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Due braccia robotiche controllate col pensiero consentono a un uomo di tornare a mangiare da solo

La straordinaria impresa è decritta in un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Neurorobotics e si basa su un’interfaccia cervello-macchina che ha richiesto 15 anni di ricerca.
A cura di Valeria Aiello
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Un uomo di 49 anni, che da 30 soffre di una lesione al midollo spinale che lo ha parzialmente paralizzato, è stato in grado di tornare a mangiare da solo grazie all’aiuto di un paio di braccia robotiche controllate con il pensiero. La straordinaria impresa, descritta in uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Neurorobotics, è stata conseguita da un team di ricercatori del Laboratorio di Fisica applicata e della Scuola d Medicina della Johns Hopkins University, nel Maryland, nell’ambito del programma Revolutionizing Prosthetics originariamente promosso dalla Defense Advanced Research Projects Agency del Dipartimento della  Difesa degli Stati Uniti.

L’approccio si basa su oltre 15 anni di ricerca in scienze neurali, robotica e software, che hanno consentito agli scienziati di sviluppare un sistema capace di rispondere ai segnali di movimento muscolare trasmessi attraverso un’interfaccia cervello-macchina (BMI). In altre parole, due bracci robotici – uno con una forchetta in mano, e l’altro con un coltello – sistemati vicino all’uomo, seduto davanti a un tavolo, hanno permesso al 49enne di tagliare una fetta di torta delle dimensioni di un boccone e di portarla alla bocca in meno di 90 secondi.

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Il sistema, chiamato anche interfaccia cervello-computer, fornisce un collegamento di comunicazione diretta tra uomo e macchina, che decodifica i segnali neurali e li “traduce” per eseguire varie funzioni, dallo spostamento di un cursore su uno schermo al taglio un fetta di torta. In questo particolare esperimento, i segnali di movimento muscolare provenienti dal cervello hanno aiutato a controllare le protesi robotiche.

“Questo approccio di controllo condiviso ha lo scopo di sfruttare le capacità intrinseche dell’interfaccia cervello macchina e del sistema robotico, creando un ambiente […] in cui l’utente può personalizzare il comportamento di una protesi intelligente – ha spiegato il dott. Francesco Tenore, senior project manager nel dipartimento di ricerca e sviluppo esplorativo di APL e autore senior dello studio – Sebbene i nostri risultati siano preliminari, siamo entusiasti di offrire agli utenti con capacità limitate un vero senso di controllo su macchine assistive sempre più intelligenti”.

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