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Dopo anni avvistato il manumea, rarissimo parente del dodo: l’uccello è in pericolo critico di estinzione

Durante una recente spedizione nella foresta pluviale di Uafato, nell’arcipelago di Samoa, i ricercatori hanno avvistato esemplari di manumea o piccione dentato, un uccello rarissimo e in pericolo di estinzione. Ne restano pochissimi esemplari ed è corsa contro il tempo per salvarli. Il manumea è un parente stretto del dodo estinto nel XVII secolo: Colossal Biosciences vuole proteggerlo e usare il suo DNA per de-estinguere l’iconico uccello delle Mauritius.
A cura di Andrea Centini
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Immagine realizzata con l’IA
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A cinque anni dall'ultimo avvistamento confermato, recentemente alcuni esemplari di manumea sono stati osservati dai ricercatori in una foresta di Uafato sull'isola di Upolu, una delle principali dell'arcipelago di Samoa (Stato insulare della Polinesia). Il manumea, il cui nome scientifico è Didunculus strigirostris, in italiano è conosciuto come piccione dentato – o piccione dal becco dentato – ed è una delle specie più minacciate al mondo. Non a caso è classificata come in pericolo critico di estinzione (codice CR) sulla Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e da alcuni anni è al centro di un importante programma di conservazione, anche se è difficilissimo incontrare gli ultimi animali in vita.

Esemplare di manumea fotografato all’inizio del XX secolo. Credit: wikipedia
Esemplare di manumea fotografato all’inizio del XX secolo. Credit: wikipedia

Tra i principali sostenitori del progetto vi è l'azienda biotecnologica statunitense Colossal Biosciences, che sta lavorando alacremente per riportare in vita specie estinte come tilacino, mammut e dodo. Il manumea è la specie vivente più vicina al dodo dal punto di vista filogenetico – il nome del genere significa proprio piccolo dodo – e la raccolta del suo DNA dovrebbe aiutare gli scienziati nel (criticato) processo di de-estinzione dell'uccello delle Mauritius, scomparso nel XVII secolo a causa dell'uomo. L'idea è anche quella di avviare un progetto di riproduzione in cattività con successiva reintroduzione in natura, ma al momento la ricerca di campioni è stata infruttuosa, alla luce della difficoltà di incontrare gli ultimi esemplari di manumea nelle foreste pluviali di Samoa.

Ad annunciare il recente avvistamento dei manumea è stata la Samoa Conservation Society, che sta collaborando attivamente assieme all'azienda americana con BirdLife International, Gruppo specialistico IUCN per Piccioni e Colombe, Ministero dell'Ambiente e delle Risorse Naturali di Samoa e due zoo (di Londra e Toledo) per raccogliere dati su questi elusivi uccelli. “Siamo entusiasti di annunciare che il nostro team ha avvistato dei manumea nelle foreste di Uafato!”, ha scritto Samoa Conservation Society in un post su Facebook. “Anche se questa volta non siamo riusciti a scattare una foto (i rapidi movimenti dell'uccello dentro e fuori dalla vegetazione, l'elevata distanza dell'osservazione improvvisa hanno reso il tutto quasi impossibile), gli avvistamenti sono una forte conferma che il manumea è ancora qui! Negli ultimi 20 giorni, diversi membri del team hanno avvistato l'uccello, sia individualmente che in gruppo, il che suggerisce che potrebbe essere alla ricerca di cibo nella zona piuttosto che nidificare, poiché non sono stati trovati nidi o giovani esemplari.”

Il manumea è una specie endemica delle isole Upolu e Savai'i dell'arcipelago polinesiano; ciò significa che vive solo lì. È anche l'animale nazionale di Samoa. Non è noto quanti di questi uccelli siano ancora in vita, ma sono sicuramente pochissimi, visti gli esigui avvistamenti degli ultimi decenni in netto contrasto con l'abbondanza confermata fino agli anni '80. Gli esperti ritengono che possano sopravvivere appena dai 50 ai 100 esemplari. Ciò che è certo è che la distruzione dell'habitat naturale, la caccia di frodo e la predazione da parte delle specie introdotte (aliene) rappresentano le principali minacce a cui il manumea è esposto. È un destino comune a molte specie che vivono esclusivamente sulle isole. L'estinzione del manumea sarebbe sempre più vicina, proprio per questo è così importante che le misure di tutela in atto siano estese e incisive.

Illustrazione di manumea. Credit: John Gould
Illustrazione di manumea. Credit: John Gould

L'ultima spedizione condotta nelle foreste pluviali di Uafato è stata un successo, dato che vari membri del team hanno confermato di aver avvistato gli elusivi uccelli, lunghi al massimo una quarantina di centimetri e dal peso di 400 grammi. Il piumaggio è nero – bluastro, con ali rosso scuro e riflessi verdi, la coda è corta e il becco è curvo e robusto, simile a quello del dodo; è impossibile confondere un manumea con altri uccelli. Purtroppo non è stato possibile scattare foto degli esemplari visti di sfuggita, ma dato che più esperti hanno confermato di averli osservati, ci sono concrete possibilità che sia un avvistamento ufficiale e non un “abbaglio” (come spesso capita in queste circostanze).

La presenza del manumea, come indicato da IFLScience, era stata confermata anche da una IA – che ha analizzato i canti degli uccelli registrati nella zona – e dalla segnalazione di un birdwatcher lo scorso anno. Manca la prova regina, ovvero una fotografia o un video, ma gli esperti sono certi di essere sulla strada giusta per avviare il progetto di conservazione della specie (con annessa possibilità di de-estinzione per il dodo). Solo alcuni giorni fa era stato segnalato l'avvistamento del gatto dalla testa piatta in Thailandia, dopo quasi 30 anni dall'ultima segnalazione.

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