video suggerito
video suggerito
Covid 19

Covid, perché la variante LP.8.1 è così elusiva: la raccomandazione è quella di aggiornare i vaccini

La variante LP.8.1 del coronavirus SARS-CoV-2 è in rapidissima crescita ed è diventata quella dominante a livello mondiale e in diversi Paesi. L’EMA, pertanto, raccomanda di aggiornare i vaccini anti Covid per la campagna vaccinale 2025/2026 a causa della sua immunoevasività. L’infezione non provoca una forma più aggressiva di COVID-19.
A cura di Andrea Centini
476 CONDIVISIONI
Particelle virali del coronavirus su cellule. Credit: NIAID
Particelle virali del coronavirus su cellule. Credit: NIAID
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In base ai dati dell'ultimo bollettino dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, la variante LP.8.1 è responsabile del 70 percento dei casi di COVID-19 (la malattia provocata dal coronavirus SARS-CoV-2), consolidando così la sua posizione di variante dominante nel Paese già acquisita nei mesi scorsi. Questo ceppo, discendente della variante JN.1 (BA.2.86.1.1) che appartiene alla famiglia Omicron, ha guadagnato lo scettro di “prima della classe” in diversi Paesi asiatici – come Thailandia e Singapore – e continua a crescere a ritmi sostenuti anche in Italia e in altre nazioni europee. Complessivamente, come spiegato dall'Emergency Task Force (ETF) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) in una nota, anche a livello mondiale LP.8.1 ha preso il posto di JN.1 e dalla derivata ricombinante XEC.

I sintomi dell'elusiva variante LP.8.1

La ragione di questa significativa ascesa di LP.8.1, che è stata classificata come variante sotto monitoraggio (VUM) dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo scorso 24 gennaio, è legata alla sua eccezionale capacità di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti; sia quelli indotti da precedenti infezioni naturali che quelli legati ai vaccini anti Covid. Ciò, tuttavia, non significa che questi preziosissimi farmaci non funzionino più. Tutt'altro. I vaccini, infatti, continuano ancora a proteggere efficacemente contro la forma grave e mortale della COVID-19, la malattia scatenata dal patogeno pandemico. Ma il calo dell'efficacia immunizzante favorisce le reinfezioni e la circolazione virale, che a sua volta può catalizzare la diffusione di ulteriori varianti, anche potenzialmente più virulente e aggressive. Fortunatamente non è il caso di LP.8.1, dato che i sintomi simil influenzali riscontrati nei pazienti come febbre, mal di testa, mal di gola, affaticamento, tosse, dolori muscolari e alterazioni di gusto e olfatto sono sempre gli stessi.

Perché l'EMA raccomanda di aggiornare i vaccini anti Covid

Alla luce della notevole immunoevasività, in una recente nota pubblicata dall'ETF dell'EMA si sottolinea la necessità di aggiornare i prossimi vaccini anti Covid per la campagna vaccinale 2025/2026 proprio contro la variante LP.8.1. “Le prove indicano che il targeting di LP.8.1 contribuirà a mantenere l'efficacia dei vaccini con la continua evoluzione del SARS-CoV-2. I vaccini mirati ai ceppi JN.1 o KP.2 potrebbero essere ancora presi in considerazione per le campagne di vaccinazione del 2025, fino a quando non saranno disponibili vaccini LP.8.1 aggiornati”, evidenzia l'organo sanitario europeo. L'obiettivo, chiaramente, è avere a disposizione vaccini con la massima efficacia neutralizzante per i soggetti fragili e anziani che sono più esposti al rischio di sviluppare la forma grave dell'infezione.

Perché la variante LP.8.1 è così elusiva

Ma cos'è che rende così elusiva questa “nuova” variante, in realtà identificata per la prima volta nel luglio del 2024? Come sempre, il segreto risiede nella proteina S o Spike, il grimaldello biologico che permette al coronavirus SARS-CoV-2 di legarsi al recettore ACE-2 sulle cellule umane, scardinare la parete cellulare, inserire l'RNA virale e dare il via al processo di infezione, che a sua volta può sfociare nella forma patologica nota come COVID-19. Come evidenziato nel documento Tracking SARS-CoV-2 variants dell'OMS, la variante LP.8.1 presenta le stesse mutazioni di JN.1 rispetto a Omicron originale più le seguenti novità sulla proteina Spike: S:S31; S:F186L; S:R190S; S:R346T; S:V445R; S:F456L; S:Q493E; S:K1086R; ed S:V1104L.

La mutazione che preoccupa di più

Fra queste nove mutazioni, quella responsabile della maggiore immunoevasività, cioè la capacità di eludere i sopracitati anticorpi neutralizzanti, sarebbe V445R, come spiegato dal professore di microbiologia Thomas Jeffries della Western Sydney University in un articolo su The Coversation. Lo studio “Virological and antigenic characteristics of SARS-CoV-2 variants LF.7.2.1, NP.1, and LP.8.1” pubblicato su The Lancet Infectious Diseases da scienziati dell'Università Peking (Cina), ha evidenziato che la nuova variante dominante presena un legame col sopracitato recettore ACE2 “eccezionalmente elevato”, così come “un'elevata evasione immunitaria” simile a quella della variante XEC.

In parole semplici, questa variante riuscirebbe a legarsi con maggiore efficacia al recettore ACE2 delle cellule polmonari e di conseguenza a scatenare infezioni e reinfezioni, pur in un contesto di "rischio basso per la salute pubblica", come indicato dall'OMS. I risultati dello studio "evidenziano ancora una volta il forte compromesso tra l'evasione immunitaria e la forza del legame ACE2 nell'evoluzione del SARS-CoV-2 e sottolineano l'importanza di monitorare LP.8.1, soprattutto dopo la sua recente acquisizione convergente della mutazione Ala475Val", hanno chiosato il professor Yunlong Cao e colleghi nell'articolo.

476 CONDIVISIONI
32844 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views