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Cos’è l’ameba mangia-cervello, sintomi e perché i lavaggi nasali aumentano il rischio di prenderla

Le amebe mangia-cervello, come Naegleria fowleri e Acanthamoeba ssp., sono microrganismi presenti naturalmente nel suolo e in molti tipi di acqua, anche del rubinetto: possono entrare nell’organismo attraverso il naso, gli occhi o le ferite e, raggiungere il cervello, dove provocano malattie estremamente gravi e spesso mortali. Su dieci casi di infezione documentati negli Stati Uniti, tutti i pazienti avevano effettuato lavaggi nasali prima della comparsa dei sintomi.
A cura di Valeria Aiello
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Un'ameba del genere Acanthamoeba, un tipo di protisti
Un'ameba del genere Acanthamoeba, un tipo di protisti che causa malattie gravi e spesso mortali / Credit: CDC

L’ameba mangia-cervello è un nome comune utilizzato per identificare più specie di amebe, dei microrganismi (protisti) che si trovano ovunque nel mondo, nel suolo e in molti tipi di acqua, inclusa quella del rubinetto. Sono organismi unicellulari “a vita libera”, cioè che possono sopravvivere nell’ambiente senza alcun tipo di ospite ma che, occasionalmente, possono vivere come parassiti nei vertebrati, principalmente nei mammiferi, umani inclusi, causando malattie gravi e spesso mortali. A riportare l’attenzione sui rischi dell’infezione da amebe mangia-cervello, come Naegleria fowleri e Acanthamoeba ssp., è un nuovo report dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’agenzia di sanità pubblica degli Stati Uniti che, su dieci casi di infezione documentati negli USA, ha rilevato che tutti i pazienti avevano effettuato lavaggi nasali prima della comparsa dei sintomi.

L’ameba mangia-cervello può infatti entrare nell’organismo attraverso il naso (ma anche attraverso gli occhi o le ferite aperte) e può raggiungere il cervello, provocando malattie estremamente gravi e in altissima percentuale fatali. In questi casi, più rari – sempre negli Stati Uniti, si verificano dai 3 ai 12 casi gravi ogni anno  – l’82% delle infezioni risultano purtroppo letali. In genere, i primi sintomi dell’infezione da ameba mangia-cervello appaiono dopo pochi giorni e includono diversi segni aspecifici, come febbre, nausea, vomito: tuttavia, se l’ameba raggiunge il cervello, possono comparire sintomi neurologici, quali mal di testa, convulsioni e anomalie del comportamento, tutte spie di pericolose encefaliti.

Cos’è l’ameba mangia-cervello e dove si trova

Ameba mangia-cervello è un nome comune con cui ci si riferisce a un gruppo di microrganismi, chiamati protisti, generalmente raggruppati negli amebozoi, presenti naturalmente nel suolo e in molti tipi di acqua, principalmente nelle acque dolci di fiumi e laghi, ma anche nell’acqua di sorgenti termali, o in quella di piscine o nell’acqua del rubinetto, quando la disinfezione (clorazione) non è adeguata.

Di tutte le amebe conosciute, solo alcune specie sono patogene per l’uomo, come la Naegleria flowleri, un’ameba che causa la meningoencefalite amebica primaria – un grave infezione del cervello e del midollo spinale – , e le amebe del genere Acanthamoeba, responsabili di una serie di gravi infezioni, come la cheratite amebica (un’infezione della cornea) e l’encefalite amebica granulomatosa  – una pericolosa infezione del sistema nervoso centrale.

Come si contrae l’ameba mangia-cervello

Le amebe mangia-cervello, come Naegleria fowleri e Acanthamoeba ssp., possono entrare nell’organismo attraverso naso, occhi e ferite aperte, in seguito al contatto con acqua o suolo in cui sono presenti: l’infezione si può quindi contrarre, ad esempio, nuotando in fiumi o laghi contaminati, oppure mediante il lavaggio delle cavità nasali con acque infette e, più in generale, in presenza di scarsa condizioni igieniche che facilitano l’infezione.

Nel caso in cui l’acqua infetta giunge all’interno delle cavità nasali, queste amebe possono penetrare attraverso la mucosa olfattiva e risalire lungo le fibre del nervo olfattivo fino a raggiungere, mediante i bulbi olfattivi, il cervello, dove si moltiplicano molto rapidamente, causando pericolose infezioni cerebrali. L’ameba Naegleria fowleri, in particolare, può nutrirsi del tessuto nervoso cerebrale, dopo averlo digerito con un’ampia gamma di enzimi secreti: ciò provoca lesioni che aumentano la gravità della malattia, rendendola altamente letale.

Quali sono i sintomi dell’ameba mangia-cervello

I sintomi dell’infezione da amebe mangia-cervello possono variare a seconda del tipo di ameba e del distretto interessato dall’infezione, quindi dipendono dalle diverse malattie causate dal patogeno. Nel caso di Acanthamoeba spp. le malattie comprendono la cheratite (l’infezione della cornea) e l’encefalite amebica granulomatosa, una grave infezione che colpisce il cervello e il midollo spinale, i cui segni clinici variano in base alla parte del sistema nervoso centrale colpita dall’infezione. In questo caso, i cambiamenti nel comportamento possono essere un importante segnale dell’infezione.

Più in generale, i primi sintomi dell’infezione amebica al cervello sono progressivi e possono includere:

  • Febbre bassa
  • Nausea
  • Vomito
  • Vertigini
  • Irritabilità
  • Ulcere cutanee
  • Mal di testa
  • Convulsioni
  • Alterazioni sensorie
  • Diplopia (visione doppia)
  • Problemi di coordinazione
  • Cambiamenti nel comportamento

Quando le amebe Acanthamoeba spp. sono invece presenti nell’occhio, causano la cheratite amebica, un’infezione che può portare a ulcere corneali o addirittura alla cecità. Il principale fattore di rischio (85% dei casi) di questo tipo di infezioni è legato a un uso non corretto delle lenti a contatto, in particolare se le lenti sono indossate durante il bagno o il nuoto, oppure se non si disinfettano adeguatamente, ad esempio perché si usano soluzioni contaminate o acqua del rubinetto, ma anche per il mancato lavaggio delle mani prima della loro manipolazione.

Perché i lavaggi nasali aumentano il rischio

Secondo quanto rilevato dai CDC americani, anche i lavaggi nasali possono rappresentare una pericolosa via di infezione amebica. In un rapporto, recentemente pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases, l’agenzia ha dettagliato i casi di 10 pazienti statunitensi che sono stati infettati da Acanthamoeba ssp. tra il 1994 e il 2022. “Prima di manifestare i sintomi dell’infezione – indicano i CDC -, tutti i pazienti hanno effettuato lavaggi nasali per vari motivi, come alleviare la sinusite cronica, l’infiammazione dei seni nasali oppure a scopo igienico rituale”.

Di questi dieci pazienti, in sei hanno sviluppato l’encefalite amebica granulomatosa (GAE) e tre sono purtroppo morti. “Almeno quattro hanno riferito di aver utilizzato acqua del rubinetto per il lavaggio nasale e un altro paziente ha detto di aver utilizzato acqua sterile ma di aver sciacquato il dispositivo con acqua del rubinetto – aggiunge il rapporto – . Pertanto, il lavaggio nasale con acqua non sterile potrebbe essere stata la via di trasmissione dell’ameba”.

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