fase del Long Covid”.

131 CONDIVISIONI
32807 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views