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Cos’è la “S” apparsa sul Sole, l’eruzione sigmoidea che anticipa la tempesta solare del 9 dicembre

Osservata dal Solar Dynamic Observatory della NASA, è una struttura caratterizzata da un filamento di plasma a forma di “S” (chiamato “sigmoide”) che può aver scatenato un’espulsione di massa coronale diretta verso la Terra. La tempesta solare risultante potrebbe arrivare sabato 9 dicembre.
A cura di Valeria Aiello
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La struttura a forma di "S" osservata sul Sole / Credit: NASA
La struttura a forma di "S" osservata sul Sole / Credit: NASA

Il Solar Dynamic Observatory (SDO) della NASA ha osservato una struttura a forma di “S” sulla superficie del Sole che può produrre espulsioni e brillamenti di massa coronale e generare una nuova tempesta solare. Formata da un filamento di plasma, definito “sigmoide”, la struttura è stata rilevata il 6 dicembre 2023 e può aver scagliato un’espulsione di massa coronale (CME) diretta verso il nostro pianeta. Secondo le prime previsioni, questo tipo di evento – conosciuto come “eruzione sigmoidea” – potrebbe scatenare una tempesta geomagnetica nella giornata di sabato 9 dicembre.

Non ne siamo ancora sicuri, perché al momento dell’esplosione, altre espulsioni di massa coronale hanno lasciato il Sole” precisano gli esperti di Spaceweather.com che hanno registrato diversi brillamenti solari nella regione AR3513, di cui il più potente (M2,35) ha il potenziale per provocare blackout radio sull’emisfero terrestre rivolto verso il Sole. Dopo la tempesta solare "cannibale" e gli eventi correlati al "buco coronale" di lunedì, l’attività solare è attualmente classificata come “moderata” dagli esperti.

Cos’è l’eruzione “sigmoidea” che anticipa la nuova tempesta solare

Il termine “sigmoide” riferito all’attività solare indica una struttura a forma di “S” visibile sulla superficie del Sole che produce eruzioni di gas caldo ionizzato, o plasma, come espulsioni e brillamenti di massa coronale, note come eruzioni sigmoidee. Questo tipo di struttura è formato da un filamento di plasma magnetizzato che assume la forma di una “S” (struttura sigmoide) ed evolve fino all’eruzione finale.

Un modello tridimensionale, elaborato da un team di astrofici guidato da Vasilis Archontis dell’Università di St. Andrews in Scozia, ha mostrato che la struttura sigmoide si origina sotto la superficie visibile del Sole.

È lì che intensi campi magnetici creano fasci di plasma attorcigliato, meno densi del materiale circostante, che iniziano a salire verso la superficie, formando una corda di plasma a forma di lettera greca Omega (Ω) – hanno precisato gli studiosi – . Le sue due estremità, i cui campi magnetici sono avvolti più strettamente nel plasma, si sollevano più rapidamente e perforano la superficie del Sole, formando inizialmente gli archi superiore e inferiore di una ‘S’ . Nel corso del tempo, queste due strutture, composte ciascuna da molti fasci di plasma intrecciati, si tirano l’una verso l’altra finché non si collegano e formano il sigmoide”.

Quando questo avviene, le linee dei campi magnetici di queste strutture, orientate in diverso modo, si riconnettono, riscaldando il plasma e scagliandolo via in espulsioni di massa coronale che, se orientate verso la Terra, possono impattare con il campo magnetico terrestre e scatenare una tempesta geomagnetica.

Quando arriva la tempesta solare dell’eruzione sigmoidea

I primi dati suggeriscono che la tempesta solare legata all’eruzione sigmoidea rilevata il 6 dicembre arriverà nella giornata di sabato 9 dicembre. Potrebbe sferzare “un colpo debole ma diretto al campo magnetico terrestre” indica il rapporto Spaceweather.com che, in considerazione dell’intensa attività solare registrata al momento dell’espulsione, attende i dati dei modelli di previsione per avere un quadro più chiaro della situazione.

Le conseguenze dell’eruzione sigmoidea

L’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre ha il potenziale per creare problemi nelle attività dei veicoli spaziali, creare blackout radio e causare problemi alla rete elettrica. Le prime informazioni relative all’espulsione di massa coronale indicano che l’espulsione di massa coronale dovuta all’eruzione sigmoidea ha generato uno “splash” di detriti largo più di 100.000 km che, tuttavia, dovrebbe avere un impatto “debole” sul campo magnetico terrestre.

Più in generale, altre conseguenze delle tempeste solari riguardano i sistemi di navigazione GPS e, in caso di eventi più intensi, si può verificare lo spostamento dell’aurora dalla sua normale residenza polare. Nel caso dell’aurora boreale, visibile nell’emisfero settentrionale, il fenomeno può essere osservato più a sud del Nord Europa, Canada ed Alaska, risultando visibile a latitudini più basse.

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