È vero che il cancro in futuro si trasmetterà come un virus? L’oncologo Porta risponde a Fanpage.it

In questi giorni è diventata virale un'intervista di una giornalista de La Stampa a David Quammen, durante la quale il famoso divulgatore scientifico ha affermato che il cancro, secondo "alcune rivelazioni", "sarebbe già trasmissibile come un virus tra animali e in futuro potrebbe succedere tra umani". Il riferimento è a un meccanismo chiamato "trasferimento genico orizzontale", che secondo l'autore del best seller Spillover – di cui tanto si è parlato durante la pandemia di COVID-19 – è in grado di trasmettere "l’ereditarietà tra i vari regni animali e non solo in verticale dai genitori alla prole". In altri termini, secondo l'inquietante previsione di Quammen, in futuro i tumori potrebbero trasmettersi tra uomo e uomo come una malattia infettiva. Mette i brividi solo a immaginarlo.
Alla luce di questa forte e spiazzante dichiarazione, fatta ai margini della presentazione del suo nuovo libro “L'evoluzionista riluttante” (dedicata a Charles Darwin) tenutasi in Toscana, Fanpage.it ha voluto indagare più a fondo sulla questione intervistando un oncologo. Nello specifico, abbiamo contattato il professor Camillo Porta dell'Università “Aldo Moro” di Bari, specialista del carcinoma renale. Ecco cosa ci ha raccontato.
Professor Porta, il divulgatore scientifico David Quammen ha affermato che il cancro in futuro potrebbe essere trasmesso tra gli esseri umani come un virus: cosa significa e quanto è concreto questo rischio?
Per fortuna non è concreto per nulla. Diciamo che teoricamente ci potrebbe essere il trasferimento di sequenze di DNA tumorale attraverso i virus, ma questo non vuol dire che un domani i tumori si trasmetteranno come le malattie infettive.
Ci spieghi
Nel corso dell'evoluzione noi abbiamo integrato nel nostro DNA tantissime sequenze virali non umane, soprattutto aviarie. Ce ne sono tantissime nel nostro DNA. E ovviamente tutto ciò che non è umano e che va a trovarsi all'interno del DNA, teoricamente, a seconda della posizione dove va a finire potrebbe attivare degli oncogeni o disattivare dei geni oncosoppressori. Ma questo avviene a livello di evoluzione, parliamo di qualcosa che succede nell'arco di decine di migliaia di anni. Le probabilità che questo meccanismo porti a un tumore sono estremamente basse. Anzi, sono praticamene nulle. Il meccanismo che potrebbe spiegare quello che dice questo divulgatore c'è, è conosciuto ed è stato responsabile di tutta una serie di patologie, ma da qui a dire che nel prossimo futuro i tumori si trasmetteranno come malattie infettive ce ne vuole. Non è assolutamente credibile. Credo sia più una provocazione che altro.
Non c'è dunque nemmeno l'ipotesi che questo meccanismo possa evolvere in qualche modo fino a scatenare un evento del genere
Assolutamente no
Quammen afferma che "secondo alcune rivelazioni" la trasmissibilità del cancro sarebbe stata già osservata fra animali. A cosa si riferisce esattamente? Al tumore facciale del diavolo (o DFTD) dei diavoli della Tasmania?
C'era stata in passato l'ipotesi che i diavoli della Tasmania potessero trasmettersi i tumori da un soggetto all'altro. In realtà questo è legato al fatto che sono animali molto aggressivi che sviluppano un tumore facciale, si mordono fra di loro e sostanzialmente fanno attecchire cellule tumorali negli altri animali che vengono morsi. Fra l'altro in presenza di un sistema immunitario molto particolare. Quindi in realtà non è una trasmissione diciamo lineare, da soggetto a soggetto.
Ci sono altri esempi oltre a quello dei diavoli della Tasmania?
No, non solo negli uomini ma in nessun genere è previsto che questo possa succedere. Ci sono dati molto recenti che riguardano la neoplasia di cui mi occupo – il tumore del rene – che dicono che queste sequenze di DNA aviario finite in mezzo al nostro DNA nel corso dell'evoluzione non fanno altro stimolare il sistema immunitario, in realtà, per cui non è nulla di pericoloso.
Quammen fa riferimento al "trasferimento genico orizzontale" tra i vari regni, sottolineando proprio il fatto che nel nostro DNA sono presenti questi frammenti genomici di virus incorporati. Come farebbe un simile meccanismo a determinare un cancro trasmissibile?
È altamente improbabile. Dovrebbero occorrere situazioni veramente poco, poco probabili e su larga scala, il che rende il tutto ancora più improbabile. Impossibile. In un singolo soggetto e per caso potrebbe anche accadere che una sequenza di DNA non umano vada a finire vicino a un oncogene – ed è una probabilità bassissima. Che questo possa succedere su larga scala ci sono lo 0,0000000 (e tanti altri 0) percento di probabilità prima che possa iniziare. Per cui no, non è assolutamente credibile. È una provocazione che riguarda una problematica importante in medicina, che è quella del ruolo di sequenze non umane all'interno del nostro DNA. Ma questo non vuol dire che appunto domani, dopodomani o fra X anni trasferiremo un tumore attraverso i virus o li trasmetteremo come una malattia infettiva, insomma. Assolutamente no.