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Farmaco contrasta la distrofia muscolare in test di laboratorio: speranze per una nuova terapia

Un team di ricerca internazionale ha osservato che il farmaco miriocina è in grado di contrastare efficacemente la distrofia muscolare in test di laboratorio.
A cura di Andrea Centini
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Bloccando farmacologicamente uno specifico gruppo di lipidi (chiamato sfingolipidi) è possibile contrastare la distrofia muscolare, una grave patologia a carico dei muscoli. Come indicato dagli autorevoli Manuali MSD, per distrofia muscolare si intende un insieme di “disturbi muscolari ereditari, caratterizzati da anomalie di uno o più geni necessari per la normale struttura e funzionalità muscolare, con conseguente debolezza muscolare di gravità variabile”. La forma più comune di questa grave patologia è la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), che comporta la perdita dell'autosufficienza e la morte prematura. Ora, grazie ai risultati di un nuovo studio condotto in laboratorio, sono state gettate le basi per un potenziale trattamento innovativo, che potrebbe migliorare in modo significativo il decorso clinico dei pazienti.

A determinare che inibendo gli sfingolipidi è possibile contrastare la distrofia muscolare è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'École Polytechnique fédérale de Lausanne (EPFL), che hanno collaborato con i colleghi dell'Istituto di Scienze dello Sport – Dipartimento di Fisiologia della Facoltà di Biologia-Medicina dell'Università di Losanna, della Scuola di Medicina della Chungnam National University di Daejeon (Corea del Sud) e di altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor Johan Auwerx, docente presso il Laboratorio di Fisiologia dei Sistemi Integrativi dell'ateneo svizzero, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto alcuni esperimenti con modelli murini (topi).

Hanno innanzitutto osservato che i topi affetti da distrofia muscolare mostrano un accumulo di composti intermedi legati alla biosintesi degli sfingolipidi, un gruppo di lipidi bioattivi coinvolto nella segnalazione, nel differenziamento e nella motilità cellulare, oltre che nell'apoptosi, il cosiddetto “suicidio cellulare”. Sono abbondanti nelle membrane che circondano le cellule (plasmalemma). “Le trascrizioni della via della biosintesi de novo degli sfingolipidi sono sovraregolate nel muscolo scheletrico dei pazienti con DMD e altre distrofie muscolari, che è accompagnata dall'accumulo di metaboliti della via degli sfingolipidi nei muscoli e nel plasma”, si legge nell'abstract dello studio. In altri termini, il metabolismo legato a questi lipidi aumenta in modo anomalo in presenza della distrofia muscolare.

Alla luce di questo legame tra gli sfingolipidi e la grave condizione patologica, il gruppo di ricerca guidato dal professor Auwerx ha voluto verificare se l'inibizione degli sfingolipidi potesse offrire benefici clinici in topi affetti da distrofia muscolare. Per questo hanno somministrato ai roditori della miriocina, un potente inibitore di un enzima strettamente legato alla via di sintesi de novo degli sfingolipidi. I risultati hanno dato loro ragione. Dopo aver trattato i topi con questa molecola, infatti, hanno osservato molteplici benefici nella progressione della patologia, con un contrasto efficace nella perdita della funziona muscolare. Sono state rilevate una riduzione l'infiammazione e la prevenzione della fibrosi del muscolo scheletrico a carico del cuore e del diaframma, grazie alla stabilizzazione dei livelli di calcio muscolare. Il farmaco, che ha anche riportato i macrofagi verso uno stato antinfiammatorio, secondo gli studiosi ha avuto un impatto clinico sulla distrofia muscolare migliore dei glucocorticoidi.

Alla luce di questi risultati molto positivi, gli scienziati ritengono che “l'inibizione della sintesi degli sfingolipidi, mirando simultaneamente a più vie patogenetiche, possa essere un forte candidato per il trattamento delle distrofie muscolari”. Naturalmente sottolineiamo che i topi non sono esseri umani e che prima di qualunque sviluppo clinico sarà necessario dimostrare la sicurezza e l'efficacia del trattamento, per il quale potrebbero passare ancora molti anni. I dettagli della ricerca “Inhibition of sphingolipid de novo synthesis counteracts muscular dystrophy” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceAdvances.

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