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Cos’è questa storia del bambino geneticamente modificato a cui i miliardari tech lavorano in segreto

Una startup di San Francisco sostenuta da Sam Altman (OpenAi) e Brian Armstrong (Coinbase) starebbe lavorando alla nascita di un bambino geneticamente modificato per prevenire una malattia ereditaria. La rivelazione del Wall Street Journal.
A cura di Valeria Aiello
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Da mesi, una startup di San Francisco chiamata Preventive porterebbe avanti un progetto controverso: la nascita di un bambino geneticamente modificato. L’indiscrezione arriva dal Wall Street Journal, che cita fonti interne e documenti riservati. La società sarebbe sostenuta dai miliardari della Silicon Valley, tra cui Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, e Brian Armstrong, co-fondatore e CEO di Coinbase.

Secondo quanto riportato, Preventive avrebbe identificato una coppia affetta da una malattia genetica disposta a partecipare al progetto, che prevede la modifica mirata di un embrione per prevenire la trasmissione del difetto ereditario al bambino.

L’editing genetico degli embrioni umani è vietato negli Stati Uniti e in molti altri Paesi, ma il Wall Street Journal riferisce che Preventive avrebbe identificato i luoghi dove la legge consente questo tipo di esperimenti, come gli Emirati Arabi Uniti.

La circostanza ricorda per certi versi la storia dello scienziato cinese He Jiankui, finito in carcere per aver fatto nascere i primi bambini geneticamente modificati – due gemelle e un terzo bambino – affinché fossero immuni all’HIV.

Il progetto segreto per creare un bambino geneticamente modificato

L’iniziativa che coinvolge la startup Preventive punta a spingersi oltre i confini della genetica riproduttiva, utilizzando tecniche di editing su embrioni umani per creare bambini con il genoma modificato, nella speranza di prevenire malattie ereditarie.

Questo tipo di modifiche in fase embrionale, così come su spermatozoi e ovuli, è vietata per fini riproduttivi, negli Stati Uniti e in molti altri Paesi nel mondo, il che rende ogni passo del progetto assolutamente controverso non solo da un punto di vista legale ma anche etico.

Tecnologie come CRISPR e altri strumenti di editing, già promettenti in trattamenti post-natali per correggere geni difettosi, comportano rischi significativi quando applicati agli embrioni. Possono generare effetti off-target e anomalie genetiche imprevedibili, come rotture in entrambi i filamenti di DNA che innescano meccanismi di riparazione non sempre precisi, causando cancellazioni o duplicazioni di frammenti genetici.

Studi recenti, come quelli presentati al 39° Congresso della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (ESHRE), hanno evidenziato che queste alterazioni possono estendersi a grandi porzioni di cromosomi, compromettendo la vitalità degli embrioni. Se tuttavia venissero trasferiti nell’utero, tali embrioni potrebbero dare origine a bambini con gravi anomalie congenite, sottolineando quanto la sperimentazione germinale resti una frontiera estremamente delicata e rischiosa.

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