Cosa succede al corpo se bevi solo acqua per 10 giorni

In un recente video pubblicato su Instagram, l'attore e personaggio televisivo Raz Degan ha annunciato di aver seguito un digiuno di 10 giorni, bevendo solo acqua. Nel filmato l'ex modello israeliano ha sottolineato che il digiuno “fa bene alla salute, ti rende giovane e mantiene l'intestino pulito”, aggiungendo inoltre che l'esperienza lo ha fatto rinascere e riconnettere con la natura. Le cose stanno davvero così? Non esattamente. Sebbene il digiuno possa infatti offrire dei benefici per la salute, fatto in questo modo presenta dei “lati oscuri” da non sottovalutare. In altri termini, può avere conseguenze significative, soprattutto per quelle persone che soffrono di problemi cardiovascolari, come evidenziato nel recente studio “Prolonged fasting promotes systemic inflammation and platelet activation in humans: A medically supervised, water-only fasting and refeeding study” pubblicato su Molecular Metabolism.
Tra i benefici generici del digiuno figurano sicuramente il miglioramento del metabolismo dei lipidi e la perdita di peso (per chi è intenzionato a raggiungere questo risultato), d'altro canto bere solo acqua per così tanti giorni innesca un dannoso stato infiammatorio che può esacerbare rischi per la salute cardiometabolica. Ricordiamo che infarto del miocardio, ictus e altre malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi industrializzati, pertanto aumentare sensibilmente determinati fattori associati all'infiammazione non è un'idea saggia.
Al di là di ciò che emerge dagli studi, quando si parla di digiuno – sempre più di moda, in particolar modo quello intermittente trainato dai social network – il fai-da-te è assolutamente da evitare. Specialisti ed enti sanitari sottolineano tutti la stessa cosa: chi desidera praticarlo deve essere monitorato dal punto di vista medico. La Mayo Clinic, tra le principali organizzazioni sanitarie negli Stati Uniti, raccomanda di parlarne sempre con un professionista della salute per conoscerne i pro e i contro, mentre l'Istituto Superiore della Sanità (ISS) evidenzia che “praticare il digiuno intermittente senza consultare un esperto in materia che valuti lo stato di salute generale e stabilisca il percorso più adatto, potrebbe innescare nell'organismo una serie di reazioni negative che nel tempo potrebbero rivelarsi anche molto pericolose”.
Cosa succede se non mangio per 10 giorni e bevo solo acqua: i rischi
I rischi di un digiuno totale per 10 giorni con la sola assunzione di acqua sono ben evidenziati nel sopracitato studio pubblicato su Molecular Metabolism. A condurlo un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Charles Perkins Center dell'Università di Sydney (Australia), che hanno collaborato con istituti di diversi Paesi. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Medicina dell'Università di Verona, l'Università Nazionale di Singapore, il Dipartimento NeuroFarBa dell'Università di Firenze, l'Imperial College di Londra e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. I ricercatori guidati dal professor Luigi Fontana hanno analizzato la proteomica di 20 volontari con un'età media di 52,2 anni, sottoposti a 10 giorni di digiuno con la possibilità di consumare solo acqua. La stessa situazione di Raz Degan. Ebbene, il digiuno prolungato ha innescato una risposta infiammatoria acuta, “caratterizzata da elevati livelli plasmatici di proteina C-reattiva (PCR), epcidina, midchina e interleuchina 8 (IL-8)”, spiegano gli autori dello studio.
Queste proteine sono associate a uno stato infiammatorio sistemico che, in caso di attivazione prolungata, può catalizzare il rischio di varie patologie come l'infarto del miocardio e condizioni metaboliche. “La nostra ipotesi era che il digiuno prolungato a base di acqua avrebbe ridotto l'infiammazione nel corpo”, ha spiegato il professor Fontana in un comunicato stampa dell'Università di Sydney. “Tuttavia – ha aggiunto l'esperto – abbiamo scoperto che era vero il contrario: il digiuno prolungato metteva sotto stress il corpo e incrementava il numero di proteine pro-infiammatorie nel sangue, aumentando potenzialmente il rischio di problemi di salute per le persone con patologie cardiache e vascolari preesistenti”.
Se ciò non bastasse, è stato osservato un incremento della degranulazione piastrinica, oltre che una una sovraregolazione del complemento e della cascata della coagulazione. Ciò può aumentare il rischio di trombi, favorire la progressione dell'aterosclerosi, vasculiti e altre condizioni. Chiaramente si tratta di conseguenze potenziali, ma proprio per questo è fondamentale farsi seguire attentamente da un medico, quando si decide di intraprendere un percorso di digiuno. Segnaliamo inoltre che i partecipanti allo studio hanno sperimentato eventi di cefalea (mal di testa), pressione bassa e disturbi del sonno (insonnia).
I benefici del digiuno
Tra i principali benefici del digiuno vi sono miglioramenti della salute metabolica (in particolar modo la regolazione del glucosio nel sangue); perdita di peso; controllo della frequenza cardiaca; e resistenza allo stress, come evidenziato dall'ISS. Molti di questi benefici derivano da fattori evolutivi, poiché i nostri antenati non avevano sempre la disponibilità di cibo che abbiamo noi oggi. “Le cellule – spiega l'Istituto Superiore di Sanità – hanno imparato a rispondere al digiuno instaurando una risposta duratura di adattamento allo stress: aumentando le difese antiossidanti, riducendo l'infiammazione e incrementando i meccanismi di riparazione del DNA; caratteristiche importanti di resistenza verso numerose malattie”.
I partecipanti allo studio dopo 10 giorni di digiuno – seguiti da 5 di “rialimentazione” ad hoc – hanno perso il 7,7 percento del peso corporeo e il 6 percento della circonferenza della vita. Ma non solo. È stata osservata una significativa riduzione di determinate proteine beta-amiloidi nel sangue chiamate Aβ40 e Aβ42, che sono elementi alla base delle placche di beta-amiloide nel cervello strettamente associate al morbo di Alzheimer. Pertanto il digiuno potrebbe avere effetti protettivi contro la demenza. Nonostante i 10 giorni di digiuno, inoltre, gli scienziati hanno osservato anche adattamenti di preservazione dell'osso e della muscolatura scheletrica, meccanismi da non sottovalutare.
Il digiuno promuove anche l'autofagia, ovvero l'eliminazione di quei composti di scarto che si accumulano nell'organismo e che col passare dell'età vengono rimossi sempre più lentamente, catalizzando “danni da invecchiamento”, come evidenzia l'Istituto Humanitas. Tutto questo suggerisce che il digiuno intermittente seguito sotto stretto controllo medico può comportare sicuramente dei benefici, mentre sessioni estreme di 10 giorni con sola acqua sono potenzialmente pericolose a causa dell'infiammazione acuta che determinano. Gli effetti a lungo termine del digiuno, infine, non sono ancora ben chiariti dalla ricerca.