Cos’è l’insufficienza epatica fulminante, la condizione che può aver causato la morte di Giorgio Armani

L’insufficienza epatica fulminante è una condizione grave e improvvisa, in cui il fegato smette rapidamente di funzionare. Sarebbe questa la causa della morte di Giorgio Armani, scomparso giovedì 4 settembre all’età di 91 anni, secondo le voci sul declino che avrebbe portato lo stilista al decesso.
Le complicanze degli ultimi mesi ne avevano provato il fisico, già messo alla prova da un’infezione polmonare che a giugno lo aveva obbligato ad assentarsi per la prima volta in carriera alle sfilate di Milano e Parigi. Armani si era ripreso, l’11 luglio aveva festeggiato il suo compleanno, in famiglia, ma pochi giorni dopo “sono cominciate le complicazioni al fegato, era dimagrito parecchio” scrive il Corriere della Sera. “Già quindici anni fa lo avevano messo in difficoltà con una brutta patologia dalla quale era uscito consapevole di dover sempre stare attento all’alimentazione e alla cura”.
Cos’è l’insufficienza epatica fulminante
L’insufficienza epatica è una grave e improvvisa compromissione delle funzioni del fegato, che può svilupparsi in forma acuta o fulminante, nel giro di pochi giorni o settimane, oppure gradualmente, nel corso di mesi o anni.
La condizione in genere si presenta con ittero (colorazione gialla della cute e degli occhi), tendenza a sanguinare, accumulo di liquidi nell’addome (ascite), stati confusionari e altri sintomi generici, come sonnolenza, debolezza, nausea e inappetenza.
Per la diagnosi, si eseguono esami del sangue per valutare la funzionalità epatica che, in caso di insufficienza renale, risulta gravemente compromessa, producendo ed eliminando meno urina, il che porta a un accumulo di sostanze tossiche nel sangue. Anche la respirazione può diventare difficoltosa.
Quali sono le complicazioni dell’insufficienza epatica
L’insufficienza epatica produce diverse complicazioni, perché il fegato non è più in grado di metabolizzare adeguatamente la bilirubina (un prodotto di scarto che si forma quando i globuli rossi vecchi vengono distrutti) per poterla eliminare dall’organismo. La bilirubina tende ad accumularsi nel sangue e si deposita nella cute, provocando l’ittero.
Il fegato non riesce nemmeno a sintetizzare le proteine sufficienti per favorire la coagulazione, aumentando la tendenza al sanguinamento.
“Ad esempio, un’emorragia che sarebbe lieve in altre persone (come la fuoriuscita di sangue dovuta a un piccolo taglio o la perdita di sangue dal naso) potrebbe non arrestarsi da sola e persino risultare clinicamente difficile da controllare – spiegano gli esperti dei Manuali MSD – . La perdita di sangue può condurre a un abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione) e a shock”.
La pressione sanguigna nelle vene che portano il sangue dall’intestino al fegato è spesso elevata, il che può portare all’accumulo di liquidi nella cavità addominale (ascite). Anche le funzioni cerebrali possono deteriorarsi perché il fegato non riesce a rimuovere le sostante tossiche come fa normalmente, che si accumulano nel sangue.
Nell’insufficienza epatica acuta, una persona può passare da uno stato di salute normale a quello terminale in pochi giorni. “L’insufficienza epatica acuta è un’emergenza medica, si produce e si elimina meno urina dal corpo, portando a un accumulo di sostanze tossiche nel sangue – precisano gli esperti – . I soggetti che la sviluppano dovrebbero essere valutati presso un centro trapianti ed essere ricoverati in unità di terapia intensiva”.