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Batterio “mangia-carne” Vibrio vulnificus, cos’è e dove si trova il vibrione di cui parla Matteo Bassetti

Vibrio vulnificus è un batterio che vive in ambienti marini, noto anche come “mangia-carne”, perché può causare gravi infezioni a carico della pelle: l’infettivologo Matteo Bassetti ne ha parlato in un video su Instagram, segnalando la morte di 4 persone in Florida: “Attenzione a ostriche e molluschi crudi”.
A cura di Valeria Aiello
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Un batterio insidioso, noto per essere uno dei cosiddetti batteri “mangiacarne”, ha causato la morte di quattro persone e più di una mezza dozzina di infezioni in Florida. Si tratta del Vibrio vulnificus, un microrganismo appartenente al gruppo dei vibrioni, che vive in ambienti marini e può causare gravi infezioni della pelle e setticemia, con evoluzioni rapide e spesso letali.

A richiamare l’attenzione su questo pericoloso batterio è stato l’infettivologo Matteo Bassetti: in un video pubblicato su Instagram, il direttore della reparto di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova ha parlato di Vibrio vulnificus come di una crescente minaccia legata ai cambiamenti climatici, sottolineando la sua presenza in acque salmastre e i rischi associati al consumo di molluschi crudi, come le ostriche.

Uragani e tempeste hanno fatto sì che questo batterio arrivasse agli uomini attraverso l’acqua salmastra – spiega il professor Bassetti – . Può penetrare nelle ferite e causare infezioni necrotizzanti che possono richiedere amputazioni e risultare potenzialmente letali. Può anche trasmettersi per via alimentare, mangiando molluschi, come le ostriche. Nella maggior parte dei casi provoca disturbi gastroenterici, come diarrea e vomito, ma talvolta è responsabile di infezioni gravi e mortali”.

Cos’è Vibrio vulnificus, il batterio mangia-carne

Vibrio vulnificus è un batterio patogeno appartenente al gruppo dei vibrioni, noto per la sua capacità di causare infezioni cutanee gravi e in rapida espansione, per cui è conosciuto anche come batterio “mangia-carne”.

Questo microrganismo si trasmette principalmente attraverso il contatto di ferite aperte con acqua salata o salmastra, ma può causare infezioni anche tramite il consumo di molluschi contaminati, con esiti che nei casi più gravi possono evolvere in setticemie e mettere a rischio la vita. Non sono noti casi di trasmissione da persona a persona.

Le infezioni causate da questo batterio sono cresciute negli ultimi anni, complice il riscaldamento delle acque marine legato ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature e gli ambienti marini con bassi livelli di salinità favoriscono infatti la proliferazione dei vibrioni nei molluschi filtratori, che rappresentano la prima causa di morte legata al consumo di pesce negli Stati Uniti. Eventi meteorologici estremi, come inondazioni costiere, uragani e mareggiate, possono inoltre spingere le acque costiere verso le aree interne, aumentando il rischio di esposizione ad acque contaminate.

Sempre negli Stati Uniti, lungo la costa atlantica, le infezioni da Vibrio vulnificus sono aumentate di otto volte dal 1988 al 2018 e l’area dove si verificano i casi si sta progressivamente spostando verso nord di circa 50 km ogni anno.

Dove si trova il batterio “mangiacarne” Vibrio vulnificus

Il batterio Vibrio vulnificus si trova in acque marine calde e salmastre, come lagune, estuari e zone costiere poco profonde, dove può contaminare molluschi filtratori, come ostriche e vongole, che diventano un potenziale veicolo di infezione per l’uomo, soprattutto se consumati crudi o poco cotti.

La sua diffusione è ben documentata nel Golfo del Messico e lungo le coste atlantiche degli Stati Uniti, dove rappresenta un problema sanitario crescente. In Florida, sono state segnalate 82 infezioni e 19 decessi nel 2024, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, mentre nei primi mesi 2025 si contano già 11 casi e 4 morti. Infezioni gravi e fatali sono state registrate anche in Connecticut, New York, Carolina del Nord e altri stati lungo della costa orientale, dove ogni anno si registrano tra 150 e 200 casi, con un tasso di mortalità di circa una persona su cinque, spesso entro 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi.

Negli ultimi anni, il Vibrio vulnificus è stato rilevato anche in alcune aree del Mediterraneo, come lo Stretto di Messina. Sebbene la sua presenza sia rara, il riscaldamento globale e il conseguente aumento delle temperature marine potrebbero favorirne una diffusione più ampia anche in Europa.

Quali sono i sintomi del Vibrio vulnificus e come si trasmette

I sintomi dell’infezione da Vibrio vulnificus possono variare a seconda della via di trasmissione: il batterio “mangiacarne” può infatti entrare nell’organismo attraverso ferite esposte ad acqua  salmastra contaminata oppure per via alimentare, in seguito al consumo di frutti di mare contaminati (molluschi crudi o poco cotti, in particolare le ostriche).

Nel primo caso, può causare gravi infezioni della pelle, che si manifestano con sintomi come gonfiore e rossori, dolore intenso e lo sviluppo di vesciche e gravi necrosi (fascite necrotizzante) che richiedono interventi chirurgici o amputazioni. In caso invece di ingestione di frutti di mare contaminati, l’infezione si manifesta con sintomi gastrointestinali come diarrea, nausea, vomito e febbre.

Nei casi più gravi e nei soggetti immunocompromessi o con patologie epatiche preesistenti, indipendentemente dalla modalità di infezione, il batterio può entrare nel flusso sanguigno e causare una sepsi grave, potenzialmente letale. Il trattamento delle infezioni si basa solitamente su farmaci antibiotici, ma nei casi più gravi possono rendersi necessari interventi chirurgici per rimuovere il tessuto infetto o, come detto, amputazioni. La rapidità nella diagnosi e nella gestione clinica è fondamentale per ridurre il rischio di complicanze fatali.

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