Cos’è la polmonite interstiziale che ha causato la morte di Peppe Vessicchio: come attacca i polmoni

Peppe Vessicchio è morto nel pomeriggio di ieri 8 novembre all'ospedale San Camillo di Roma all'età di 69 anni. Il direttore d'orchestra, volto noto e amato dal grande pubblico in tutta Italia, è deceduto per "una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente", ha spiegato l'ospedale romano.
Cos'è la polmonite interstiziale
La polmonite interstiziale è una forma piuttosto grave di polmonite, che interessa la parte più profonda dei polmoni, ovvero l‘interstizio polmonare. Si tratta della fitta rete di tessuto connettivo – spiega la Fondazione Auxologico – che circonda e supporta gli alveoli, le piccole, ma fondamentali sacche d'aria poste alle estremità dei bronchi, dove avviene lo scambio tra anidride carbonica e ossigeno.
La polmonite è infatti uno stato infiammatorio a carico dei polmoni, che – come spiega il Manuale MSD – può avere diverse cause: spesso è la conseguenza di un'infezione batterica o virale, ma più raramente le polmoniti possono essere conseguenza di funghi, micobatteri e parassiti.
Nella polmonite interstiziale, quando lo stato infiammatorio raggiunge livelli particolarmente elevati, il tessuto connettivo interstiziale reagisce ispessendosi. È proprio questo ispessimento a rendere gli scambi gassosi all'interno degli alveoli, che possono a loro volta infiammarsi e cicatrizzarsi, meno efficienti e complessi, perché "i gas incontrano una maggiore barriera nel passaggio dagli alveoli al sangue e viceversa", spiega la Fondazione Auxologico.
Quali sono le cause
Le cause della polmonite interstiziale possono essere diverse. Come spiega il gruppo NefroCenter, questa malattia può insorgere infatti in seguito a un'infezione virale, o più raramente dovuta a batteri, funghi e parassiti. La causa virale è tra le più comuni, ma può svilupparsi anche come una complicanza di alcune malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide o il lupus.
Sono possibili anche altre cause, meno comuni, come l'assunzione di alcuni farmaci, tra cui chemioterapici e farmaci antireumatici, o l'esposizione a sostanze chimiche tossiche come l'amianto. A volte, inoltre, non è possibile risalire alla causa della malattia e in quel caso si parla di polmonite interstiziale idiopatica.
I soggetti più a rischio
Come per la maggior parte delle patologie, oltre alle cause scatenanti, svolgono un fattore chiave anche i fattori di rischio, ovvero quelle condizioni che, se presenti, espongono le persone a un rischio maggiore di ammalarsi o contrarre forme potenzialmente gravi. Per la polmonite interstiziale questi sono l'età avanzata, la presenza di patologie cardiovascolari o altre condizioni, come il diabete e l'insufficienza renale.
Inoltre, negli ultimi anni diversi studi stanno cercando di stimare il ruolo dell'esposizione sul lungo periodo alle polveri sottili che inquinano l'atmosfera, nello specifico il particolato PM 10 e il PM 2.5. Queste infatti – sintetizza il sito del gruppo Auxologico – potrebbero irritare i bronchi rendendoli più vulnerabili all'attacco di qualsiasi agente infettivo.
I sintomi della polmonite interstiziale
Secondo il gruppo ospedaliero GVM Care & Research, non è sempre facile riconoscere i sintomi della polmonite interstiziale in quanto spesso all'inizio non sono evidenti e se presenti possono essere confusi con quelli di altre malattie respiratorie.
In ogni caso, il sintomo in genere più frequente, e conseguenza di quella minore efficienza degli scambi gassosi negli alveoli, è proprio la dispnea, ovvero la sensazione di fare fatica a respirare, quella che comunemente identifichiamo come mancanza di fiato. Questa può essere accompagnata anche da sensazione di peso sul petto e affanno. Dato che la dispnea è un sintomo che può avere più cause, è sempre importante escludere che questa sensazione non sia di natura psicologica, in quanto può essere generata anche da condizioni di forte stress psicofisico, ad esempio dovuto ad ansia o attacchi di panico.
Possono poi verificarsi anche tosse secca, febbre, spossatezza, dolore alle articolazioni, occhi e bocca secca e altri sintomi apparentemente slegati come il reflusso gastroesofageo.
Come si diagnostica e cura
Proprio perché i sintomi sono spesso aspecifici e generici, prima della diagnosi sono necessari diversi esami, che il medico valuterà in base al quadro clinico del singolo paziente. Comunque tra quelli più spesso prescritti in caso di sospetta polmonite interstiziale ci sono la radiografia del torace, la TAC (Tomografia Computerizzata ad alta risoluzione), per controllare lo stato di salute dei polmoni e la presenza di eventuali danni, mentre per valutare la respirazione il medico può ricorrere a test di funzionalità polmonare come la spirometria. Altri esami specifici, come l'emogasanalisi arteriosa, permettono di misurare i livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue.
Ovviamente però queste sono solo indicazioni di massima: in caso di sintomi è sempre fondamentale rivolgersi al proprio medico, che valuterà il singolo caso e stabilirà il percorso di diagnosi ed eventuale trattamento più adatto.
Anche per quanto riguarda le cure, infatti, non esiste una strategia unica, in quanto la polmonite interstiziale può essere trattata con terapie farmacologiche – i farmaci utilizzabili sono diversi, in base alla causa e allo stato di avanzamento della malattia – con ossigenoterapia e, nei casi più gravi, può essere necessario anche il ricorso al trapianto di polmoni.