Ecco Capotauro, l’oggetto più misterioso fotografato dal James Webb: un’ipotesi è pazzesca

L'avveniristico Telescopio Spaziale James Webb ha catturato l'immagine di un oggetto misterioso e affascinante, la cui natura è piuttosto complessa da determinare. Gli scienziati, guidati da un team italiano, lo hanno chiamato Capotauro (formalmente CEERS U-100588), come l'antico nome del monte Corno alle Scale sull'Appennino Bolognese. Sulla base delle caratteristiche dell'oggetto sono state avanzate diverse ipotesi, fra le quali una davvero incredibile: Capotauro, infatti, potrebbe essere la galassia più antica mai scoperta, in grado di bruciare il record detenuto da MoM-z14 (MoM è l'acronimo di Miraggio o Miracolo) di ben 200 milioni di anni.
Secondo gli studiosi, infatti, la presunta galassia Capotauro potrebbe essere “nata” appena 90 milioni di anni dopo il Big Bang, il fenomeno che ha dato inizio all'espansione dell'Universo. Ciò sfida diverse teorie sulla formazione delle galassie – la sua massa prossima al miliardo di soli, ad esempio, non avrebbe avuto il tempo materiale per crearsi – tuttavia l'ipotesi resta sul tavolo, così come le altre. Capotauro potrebbe infatti essere una galassia giovanissima (l'esatto opposto) e intrusa nella Via Lattea; un'enigmatica stella buco nero o quasi-stella; un pianeta vagante; oppure una nana bruna, una stella fallita a metà strada tra un gigante gassoso e una stella. Saranno necessarie ulteriori e approfondite indagini per determinarlo, ma al momento si può dire che siamo innanzi a qualcosa di realmente speciale.
A scoprire e descrivere Capotauro è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani dell'Università di Padova e dell'Osservatorio INAF (Istituto Nazionale di Astronomia e Fisica) della medesima città, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti. Fra quelli coinvolti l'Osservatorio Astronomico di Roma, l'Università del Texas di Austin, il Dipartimento di Fisica dell'Università “Sapienza” di Roma Sapienza, il Goddard Space Flight Center della NASA, lo Space Telescope Science Institute, l'Università Sorbona di Parigi, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e molti altri. I ricercatori, coordinati dal dottor Giovanni Gandolfi del Dipartimento di Fisica e Astronomia "G. Galilei" dell'Università di Padova, hanno rilevato Capotauro nei dati del Cosmic Evolution Early Release Science (CEERS) Survey.

La natura dell'oggetto è molto complessa da determinare, alla luce dei segnali luminosi ambigui, ma le analisi suggeriscono che potrebbe essere una lontanissima galassia di tipo Lyman-break, con uno spostamento verso il rosso fotometrico (z) – o redshift – di 32. Per fare un confronto numerico, la Galassia Triangolo (M33) sita a 2,7 milioni di anni luce da noi ha un redshift di 0,0006, mentre Andromeda (M31) di -0,001 perché si sta avvicinando (quindi blueshift, è negativo). Il numero 32 significa che la luce di quella galassia avrebbe viaggiato per 13,7 miliardi di anni (essendo nata 90 milioni di anni dopo il Big Bang) prima di essere colta da noi, grazie agli strumenti sensibilissimi del James Webb. Tra le caratteristiche peculiari il fatto che Capotauro non emette luce nel filtro F356W mentre è visibile in quello F444W, inoltre presenta un significativo calo di 3 magnitudini (luminosità apparente) nello spettro tra 3,5 e 4,5 μm.
Da questi dati il dottor Gandolfi e colleghi ipotizzano che Capotauro possa essere anche un oggetto sub-stellare all'interno della nostra galassia, la Via Lattea, come la sopracitata nana bruna o magari una quasi-stella, un'ipotetica e massiccia stella presente agli albori dell'Universo. Possibili anche il pianeta vagante o una galassia molto giovane e “intrusa” con valore z di 6. L'ipotesi extragalattica resta sicuramente quella più affascinante, ovvero una galassia polverosa e antichissima a 13,7 miliardi di anni luce da noi. “Capotauro potrebbe essere la galassia più lontana mai vista in una scala temporale compatibile con le prime stelle e buchi neri a formarsi nell'universo”, ha affermato il dottor Gandolfi a New Scientist. Serviranno ulteriori e più approfondite indagini per determinarne la natura. I dettagli della ricerca “Mysteries of Capotauro — investigating the puzzling nature of an extreme F356W-dropout” sono stati su ArXiv in attesa della revisione paritaria per la pubblicazione su una rivista scientifica.