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C’è una strana “sfera” nello spazio e noi l’abbiamo fotografata: cos’è la Nebulosa Bolla

Tra i 7.100 e gli 11.000 anni luce dalla Terra si trova la Nebulosa Bolla (NGC 7635), un affascinante oggetto del profondo cielo che appare come una sfera di vetro nelle foto al telescopio. Noi l’abbiamo ripresa dai Castelli Romani. Ecco cos’è questa struttura globulare e come si è formata.
A cura di Andrea Centini
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Nebulosa Bolla (NGC 7635) fotografata nel cielo dei Castelli Romani. Credit: Andrea Centini
Nebulosa Bolla (NGC 7635) fotografata nel cielo dei Castelli Romani. Credit: Andrea Centini

Nella costellazione di Cassiopea, non distante dall'ammasso stellare aperto dello Scorpione (M52), si trova un oggetto incredibilmente affascinante, che nelle riprese al telescopio appare come una sfera di vetro che fluttua nello spazio. Si tratta di NGC 7635 o C11, la meravigliosa Nebulosa Bolla, sita tra 7.100 e 11.000 anni luce dalla Terra. Nei giorni scorsi, prima che il maltempo e le nuvole prendessero il sopravvento, abbiamo avuto modo di fotografare questa meraviglia nel cielo dei Castelli Romani, ottenendo l'immagine che vedete nell'articolo (dopo l'immancabile post produzione). L'astrofotografia, infatti, è il modo migliore per ottenere una visione nitida della “biglia” celeste, che da un oculare appare come un debole guscio anche con telescopi di diametro generoso. Ma cos'è esattamente questa Nebulosa Bolla?

Dal punto di vista astronomico NGC 7635 è una nebulosa a emissione, ovvero una regione di idrogeno atomico ionizzato (HII), che si manifesta quando la radiazione ultravioletta emessa dalle stelle trasforma l'elemento neutro in uno ione (una particella con una carica elettrica positiva o negativa). Nel caso della Nebulosa Bolla, a plasmare la spettacolare struttura sferica – che in realtà è leggermente deformata – è la grande e caldissima stella di tipo O BD +60°2522, che non si trova esattamente al centro del "globo" ma è spostata verso un lato. Ciò è dovuto alla distribuzione delle dense nubi di gas freddo nell'ambiente circostante, che decentrano la bolla. Il giovane astro e dalla vita breve, con una massa 45 volte superiore a quella del nostro Sole, libera gas caldissimo dai sui strati esterni: è proprio l'interazione con quello freddo che lo circonda a scolpire la magnifica struttura globulare nello spazio profondo. “Il gas sulla stella – spiega la NASA – diventa così caldo che si disperde nello spazio sotto forma di un ‘vento stellare‘ che si muove a oltre 6,5 milioni di chilometri all'ora. Questo flusso spazza via il freddo gas interstellare di fronte a sé, formando il bordo esterno della bolla, proprio come uno spazzaneve che accumula neve davanti a sé mentre avanza.”

Nebulosa Bolla (NGC 7635) fotografata nel cielo dei Castelli Romani. Credit: Andrea Centini
Nebulosa Bolla (NGC 7635) fotografata nel cielo dei Castelli Romani. Credit: Andrea Centini

L'agenzia aerospaziale statunitense sottolinea che la stella BD +60°2522 ha 4 milioni di anni e che probabilmente tra 10 o 20 milioni di anni darà vita a una supernova, una potentissima esplosione stellare. Ciò che resta dopo un evento del genere lo potete osservare nella Nebulosa Velo (C 33), che abbiamo fotografato qualche giorno prima della Nebulosa Bolla. Questo oggetto nel 2016 è stato messo nel mirino anche dal Telescopio Spaziale Hubble per celebrare il 26esimo anniversario dal suo lancio. Chiaramente i dettagli che si possono ottenere con uno strumento del genere sono infinitamente superiori rispetto a quelli di un piccolo telescopio amatoriale (un rifrattore apocromatico) come quello che abbiamo utilizzato noi da un giardino. La focale del nostro è fra l'altro di appena 460 millimetri, quindi la nebulosa risulta abbastanza piccola negli scatti catturati dalla fotocamera astronomica, agevolata nel suo lavoro da un filtro a banda ultrastretta (3 Nanometri) in grado di esaltare i dettagli delle regioni a emissione.

Per ottenere l'astrofotografia della Nebulosa Bolla abbiamo fatto lo stacking (cioè unito) di diverse ore di riprese da 5 minuti di posa ciascuna; è infatti solo con la fotografia a lunga esposizione – e attraverso l'inseguimento dell'oggetto con una montatura robotizzata (e camera guida annessa) – che si possono ottenere simili risultati anche da casa. Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede anche i cosiddetti “smart telescope” che permettono di ottenere risultati validissimi con pochissimo impegno, dato che è tutto automatizzato. Nel nostro caso la nottata delle riprese era piuttosto umida e la luce della Luna aggiungeva ulteriore disturbo. Sottolineiamo che non siamo astrofotografi professionisti e sicuramente la post produzione può essere fatta in modo più certosino, ma condividiamo con voi queste immagini per mostrarvi le meraviglie che si nascondono nello spazio profondo, come la straordinaria Nebulosa Elmo di Thor.

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