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Cosa sappiamo sull’epidemia di influenza in Giappone: quali sono i dati ufficiali e i rischi per gli altri Paesi

In Giappone è stata già superata la soglia limite che convenzionalmente indica l’inizio dell’epidemia influenzale, segnando l’inizio ufficiale della stagione influenzale con oltre un mese di antico: cosa dicono i dati e quali sono i possibili scenari per il resto del mondo.
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Quest'anno la stagione influenzale in Giappone è iniziata con più di un mese in anticipo. Esattamente il 3 ottobre infatti il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese ha annunciato il superamento della soglia critica che convenzionalmente indica l'ingresso nella fase epidemica.

Da allora il numero di casi è ulteriormente salito: nell'ultima settimana ci sono stati oltre 9.000 nuovi casi di influenza e centinaia di scuole hanno preso misure preventive per limitare la diffusione, come chiusure parziali o integrali o sospensione di singole lezioni.

Perché si parla di epidemia

Secondo quanto si legge nel comunicato ufficiale, già nella settimana tra il 22 e il 28 settembre 2025 il numero di casi di influenza segnalati per ogni centro di sorveglianza è stato di 1,04 casi. In totale a inizio ottobre si segnalavano circa 4.030 casi in tutto il Paese. Questo significa che ha superato "la soglia di 1,00, ovvero il valore di riferimento a cui corrisponde l'inizio della stagione influenzale. Di conseguenza, si ritiene che la stagione influenzale sia iniziata anche quest'anno".

Il Giappone utilizza infatti un sistema di sorveglianza basato su soglie limite. Convenzionalmente il superamento della soglia di 1,00 casi per centro di riferimento indica l'ingresso nella fase epidemica. Quindi è importante specificare che in questo caso si può parlare tecnicamente di "epidemia", ma in base al sistema di soglie di sorveglianza utilizzate in Giappone e non perché ci troviamo di fronte a un'emergenza sanitaria.

Cosa sta succedendo in Giappone e quanti sono i casi di influenza

Anche se non c'è uno stato di allerta nazionale, da una parte l'inizio così in anticipo della stagione influenzale e dall'altra la forte impennata di casi che il Paese sta registrando in queste settimane impongono – ha spiegato l'Associazione dei medici giapponesi – cautela. Gli esperti hanno infatti invitato i cittadini ad informarsi sulle norme igienico-sanitarie di sicurezza per prevenire il contagio, e soprattutto a vaccinare le fasce più a rischio.

Da quando è stato dichiarato l'inizio della stagione influenzale infatti i casi sono continuati a salire: secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, tra il 6 e il 12 ottobre ci sono stati 9.074 nuovi casi e il numero di persone ricoverate dall'inizio della stagione è salito a 379.

Un altro dato indicativo dell'importante diffusione dei virus influenzali nel Paese è il numero di scuole e istituzioni che in queste settimane hanno adottato delle misure contenitive. Sempre secondo il Ministero della Salute giapponese sarebbero ben 341 soltanto nella settimana tra il 6 e il 12 ottobre. Oltre a quella di Okinawa, anche la prefettura di Tokyo e quella di Chiba sono interessate da un'intensa circolazione dei virus influenzali.

Cosa significa l'inizio in anticipo della stagione influenzale

La situazione in Giappone ha acceso l'interesse di esperti e virologi di tutto il mondo soprattutto per il forte anticipo con cui è iniziata la stagione influenzale. Secondo il Time negli ultimi venti anni in una sola altra occasione si è verificata una stagione così precoce.

Toshio Minematsu, esperto di malattie infettive dell'Ospedale Aisenkai Nichinan nella prefettura di Miyazaki, ha spiegato alla stampa locale che questo inizio anticipato e così intenso della stagione influenzale potrebbe avere diverse cause. Una di queste secondo l'esperto potrebbe essere il caldo record registrato durante la stagione estiva che avrebbe indebolito le difese immunitarie della popolazione.

Inoltre, il numero elevato di contagi potrebbe dipendere anche dal fatto che negli scorsi anni, a causa del Covid-19, l'influenza è stata meno presente e quindi questo potrebbe aver prodotto un indebolimento del livello di immunità. Altre fonti riportano tra le possibili cause la forte ripresa del turismo e dei viaggi internazionali e la fine delle misure precauzionali come l'uso della mascherina. Il rischio è che quest'anno – spiega l'esperto – la stagione possa essere più diffusa o intensa, dato che i virus influenzali stanno circolando in maniera importante mesi prima del periodo di massima incidenza, che di solito coincide con il Capodanno.

Quali sono rischi per gli altri Paesi

In un articolo di Nature Ian Barr, ricercatore e vicedirettore del Centro di riferimento e ricerca per l'influenza dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha ribadito come questo periodo sia anomalo per l'inizio della stagione influenzale vera e propria: "A ottobre potrebbero esserci dei casi, ma non numeri di tipo epidemico", ha detto l'esperto.

Non ci sono ancora dati esatti sui ceppi influenzali più presenti oggi in Giappone, ma è verosimile ipotizzare – spiega Barr – che uno dei virus responsabili sia il ceppo H3N2, uno dei virus responsabili dell'influenza A, lo stesso che è stato dominante durante l’inverno australe in Australia e Nuova Zelanda. Questo – sostiene l'esperto – potrebbe essere arrivato già in Giappone anche per il significativo numero di viaggi dall'Australia nel Paese.

Ora, fare previsioni su cosa ci aspetta qui nell'emisfero settentrionale, e quindi anche in Europa, chiaramente è piuttosto complesso. Certo è che, come ha sperato il virologo Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it, l'intensità della stagione influenza in Australia e in Nuova Zelanda fa presagire un inverno abbastanza intenso dal punto di vista virologico anche in Italia. Secondo Barr il rischio di un'imminente nuova pandemia, dovuta all'influenza, è basso, in quanto adesso diverse regioni del mondo stanno entrando in un clima caldo che non favorisce la circolazione dei virus influenzali. Ma, data la forte circolazione in Giappone, potrebbe invece accadere che i virus influenzali in circolazione possano arrivare più facilmente anche in altri Paesi del mondo.

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