Dormire poco fa invecchiare più velocemente il tuo cervello: “Anche un solo anno in più può fare la differenza”

Anche se può sembrare tempo perso, dormire è fondamentale per la nostra salute e il corretto funzionamento del nostro cervello. Diversi studi hanno infatti dimostrato come un sonno insufficiente o di scarsa qualità possa, sul lungo periodo, aumentare il rischio di diverse condizioni o patologie, come obesità, diabete e perfino malattie neurodegenerative.
Ora un nuovo studio ha approfondito gli effetti della mancanza di sonno, osservando nel dettaglio cosa succede nel cervello di chi dorme male o troppo poco. Per farlo, gli autori di questo nuovo lavoro hanno infatti studiato le risonanze magnetiche di oltre 27.000 adulti tra i 40 e i 70 anni residenti nel Regno Unito. I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet, parlano chiaro: nelle persone che sono abituate a dormire poco, o comunque meno del tempo necessario, il cervello invecchia più velocemente di quanto dovrebbe accadere in base all'età effettiva della persona.
Come appare il cervello se dormi poco
In questo articolo pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica The Conversation, la ricercatrice Abigail Dove, del Karolinska Institutet, in Svezia, tra gli autori che hanno partecipato allo studio, spiega come l'età cerebrale dei partecipanti sia stata misurata attraverso 1.000 diversi marcatori rilevabili dalle risonanze magnetiche. Tra questi ci sono ad esempio la perdita di tessuto cerebrale, il danno ai vasi sanguigni e l'assottigliamento della corteccia. Stabilire l'età cerebrale del cervello può dire molte cose sulla salute di una persona, in quanto sappiamo che un'età cerebrale maggiore rispetto a quella effettiva – spiega la ricercatrice – può aumentare il rischio di declino cognitivo, demenza e perfino di morte precoce.
Per stimare il ruolo della qualità del sonno sull'età cerebrale dei partecipanti i ricercatori si sono concentrati su cinque parametri, ovvero il loro cronotipo, se serale o mattiniero, il numero di ore di sonno a notte, la percezione di sonnolenza durante il giorno, la presenza di insonnia e se e quanto russassero durante la notte. Poi hanno messo insieme tutti e cinque i valori per creare una specie di punteggio della qualità del sonno: quindi, più alto era il punteggio ottenuto dal singolo partecipante, maggiore era la qualità del suo sonno. In generale, il sonno dei partecipanti che ottenevano valori positivi in tutti i parametri, o anche solo in quattro su cinque, veniva considerato sano, mentre in presenza di tutti e cinque i parametri negativi, o uno solo positivo, il sonno veniva qualificato come scarso.
Dal confronto tra l'età cerebrale calcolata in base ai marcatori visibili nelle risonanze magnetiche e il punteggio ottenuto nella qualità del sonno i ricercatori hanno visto che le persone che avevano una buona qualità del sonno – cioè quattro o cinque caratteristiche positive – mostravano un cervello in linea con la loro età reale. Al contrario, i partecipanti che dormivano male avevano un cervello che sembrava in media quasi un anno più vecchio di come avrebbe dovuto essere in base alla loro età cronologica.
I ricercatori hanno anche calcolato che "il divario tra età cerebrale ed età cronologica aumentava di circa sei mesi per ogni punto in meno nel punteggio di sonno sano". Considerati singolarmente, invece, erano due i parametri che più incidevano sull'età cerebrale: le ore di sonno e il cronotipo serale, ovvero la tendenza ad addormentarsi tardi.
Il ruolo del sonno
Anche se un divario di un anno tra età cerebrale ed età cronologica può sembrare poco – spiega l'esperta – non lo è affatto, perché sul lungo periodo l'invecchiamento cerebrale precoce può aumentare il rischio di molte condizioni, tra cui quello di sviluppare la demenza e altre patologie neurologiche.
Le ragioni per cui la mancanza di sonno abbia effetti così importanti sulle strutture cerebrali non sono ancora del tutto chiare, ma secondo una delle ipotesi più accreditate potrebbe esserci un collegamento tra sonno scarso e infiammazione del corpo. Quest'ultima, infatti, sul lungo periodo può causare diversi danni all'organismo, anche sul cervello, ad esempio "danneggiando i vasi sanguigni, innescando l'accumulo di proteine tossiche e accelerando la morte delle cellule cerebrali".
Inoltre, dormire male o poco può compromettere il sistema glinfatico, il meccanismo, che si attiva soprattutto durante il sonno, attraverso cui il cervello smaltisce le scorie che accumula durante il giorno, e aumentare il rischio di altre condizioni, come obesità, diabete o malattie cardiovascolari, che tra le altre cose possono avere conseguenze negative anche sulla salute del cervello.