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Cosa sono le bombe a grappolo che Putin sta usando in Ucraina e perché sono vietate

Presenti negli arsenali russi per colpire obiettivi ucraini, sono composte da gas o particelle metalliche che dopo la prima esplosione si disperdono in modo rapido e creano una nuova deflagrazione.
A cura di Valeria Aiello
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Bombe a grappolo, come quelle di cui ha denunciato l’utilizzo l’ambasciatrice ucraina alle Nazioni Unite, da parte di Mosca, per colpire obiettivi ucraini. In inglese le chiamano cluster bombs, bombe a grappolo, e possono essere utilizzate anche come proiettili per artiglieria e razzi. Dopo una prima esplosione, queste munizioni si frammentano in piccole bombe o granate su una vasta area, oppure possono non esplodere all’impatto, uccidendo o mutilando i civili con cui in seguito entrano in contatto e rimanendo pericolose per decenni.

Cosa sono le bombe a grappolo

In genere lanciate da velivoli ed elicotteri, le bombe a grappolo sono ordigni contenenti un numero di submunizioni, progettate, in passato, anche come mine terrestri, ma la quasi totalità sviluppate per funzionare all’impatto. La testata è composta da gas infiammabile e particelle metalliche: una volta esplosa, una prima sostanza si disperde in modo rapido e crea una sorta di bolla, a cui segue una nuova deflagrazione.

La Convenzione di Ottawa vieta l’impiego, l’uso, la progettazione, il commercio e lo sviluppo degli ordigni antipersona (mine terrestri o trappole) ma diversi paesi come Stati Uniti, Cina e Russia, non hanno sottoscritto tali accordi e continuano a impiegare e produrre tali ordigni in tutte le loro forme. Bombe a grappolo sono attualmente presenti negli arsenali di 50 Paesi e vengono utilizzate per colpire concentramenti di truppe, mezzi e altri obiettivi.

Perché le bombe a grappolo sono vietate

Il 30 maggio 2008 è stato raggiunto un accordo internazionale per la messa al bando di alcuni tipi di bombe a grappolo. Non aderiscono Stati Uniti, Cina, India, Pakistan, Israele, Russia, Brasile, Iran, Libia, Arabia Saudita, oltre a varie altre nazioni di minori dimensioni. Nel novembre del 2008, in vista della sottoscrizione della Convenzione sulle munizioni a grappolo, il Parlamento europeo ha discusso in plenaria la necessità di adottare la Convenzione ed ha incitato tutti i paesi membri dell’Unione europea ad aderirvi.

Una bomba a grappolo degli Stati Uniti dell'era del Vietnam / Imperial War Museum
Una bomba a grappolo degli Stati Uniti dell'era del Vietnam / Imperial War Museum

Il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva il disegno di legge che ratifica la Convenzione di Oslo. Con l’entrata in vigore il 1º agosto 2010 della Convenzione Onu che mette al bando l’uso delle bombe a grappolo e la ratifica di Burkina Faso e Moldova, si è raggiunto il numero minimo (30 nazioni) per consentire l’entrata in vigore del trattato, firmato a Dublino il 30 maggio 2008. L’Italia ha sottoscritto l’accordo il 3 dicembre 2008 a Oslo, ma lo ha ratificato soltanto il 21 settembre 2011.

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