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Cosa c’è di vero nel successo delle diete antinfiammatorie: il ruolo dei latticini e del glutine

Complice la popolarità che hanno acquistato sui social, sempre più persone provano a seguire una dieta antinfiammatoria, nella speranza di ridurre sintomi come stanchezza e problemi intestinale. Alcuni dei consigli dati in questi video però non si basano su forti base scientifiche: gli alimenti su cui c’è più confusione sono i latticini e i cibi che contengono glutine.
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Il legame tra alimentazione e infiammazione cronica è scientificamente provato, ma negli ultimi tempi le diete antinfiammatorie sono diventate un vero e proprio trend sulle piattaforme social. Fare divulgazione scientifica non è in sé un male, ma può diventarlo quando i consigli veicolati tramite reel e post vengono intesi come regole universali valide per tutti. Quando si parla di salute, e quindi anche di alimentazione, è sempre consigliabile non fidarsi ciecamente delle generalizzazioni e rivolgersi a un vero professionista, che saprà valutare il singolo caso.

Questo vale anche per l'infiammazione sistemica o cronica di basso grado, una condizione che nel lungo periodo può aumentare il rischio di sviluppare diverse malattie, ma che può essere contrastata attraverso uno stile di vita e un’alimentazione sani. Soprattutto alcuni alimenti, se consumati frequentemente, possono aumentare lo stato infiammatorio del nostro corpo. Tuttavia, sui social non è raro imbattersi in video che demonizzano intere categorie di alimenti come possibili cause di infiammazione sistemica. Anche se per alcune categorie di persone questo può essere vero, tali indicazioni potrebbero nascondere dei rischi.

Legame tra alimentazione e infiammazione sistemica

Ne hanno parlato in un articolo sul sito di informazione scientifica The Conversation due esperte di nutrizione, Lauren Ball, professoressa di Salute e Benessere della Comunità presso The University of Queensland, e Emily Burch, dietista e docente della Southern Cross University, entrambe in Australia. Come spiegato anche a Fanpage.it da Giulia Ciccarelli, medico specialista in Medicina Interna, l’alimentazione può provocare uno stato infiammatorio in due modi: la quantità, se superiore al fabbisogno, può sovraccaricare gli organi, e la qualità, con i principali nemici rappresentati dagli alimenti ultraprocessati, ovvero quelli che hanno subito numerose lavorazioni industriali.

I video che consigliano di ridurre o eliminare questo tipo di alimenti non presentano rischi: diversi studi hanno infatti confermato i loro effetti negativi. La stessa cosa però non vale per i contenuti che suggeriscono di eliminare intere categorie di alimenti come latticini o glutine. Queste indicazioni “non sono supportate da solide basi scientifiche”, spiegano le esperte. Sebbene esista infatti un fondamento di verità, queste raccomandazioni non sono valide per tutti e in ogni caso.

La verità su latticini e glutine

Le persone che potrebbero beneficiare dell’eliminazione totale di latticini e glutine sono quelle che necessitano di una restrizione dietetica medica, come soggetti allergici, intolleranti al lattosio o al glutine, e i celiaci. Ricordiamo infatti che la celiachia è una condizione diversa dall’allergia. Per chi non presenta queste condizioni però eliminare latticini o glutine senza motivo può causare squilibri nutrizionali. Diversi studi suggeriscono infatti che i prodotti lattiero-caseari hanno spesso effetti neutri, per altri potrebbe perfino proteggere dall’infiammazione. Non solo: alimenti come yogurt, kefir e alcuni formaggi sono ricchi di probiotici, microrganismi che se assunti in quantità adeguate possono perfino contribuire a ridurre l’infiammazione.

Per quanto riguarda il presunto legame tra glutine e infiammazione, molte persone credono che eliminarlo possa ridurre l’infiammazione cronica, alleviare problemi intestinali come il gonfiore o combattere la stanchezza. Tuttavia, le prove a sostegno di questa convinzione – osservano le ricercatrici – sono limitate. Il rischio è invece quello di rinunciare a cereali integrali, fondamentali nella dieta mediterranea, che invece apportano benefici anche sui livelli di infiammazione sistemica.

La dieta migliore per contrastare l'infiammazione

In conclusione, salvo problemi di allergia, intolleranza o altre condizioni mediche diagnosticate, eliminare un’intera categoria di alimenti senza il supporto di un medico o nutrizionista potrebbe essere controproducente. Molti esperti suggeriscono invece di seguire una dieta mediterranea equilibrata, uno dei modelli alimentari più efficaci per contrastare l’infiammazione sistemica. Questa dieta esclude gli alimenti ultraprocessati, privilegia il consumo di verdure, frutta, cereali integrali, olio d’oliva, pesce e riduce al minimo la carne rossa.

Un recente studio dell’Università di Roma Tor Vergata ha inoltre evidenziato che una dieta mediterranea basata su alimenti biologici può avere effetti ancora più significativi sull’equilibrio del microbioma, contribuendo a ridurre il rischio di malattie cronico-degenerative come patologie cardiovascolari, diabete, obesità, malattie neurodegenerative e alcune forme tumorali.

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